Politica

Turismo, il Ponte sullo Stretto come conseguenza dell’Av

“Rovescerei l’approccio: in passato il Ponte sullo Stretto è stato un oggetto ideologico, si era a favore o contro, senza un progetto strategico. Io dico che siccome l’alta velocità deve arrivare a Reggio Calabria, poi a Catania, a Palermo e Messina e quindi bisogna attraversare lo Stretto, il Ponte è la conseguenza di una scelta strategica”.

Il ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini ne ha parlato ieri in tv riaprendo il dibattito su quella che sarebbe la più importante opera pubblica italiana e che praticamente si finanzia da sola.

“L’alta velocità non si può fermare a Salerno – ha detto Franceschini – ma deve arrivare in Sicilia, ed è una grande opportunità di crescita di quell’area. Se il treno dell’alta velocità deve arrivare in Sicilia deve passare tre chilometri di mare, quindi in qualche modo deve attraversarli. E se ne deve assolutamente parlare”.

“Portare l’Alta Velocità fino in Sicilia – dichiarato in una nota il commissario Pd Sicilia, Alberto Losacco – è senza dubbio oggi un obiettivo irrinunciabile per la modernizzazione non solo del Mezzogiorno d’Italia ma di tutto il Paese e l’accesso a importanti risorse europee può contribuire a realizzare questa scelta strategica che avvicina Nord e Sud. Bisogna quindi affrontare il tema dell’attraversamento dei tre chilometri che dividono la Calabria dalla Sicilia senza trasformarlo in uno scontro, ma valutando le soluzioni con pragmatismo e senza ideologie”.

“Il nostro governo deve agire subito – ha commentato Francesco Scoma di Italia Viva -, la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e l’attivazione della fiscalità di vantaggio per l’intero Meridione sono un binomio perfetto per rendere veramente attrattivo il nostro Paese e rilanciare gli investimenti dall’estero, aumentare il livello di occupazione, creare nuovi modelli di rilancio economico”.

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ha risposto con ironia al ragionamento di Franceschini, da lei definito “un filino contorto”.

“Lo informiamo – ha scritto in una nota – che quello progettato dai governi Berlusconi non conteneva una pista ciclabile, ma anche, per l’appunto, i binari per l’alta velocità”.

“Se il ministro intende fare sul serio – ha concluso – ha l’occasione per farlo: voti gli emendamenti di Forza Italia al decreto rilancio che lo prevedono, così ci portiamo avanti sul lavoro”.

L’idea viene raccolta da Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, “penso che sia necessario ipotizzare al più presto un incontro con il Presidente della Regione Sicilia, per valutare la possibilità di realizzazione di un’opera che ritengo strategica non solo per il futuro di Calabria e Sicilia ma per quello dell’intero Paese”.

Il veto al Ponte viene invece dal grillino Alessandro Di Battista, che in tv ha detto: “Dire no al ponte sullo Stretto non significa dire no all’edilizia pubblica: noi siamo sempre stati associati a quelli che dicono no alle infrastrutture: ma ricostruzione, messa in sicurezza del patrimonio artistico vanno fatti”.

“Io – ha concluso – sono contrario alle grandi opere inutili: bisogna investire sulle opere che servono”.