SIRACUSA – Situazione in continua evoluzione per quanto riguarda le trivellazioni nel Val di Noto. Infatti il Tar di Catania ha respinto la richiesta di sospensione cautelativa dell’attività di ricerca di idrocarburi, presentata dal Comune di Noto.
L’area interessata dalle ricerche si estende per circa 660,37 Kmq nel sud est della Sicilia ed interessa diversi Comuni e siti facenti parte del patrimonio dell’Unesco. Il Comune di Noto, come diverse associazioni ambientaliste, ha ritenuto esservi una incompatibilità tra la vocazione culturale-turistica del territorio e lo sfruttamento del sottosuolo della zona. Tuttavia il Tar ha respinto la misura cautelare, poichè non ha ravvisato pericoli derivanti dall’attività di ricerca degli idrocarburi.
Quello del Comune di Noto è solo uno dei ricorsi presentati al Tribunale Amministrativo Regionale; infatti altri ricorsi sono stati presentati dalle Associazioni ambientaliste, tra cui quello presentato congiuntamente da Italia Nostra, Legambiente, WWF e Zero Waste. Il Coordinamento “No Triv” del Val di Noto ha reso noto che: “Il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Noto, però non per i suoi contenuti, come lo stesso Tribunale ha chiarito, ma per ragioni territoriali, in quanto il territorio di quel comune non risulta interessato delle prospezioni”. “Il rischio di respingimento era ben noto al sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, al quale va pertanto ascritto il merito di aver voluto agire ugualmente, – prosegue il Coordinamento “No Triv” – al fine di dare un segnale vigoroso di come la politica e i territori del Val di Noto siano del tutto contrari alle ricerche petrolifere. È doveroso precisare, tuttavia, che il Tar di Catania ha emesso l’ordinanza di rigetto della domanda cautelare, ma non ha deciso nel merito del ricorso che sarà trattato in seguito”.
“Si è, invece, – aggiungono i “No Triv” – ancora in attesa di risposta per l’interpellanza votata all’unanimità dai sedici comuni del Distretto turistico del Sud est, presieduto dallo stesso Bonfanti, ed inviata al Ministero dello Sviluppo Economico, affinché intervenga sospendendo le ricerche petrolifere in detto territorio siciliano. Così come sono tuttora in discussione ricorsi presentati da altri sindaci del sud est dell’isola”.
A questo proposito c’è da dire però che il Comune di Ragusa, che fa parte del Distretto, ha fatto sapere di non avere mai ricevuto, e dunque sottoscritto, questo documento.
“Nessuna royalties – conclude il Coordinamento “No Triv” – potrebbe mai ripagare i prestigiosi territori del sud-est siciliano, dove ricade il sito Unesco più a sud d’Europa, dai presunti danni di sversamento sulle spiagge o da inquinamento delle falde idriche, dai rischi insomma giornalmente connessi con le ricerche o con le estrazioni di petrolio e gas, segno di una politica energetica ormai vetusta e che non può e non deve essere applicata in territori così sensibili”.
Il Coordinamento “No Triv” ha anche consegnato una lettera aperta al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in occasione della sua visita nell’area del SIN di Priolo, in cui manifestano preoccupazione e dissenso sulle indagini petrolifere autorizzate nella Val di Noto e chiedono che non siano più concessi sussidi e franchigie per le trivellazioni. Il Ministro, non entrando nel merito della situazione Val di Noto, si è limitato a parlare delle quote di Royality che, “D’ora in poi, verranno pagate dalle società petrolifere che hanno chiesto le autorizzazioni a trivellare; società che dovranno anche dare indicazioni dettagliate su come tratteranno i rifiuti derivanti dalle attività estrattive”.