Economia

Tredicesima sulla pensione, ecco perché chi ha smesso di lavorare quest’anno avrà delle riduzioni

Il pagamento della prossima tredicesima sulla pensione è previsto il prossimo 2 dicembre. Tuttavia per chi ha smesso di lavorare nel 2024 le notizie sono tutt’altro che positive poiché per queste persone è previsto un importo. Bisogna innanzitutto specificare che il calcolo della tredicesima segue generalmente le regole previste per i lavoratori dipendenti. Di fatto il pensionato ne matura 1/12 calcolato su ogni pensione pagata tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno di riferimento.

Su ogni rateo mensile viene dunque accantonato lo 0,083 di quanto percepito: ad esempio, per chi prende 1.000 euro di pensione lorda ne spettano 83 euro per ogni mensilità percepita. Quanto maturato ogni mese contribuisce quindi al valore finale della tredicesima. Proprio per tale ragione, nel caso in cui non ci siano state variazioni dell’importo nel corso dell’anno la tredicesima ha generalmente un valore lordo pari a quello dell’ultimo assegno di pensione. Chi ha smesso di lavorare quest’anno di fatto non ha maturato una tredicesima piena ma al contrario è ridotta per il numero di ratei percepiti.

Pessime notizie per chi ha smesso di lavorare grazie all’Ape Sociale

Ulteriore categoria svantaggiata è composta da coloro che hanno smesso di lavorare ricorrendo all’anticipo pensionistico, conosciuto come Ape Sociale, che non potranno beneficiare nemmeno di un importo ridotto della tredicesima.

L’Ape Sociale consente di smettere di lavorare in anticipo, già all’età di 63 anni e 5 mesi. Tuttavia non va considerata una vera e propria forma di accesso alla pensione, ma solo di accompagnamento alla stessa. Nel periodo che manca al raggiungimento della pensione di vecchiaia, quindi fino al compimento dei 67 anni, chi ha avuto accesso all’Ape Sociale non avrà alcuna tredicesima.

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