Tre anni fa se ne andava in silenzio e con la cortesia a cui ci aveva abituato. Lasciando un vuoto incolmabile nei pensieri dei suoi compaesani e nelle librerie di tanti Italiani che non potranno più attendere l’uscita del nuovo romanzo con Montalbano protagonista.
Tre anni fa ci lasciava Andrea Camilleri, a cui questa terra deve tantissimo. Non solo in termini di rilancio turistico, di promozione e valorizzazione, ma come si direbbe oggi, di storytelling. Camilleri, siciliano doc e grandissimo esponente della letteratura italiana, amante del cinema e della buona tavola, sostenitore dei diritti e del senso di giustizia, ha reso noi siciliani decisamente più adulti e più consapevoli delle nostre potenzialità, dei nostri vizi, delle nostre perversioni. Di siciliani, di isolani. Di chi vive in bilico tra la lotta al malaffare, desiderio di rivalsa e condiscendenza.
C’è tutto nei personaggi di Camilleri. Di ieri e di oggi. C’è la Sicilia e la sua lentezza, c’è la sete di riscatto e la mafiosità latente che sembra pervadere tutto e tutti. Ci sono le istituzioni, amiche o nemiche. E c’è l’uomo, le sue debolezze e le sue ricchezze. Anche i sentimenti positivi, l’amore, la felicità, sono raccontati dallo scrittore di Porto Empedocle sempre in chiaroscuro, quasi questo punto di osservazione sia la misura del tutto.
Un’intera parte dell’isola deve tutto o quasi a Camilleri. Punta secca, Scicli, Ragusa Ibla hanno vissuto un nuovo Rinascimento grazie alla sua penna e grazie alla trasposizione cinematografica delle sue opere. Con le quali è anche riuscito a restituire alla Sicilia, non senza ironia, parte della memoria perduta.
Andrea Camilleri ci manca. Il grandissimo scrittore che la vecchiaia ha reso cieco ma di certo non incapace di vedere, resta un’immancabile icona, una pietra miliare della narrazione di questa Terra e della sua storia, di questo Paese, di questa umanità.
Ciao Andrea ci manchi