Identificato un nuovo bersaglio nella battaglia contro il medulloblastoma, uno dei tumori cerebrali pediatrici più aggressivi. Autori dello studio pionieristico sono stati i ricercatori del Dipartimento di Medicina molecolare dell’università Sapienza di Roma, coordinati da Lucia Di Marcotullio, che hanno individuato il ruolo della proteina SALL4 e della sua inibizione nel trattamento del medulloblastoma. Una particolarità della ricerca è il possibile utilizzo della talidomide – farmaco tristemente noto nella storia per i suoi effetti altamente tossici per il feto – che ha però mostrato un nuovo volto nel campo delle terapie antitumorali. Attualmente è usata nel trattamento del mieloma multiplo e studi clinici in corso ne stanno valutando la possibile efficacia per la cura dei tumori cerebrali, incluso il medulloblastoma.
Lo studio – riferisce una nota – ha dunque permesso di identificare per la prima volta la proteina SALL4 quale importante regolatore della via di segnalazione di Hedgehog, essenziale per lo sviluppo embrionale. Il team di ricerca ha inoltre chiarito che l’anomalo accumulo della proteina interferisce con questa via di segnalazione, provocandone l’attivazione e la conseguente crescita tumorale. Alcuni dati della ricerca hanno quindi suggerito l’uso della talidomide per indurre la degradazione di SALL4 nei tumori che la esprimono in eccesso. L’inibizione di SALL4 si è rilevata infatti efficace sia nel bloccare la crescita delle cellule tumorali, sia nel contrastare la controparte staminale del tumore, responsabile di recidive e del fallimento delle attuali terapie.
“Per fornire dati a sostegno dell’uso di farmaci che inducono la degradazione di SALL4 nel trattamento di questo tumore pediatrico abbiamo impiegato un approccio multidisciplinare, combinando tecniche di biologia molecolare, analisi di espressione genica, studi di interazione proteina-proteina ed esperimenti preclinici con topi di laboratorio con medulloblastoma”, commenta Lucia Di Marcotullio insieme alle ricercatrici Ludovica Lospinoso Severini, che ha ricevuto una borsa di studio Airc, e alle colleghe Elena Loricchio e Shirin Navacci, autrici dello studio pubblicato su ‘Cell Death & Differentiation’. La ricerca si è svolta prevalentemente presso il Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza, in collaborazione con l’Istituto Curie d’Orsay, in Francia, e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
(foto adnkronos)