Un centro di formazione fittizio che rilasciava lauree false spesso senza frequentare alcun corso o superare alcun esame. Un’ordinanza di custodia cautelare personale e patrimoniale nei confronti di dieci soggetti, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi ed autoriciclaggio, è stata eseguita dalla guardia di finanza e dalla polizia metropolitana di Reggio Calabria.
Il provvedimento del giudice di Reggio Calabria dispone la misura cautelare in carcere nei confronti di tre donne di Condofuri (RC), madre e figlie, gli arresti domiciliari per altri cinque, residenti nella locride, a Roma, a Trani (BAT), a Terracina (LT) e a Rho (MI) e l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altri due, residenti a Locri (RC) e a Ribera. Gli accertamenti consentirebbero di delineare l’esistenza e l’operatività – dietro la parvenza di un finto centro di formazione internazionale, falsamente riconosciuto e convenzionato con enti pubblici ed università italiane e straniere – di un’associazione per delinquere, stabile e strutturata, attiva fin dal 2016 a tutt’oggi, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati-fine (quali truffe, falsi ed autoriciclaggio), che sarebbe riuscita ad accumulare proventi delittuosi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime.
Le indagini, infatti, sono state avviate proprio per verificare le denunce presentate da persone truffate che avevano frequentato alcuni corsi offerti dal centro di formazione, ma i cui titoli erano stati ritenuti non validi nell’ambito di procedure valutative del personale, all’interno di Pubbliche Amministrazioni.
Le persone indagate erano in grado di fornire diplomi di laurea di università straniere con la relativa omologazione, di università italiane telematiche nonché certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica nell’ambito dell’assistenza educativa, all’esito di corsi.
Le attività formative, dai prezzi esosi, erano organizzate in varie sedi, ma non erano riconosciute dalle istituzioni preposte; in alcuni casi, i titoli erano rilasciati senza la frequenza di alcun corso o il superamento di alcun esame. Una delle promotrici dell’associazione, inoltre, è indagata anche per appropriazione indebita poiché, in qualità di rappresentante legale di un sindacato di Condofuri (RC), si sarebbe appropriata di circa 300 mila euro depositati sul conto corrente dell’organizzazione sindacale, mediante prelevamenti e bonifici su conti correnti propri o dei familiari.
L’Autorità Giudiziaria ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di rapporti finanziari e due immobili di pregio nel Comune di Roma, nella centralissima Via degli Scipioni, nella disponibilità dei promotori dell’organizzazione. Tali beni, aventi un valore complessivo di oltre 3 milioni e 200 mila euro, sono il provento dell’attività illecita posta in essere dai componenti dell’associazione e oggetto di autoriciclaggio.