Brevi

Tunisia, riaprono i panifici: avranno i sussidi

Solo l’1% dei panificatori tunisini aveva alzato la saracinesca negli ultimi giorni poiché da mesi il Governo non dava i sussidi. Una protesta che ha portato i suoi frutti. L’agenzia nazionale Tunis Afrique Presse (Tap) riferisce che il ministero del Commercio e la Camera nazionale dei proprietari delle panetterie hanno raggiunto un accordo per una prima tranche di sostegni da 40 milioni di dinari, circa 12,5 milioni di euro, che dovrebbero coprire due mesi di sussidi.

Secondo quanto affermato dal presidente della Camera dei panettieri Mohamed Bouanane Rubinetto, la cifra totale dovuta dallo Stato ai panettieri è di 250 milioni di dinari, pari a 14 mesi di sostegni al settore. I negozi hanno quindi ripreso le loro attività.

Va ricordato che in Tunisia la produzione del pane è parzialmente sovvenzionata dallo Stato, che si occupa di finanziare una parte dei costi di produzione. Il Paese nordafricano è attraversato da una crisi economica e politica che prosegue da mesi. Il governo del presidente Kais Saied, che governa per decreto dal luglio 2021, ha raggiunto in settimana un accordo tecnico con il Fondo monetario internazionale (Fmi) per un prestito in quattro anni da 1,9 miliardi di euro. Ieri più di 3.200 panetterie, la quasi totalità di quelle sostenute dallo Stato, ha chiuso i battenti per richiamare l’attenzione sul mancato pagamento dei sussidi. Circa 1.200 negozi, non sovvenzionati, hanno continuato a lavorare. La mobilitazione è stata organizzata dall’Union tunisienne de l’industrie, du commerce et de l’artisanat (Utica), principale sindacato commerciale e industriale del Paese, premio Nobel per la pace nel 2015 insieme ad altre tre organizzazioni della società civile locale per il suo contributo “alla costruzione della democrazia” dopo la cosiddetta “rivolta dei gelsomini” che nel 2011 mise fine al più che ventennale governo del presidente Zine El-Abidine Ben Ali.