Trasporti

Treni, con il ritorno del distanziamento, in migliaia a terra

Migliaia di passeggeri ieri non sono potuti partire dopo la marcia indietro del Governo sul via libera all’occupazione di tutti i posti a sedere sui treni.

Solo Italo – che ha cancellato otto treni della mattina e numerosi biglietti anche per il pomeriggio – ha stimato di aver lasciato a terra ottomila persone.

Cancellati i tre collegamenti fra Milano e Ancona, vale a dire i collegamenti con tutte le località di mare della riviera romagnola proprio nei giorni in cui molti partono per le vacanze.

Trenitalia ha inviato una email ai viaggiatori avvisandoli che si atterrà alle nuove disposizioni previste dall’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, che, attraverso il proprio portavoce ha assicurato che c’è stata “piena condivisione e con l’obiettivo di tutelare la sicurezza dei viaggiatori”.

Insomma nessuno scontro con il ministero dei Trasporti.

“Le ricostruzioni su presunte divergenze con il ministro De Micheli relativamente al distanziamento sui treni a lunga percorrenza – è stato assicurato – sono del tutto infondate”.

Al di là della condivisione nel Governo, fra i passeggeri che in stazione Centrale a Milano si sono messi in fila alla biglietteria cercando di trovare una soluzione alternativa per partire c’è chi è convinto che “il governo poteva organizzarsi prima”.

La situazione è stata tranquilla tutto il giorno, e se tanti viaggiatori avevano detto di essere preoccupati per la fine del distanziamento (qualcuno aveva anche postato sui social foto di treni pieni), ieri la preoccupazione principale è stata invece quella di non riuscire a partire.

“Un grande caos” ha sintetizzato Stefano Malorgio, segretario nazionale della Filt Cgil, contrario, peraltro, al via libera all’occupazione completa dei posti a sedere sui treni.

“E non è ancora finita, perché se la norma nazionale è stata tolta, restano quelle di alcune regioni” che hanno deciso di mantenere il cento per cento di occupazione dei posti, come – guarda caso – Lombardia, Liguria e Piemonte, ossia quelle del tracollo di qualche mese fa.