ROMA – Lo scorso weekend dell’Epifania ha ufficialmente chiuso le festività di fine 2022 e inizio 2023, restituendo all’Italia un comparto turistico in netta ripresa rispetto all’anno precedente e soprattutto se paragonato agli anni 2020 e 2021, profondamente segnati dalla pandemia e dalle restrizioni per il contenimento della diffusione del Covid-19.
L’analisi effettuata da Federalberghi ha registrato oltre cinque milioni di italiani in viaggio per la Befana, prevalentemente all’interno dell’Italia, per un giro d’affari superiore al miliardo di euro. La durata media della vacanza è stata di 3,3 notti con una spesa pro capite da 572 euro. A dominare è l’albergo (44,3%) per il tipo di alloggiamento, mentre il 30 per cento ha scelto casa di amici o parenti.
I numeri in questione sono stati salutati positivamente anche dalle parole del ministro Daniela Santanché, che ha parlato di “segnali positivi dal turismo” e di “una nuova testimonianza di quanto il settore sia trainante per l’economia italiana e di quanto il Covid e il rincaro dei prezzi abbiano cambiato le esigenze e le tendenze dei viaggiatori”.
“Il 97% degli italiani che sceglie l’Italia – ha affermato – è una testimonianza d’amore per la nostra nazione. Ma c’è anche un 34% di connazionali che ridurrà la durata del viaggio a causa degli aumenti divenuti insostenibili e questo è un problema di cui noi siamo consapevoli, perciò il ministero c’è e farà la sua parte nel sostenere gli operatori e tutte le categorie del settore”.
“Il 2023 – ha concluso – dovrà essere l’anno non soltanto del consolidamento ma anche del superamento dei dati pre-pandemia, stabilizzando e strutturando sempre di più il comparto turistico. Giocando in squadra raggiungeremo risultati importanti”.
Secondo i dati di Assoturismo-Confesercenti le presenze a livello nazionale hanno raggiunto quasi 400 milioni di presenze e come sottolineato da Vittorio Messina, siciliano e presidente nazionale della già citata associazione, anche per l’Isola l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle si è chiuso positivamente. “Si rispecchia – ha spiegato – il dato nazionale, ma è giusto sottolineare che anche nel 2021 il dato disaggregato per l’Isola non era andato tanto male, in quanto anche in quel periodo, di Covid e di restrizioni, la nostra regione era comunque riuscita a fare il pieno sebbene limitato a un periodo dell’anno, quello della stagione estiva, perché è stata in grado di attrarre soprattutto il turismo di prossimità”.
“Nel 2022 – ha aggiunto nel corso di un’intervista rilasciata al QdS.it – si conferma l’andamento positivo ma più spalmato in tutti i mesi dell’anno, anche se siamo ancora lontani dalle presenze registrate nel pre-Covid, quindi nel 2019. Però i dati di quest’anno confermano in un certo modo il fatto che abbiamo agganciato la ripresa. Il problema adesso sta nel confermare questi dati perché continuano a esserci tutte le criticità e le preoccupazioni che possono influire negativamente sulla ripresa: la continuazione della guerra russo-ucraina, il conseguente caro-energia a cui si aggiunge l’aumento dell’inflazione che drenerà risorse delle famiglie che verranno tagliate dai beni voluttuari, comprese le vacanze”.
Per il 2023 le preoccupazioni restano, ma con una buona dose di ottimismo: “Ci troviamo in una posizione migliore – ha affermato Messina – rispetto a quella attraversata durante i 25 mesi di Covid, ma dobbiamo stare ancora molto attenti, monitorare questa ripresa e abbiamo soprattutto necessità che la politica continui a svolgere il proprio ruolo mostrando quell’attenzione che tutto sommato ha già mostrato nei confronti del settore, anche se tra una serie di chiaroscuri”.
“Il turismo – ha concluso Messina – non può essere abbandonato perché ha dimostrato, sia durante il periodo del Covid sia nei primi mesi di inizio ripresa, grandissima vivacità, ha dimostrato di potere fare numeri immediati e di essere da traino non solo per la filiera del turismo ma anche per il commercio dei centri storici e per tutto ciò che è legato all’economia del settore”.
Tornando alla Sicilia, al QdS.it è intervenuto anche Giovanni Ruggieri, presidente dell’Osservatorio sul turismo dell’economia delle isole, sottolineando numeri incoraggianti a proposito del turismo extraeuropeo e proiettandosi già al nuovo anno. “Per il 2023 – ha detto – i dati sono in incremento soprattutto per i mercati stranieri europei ed extraeuropei. Si stima che si ritornerà quasi a livello del 2019, considerando anche l’investimento sui nuovi collegamenti e sui nuovi accordi raggiunti per gli aeroporti siciliani con compagnie aeree per nuove destinazioni”.
Il primo obiettivo è quindi tornare ai numeri pre pandemia, ma per la Sicilia questo non può bastare. Il “compitino” non è più sufficiente per rilanciare un settore essenziale dell’economia isolana. Bisogna dunque puntare a sfruttare le incredibili potenzialità di un territorio ricco di storia, cultura, natura e tutto ciò che l’Isola ha da offrire. Basti pensare infatti che nell’ultimo anno pre pandemia il Veneto – regione con un’estensione territoriale e una popolazione molto vicina a quella siciliana – ha quasi quintuplicato i numeri isolani con oltre 71 milioni di pernottamenti contro i 15,1 milioni dell’Isola.
Intanto occorre registrare le ottime performance degli aeroporti. Con 7,1 milioni di passeggeri il Falcone Borsellino di Palermo ha archiviato il 2022 come l’anno migliore di sempre con un significativo aumento del traffico voli e passeggeri rispetto al 2019. Performance più che positive anche per lo scalo Fontanarossa di Catania, che ha superato i dieci milioni di passeggeri transitati nello scalo durante il 2022, eguagliando in questo modo il 2019.
Se gli aeroporti volano, però, altrettanto non si può dire per le altre infrastrutture. Tra le spiegazioni delle difficoltà della Sicilia vi sono infatti anche i vetusti mezzi di collegamento che rendono complicati e scoraggianti gli spostamenti per i turisti che decidono di muoversi da Est a Ovest della Sicilia. Il gap infrastrutturale pone, ancora una volta pone la nostra terra in ombra, nonostante i 111 siti culturali di cui dispone che rappresentano il 26,4% del patrimonio culturale italiano.
Alla Regione spetta dunque il compito di mettere in atto strategie efficaci per recuperare il gap con le eccellenze nazionali. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall’iniziativa See Sicily, lanciata nel 2021 e confermata anche per lo scorso anno, che prevede numerose agevolazioni per i turisti che decidono di soggiornare e visitare l’Isola. Più nel dettaglio, è prevista la fruizione di una notte gratis su un totale di tre e di uno sconto del 50% per voli, navi, traghetti e aliscafi per pacchetti vacanze da fruire entro il 30 settembre 2023. Il nuovo assessore al ramo, Francesco Paolo Scarpinato, ha già anticipato di voler confermare il progetto, annunciando anche l’intenzione di valorizzare i beni culturali e gli eventi di qualità.
Un’ultima nota va però dedicata al cineturismo, che sfrutta la visibilità data da serie tv o film alle location che li hanno ospitati. Dopo anni in cui la Sicilia non è stata in grado di sfruttare i suoi splendidi scorci, finalmente le cose sembrano essere cambiate, con l’Isola che ha ospitato numerosissime produzioni nazionali e internazionali, anche con budget particolarmente alti. Un esempio dallo straordinario ritorno che questo movimento può dare all’Isola è dato dal recente successo della serie tv “The White Lotus”, che ha deciso di ambientare la sua seconda stagione principalmente e Taormina e che è stata capace di portare nella Perla dello Ionio una quantità mai vista di turisti statunitensi.
Per la prima volta in oltre un secolo di storia del turismo taorminese, infatti, quello Usa è stato il primo mercato per Pease di provenienza. Un sorpasso storico, segnato ai danni di inglesi e tedeschi, che hanno reso Taormina famosa nel mondo.
Tirando le somme, è evidente come le premesse per un 2023 estremamente positivo sul fronte turistico ci siano tutte. Occorre soltanto un pizzico di programmazione fra i soggetti coinvolti, senza però dimenticare quella spinta sul fronte infrastrutturale di cui la Sicilia ha un grandissimo bisogno.