Un piccolo, ma fondamentale, passo verso il momento in cui nell’entroterra sud-est della Sicilia si potrà tornare a viaggiare in treno lungo una tratta che ormai da oltre un decennio è interrotta. È quello che è stato compiuto pochi giorni fa con il voto favorevole da parte della giunta regionale guidata da Renato Schifani del progetto di fattibilità tecnica ed economica per il lotto Niscemi-Gela per il ripristino della ferrovia che da Caltagirone porta alla città del golfo. “L’apprezzamento all’approvazione del progetto dell’intervento è propedeutico alla chiusura dei lavori della conferenza di servizi, per il raggiungimento dell’intesa Stato-Regione ai fini della localizzazione dell’opera da realizzare”, si legge nella delibera del governo. Allegata al documento c’è la relazione firmata a metà giugno dall’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò e dal dirigente generale del dipartimento regionale Lavori pubblici Salvatore Lizzio.
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Sul tavolo del governo è finito il tratto di quasi 25 chilometri che collega Niscemi a Gela, in provincia di Caltanissetta. “Ricade – si legge nella relazione presentata da Aricò – nell’ambito del più ampio progetto di ripristino linea Caltagirone-Gela, inserito nel Contratto di programma 2022/2026 dal costo pari complessivamente a 265 milioni di euro, di cui 156,39 a valere sul Pnrr”. Rimettere in sesto la linea Caltagirone-Gela significherebbe compiere un salto in avanti per la riattivazione della circolazione sulla linea Lentini-diramazione Gela a singolo binario e non elettrificata. La stessa che dal 2011 è interrotta – viene ricordato nella relazione – “per un cedimento strutturale del viadotto situato in contrada Discesa degli Angeli”.
Il progetto del secondo lotto comprende “la sostituzione dell’armamento ferroviario, la manutenzione e il ripristino delle opere d’arte, dei presìdi idraulici e la stabilizzazione dei rilevati, e prevede, altresì, su un tratto esteso 24 chilometri – viene specificato nella relazione – opere sotto binario che consistono in attività di manutenzione, demolizione e ripristino di tombini, ponti e sottovia”. Il costo delle opere supera i 106 milioni, a cui ne andranno aggiunti circa 36 per realizzare armamenti e impianti tecnologici.
Per quanto riguarda i tempi, il progetto di fattibilità li quantifica in 660 giorni, quasi un anno e dieci mesi.
Dai lavori all’interno delle gallerie al ripristino dei viadotti ad arco, dai consolidamenti necessari a rendere sicura la tratta ai muri di sostegno, il progetto di fattibilità in questi mesi è stato sottoposto al vaglio di tutti gli enti che, a vario titolo, sono stati chiamati a esprimersi sulla realizzabilità dell’opera.
Nel complesso, il giudizio ottenuto è stato positivo, seppure – come spesso capita quando in ballo ci sono infrastrutture complesse – in molti casi condizionato dal rispetto di alcune prescrizioni e raccomandazioni, che dovranno, anche in fase di redazione del progetto esecutivo, superare la verifica di ottemperanza. Tra questi, per esempio, ci sono il Genio civile di Caltanissetta che ha dato indicazioni sul fronte geologico. Prescrizioni sono state date anche dall’Autorità di bacino, mentre il dipartimento regionale Urbanistica si è espresso per le opere in variante che ricadono in aree a verde agricolo. A essere stati incamerati sono stati anche i pareri dei Comuni di Gela e Niscemi, dove insiste la riserva naturale che comprende la nota sughereta. Su quest’ultima ha rilasciato un parere il dipartimento regionale Ambiente.
Tra chi non si è espresso, dando il la al silenzio-assenso, ci sono invece l’ex Provincia di Caltanissetta e il Consorzio di bonifica, oltre che che Eni, Italgas, Enel e diverse società del settore telecomunicazioni.
“L’ammodernamento della viabilità ferroviaria che si realizza con gli interventi previsti riveste carattere di particolare rilevanza per la riqualificazione territoriale di tutta l’area interessata”, viene specificato nella relazione che è stata approvata dal governo.