Trieste è una bella scoperta. Una meta poco distante (si fa per dire) anche dalla Sicilia, raggiungibile in poco più di un’ora e mezzo di volo dall’aeroporto di Catania.
Una città fieramente italiana in cui si trovano importanti tracce dell’impero asburgico (di cui si respira il glorioso passato) ma che è oggi un incrocio di lingue, popoli, religioni che la rendono, probabilmente, la città più cosmopolita d’Italia.
Girare Trieste è facile anche a piedi, ma si possono usare anche i puntualissimi autobus che ci portano da un angolo all’altro in pochi minuti. Chi possiede la FVG Card ha poi una marcia in più che gli permette di entrare gratuitamente in moltissimi musei e siti archeologici del territorio.
Nella nostra visita a Trieste siamo stati accompagnati da Tiziana Zamai dell’associazione Guide turistiche Nord-Est Guide (http://nord-estguide.com). Un piacere avere raccontata la storia di Trieste da una triestina doc preparata come poche che ti fa immergere nel territorio e ti fa sentire parte di esso, facendoti scoprire anche aneddoti e curiosità introvabili sui libri di testo.
A Trieste si respira l’odore del mare miscelato con quello del caffè che si può sorseggiare nella più bella e simbolica delle sue piazze, oggi dedicata all’Unità d’Italia.
I palazzi che vi si affacciano sono una sintesi perfetta della storia di Trieste. Il lato più spettacolare della piazza è però quello rivolto al mare, su cui si allunga per oltre duecento metri il Molo Audace. Da qui, lo sguardo va oltre piazza Unità e si apre su palazzi monumentali, sulla chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, sul Canal Grande, centro di quello che fu il borgo voluto da Maria Teresa d’Austria e che con le sue chiese testimonia la felice convivenza di religioni diverse.
In lontananza, si intuisce il bianco profilo di Miramare, il romantico castello di
Massimiliano e Carlotta d’Asburgo.
Dicevamo del caffè. Il caffè a Trieste fa rima anche con letteratura: numerosi e bellissimi sono i caffè letterari, locali storici dal fascino retrò frequentati un tempo da grandi autori come James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba e ancora oggi molto amati dagli scrittori e dagli intellettuali. Fare una pausa in uno dei caffè storici di Trieste è un vero e proprio rito da non perdere, per il quale bisogna anche imparare un apposito gergo: qui l’espresso si chiama “nero”, ma che cosa sarà mai il “gocciato” o il “capo in b”? Scoprirlo sarà un piacere!
A Trieste fin dal 1820 i bagni si fanno in centro città. E per chi arriva a Trieste d’estate dalla Strada Costiera lo spettacolo è assicurato.
Dal bivio di Miramare in poi fino alla pineta
di Barcola gli
automobilisti e gli autobus di turisti rimangono sbigottiti, sicuramente
sorpresi e divertiti, nel vedere donne e uomini anche di una certa età che
prendono il sole sdraiati sul marciapiede, giocano a carte, leggono e si godono
la calda estate mentre più avanti torme di ragazzi giocano e si tuffano
dai Topolini stabilimenti
pubblici gratuiti regno incontrastato di generazioni di adolescenti locali.
Sul molo della Lanterna poi, esiste ancora ed è una delle mete obbligatorie per chi vuole sentirsi un triestino “doc”, “El pedocin” uno dei luoghi più frequentati e amati dai triestini. Uno stabilimento balneare pubblico in cui ancora oggi la spiaggia è divisa da un muro da una parte ci stanno gli uomini e dall’altra le donne. Nel corso degli anni più volte le autorità hanno suggerito di abbattere quel muro ma ogni volta c’è stata una specie di sollevazione popolare: quel muro c’è e deve restare!
Trieste è una citta da vivere camminando. Così sarà possibile ammirare ogni scorcio che cambia anche in relazione alle ore della giornata, dalla prima mattina al tramonto alla romantica notte. Da piazza Unità all’Arco di Riccardo, dal colle di San Giusto al teatro Verdi, il visitatore si riempirà gli occhi di immagini indimenticabili e di atmosfere uniche fonte di ispirazione per alcuni grandi personaggi della letteratura, sia del passato, come James Joyce, Umberto Saba e Italo Svevo, sia del presente, come Claudio Magris, Fulvio Tomizza, Veit Heinichen, Mauro Covacich.
Da visitare è la trecentesca Cattedrale di San Giusto, risultato dell’unione fra l’omonima chiesa romanica e quella dell’Assunta. La chiesa, con i suoi mosaici, lo splendido rosone gotico e il campanile adiacente, domina il nucleo storico della città. Poco lontano c’è la fortezza-museo del Castello di San Giusto. Testimonianze storiche di epoca più antica sono offerte dall’Arco di Riccardo, del I sec. d.C., e dal Teatro romano, del II sec.d.C., oggi utilizzato per spettacoli teatrali estivi.
Incastonata in un angolo di mondo inimitabile, tra il bianco del paesaggio carsico e l’azzurro intenso del lembo più alto dell’Adriatico, Trieste, la più internazionale delle città della regione, nominata Capitale della Scienza 2020, è da sempre un punto di incontro fondamentale tra Oriente e Occidente, grazie al ruolo centrale del suo porto. Oggi Trieste, dopo le restrizioni dovute alla pandemia di Coronavirus, sta tornando a vivere e a mostrare la parte bella di sé (tutta!) ai visitatori da ogni parte d’Italia. Una meta turistica da prendere assolutamente in considerazione perché capace di venire incontro ai gusti di tutti: di chi ama le città d’arte a chi apprezza il mare e la campagna, senza dimenticare il buon cibo, una città da gustare a trecentosessanta gradi!
Dario Raffaele