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Turismo in Sicilia, presenze e fatturato giù del 67 per cento

Nei tre mesi terminanti a ottobre la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia si è contratta del 49,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; quella dei viaggiatori italiani all’estero è diminuita del 69,3 . La fotografia fatta da BankItalia nei giorni scorsi non lascia dubbi sulla crisi nera che sta attraversando il comparto del turismo a causa della Pandemia.

Aeroviaggi è un colosso tra le società del comparto turistico potendo contare su 13 Club e villaggi sul mare (9 in Sicilia e 4 in Sardegna) con quasi 9.000 posti letto, circa un milione di presenze e 90 milioni di euro di fatturato nel 2019. Marcello Mangia, figlio del noto imprenditore Antonio Mangia, da ottobre 2019 è alla guida della società. Attraverso le sue parole diamo uno sguardo attento sul presente e il futuro del turismo nell’Isola.

Marcello Mangia

Le imprese che lavorano nel settore turistico affrontano una crisi senza precedenti. Qual è stato l’impatto su Aeroviaggi nel 2020 rispetto ai risultati del 2019?

“La stagione 2020 è stata una stagione tronca perché si è sviluppata sulla metà del periodo abituale di sei mesi: quindi tre mesi scarsi. Inoltre, si è svolta in condizioni di notevole difficoltà: abbiamo dovuto limitare la capienza delle strutture alberghiere, il turismo straniero si azzerato e si è sviluppato un turismo interno molto più portato ai weekend. Tutto ciò ha avuto come conseguenza che le presenze realizzate quest’anno, e conseguentemente il fatturato, si sono abbassati di circa il 67%. Siamo stati i primi in Europa ad aprire il 29 maggio le nostre strutture alberghiere di grandi dimensioni. Abbiamo fatto il possibile e siamo soddisfatti perché abbiamo aperto tutte le strutture”.

Quali strategie state mettendo in campo per la “rinascita” nel corso del 2021?

“Il 2020 è servito da stress test per mettere a dura prova le strutture commerciali e organizzative. La strategia futura guarda alla formazione del personale con una campagna di reclutamento che riguarda 1200 stagionali con un ricambio annuale di circa 500 nuove risorse. Le nuove risorse le formiamo. Abbiamo partecipato all’avviso 33 della Regione e nel mese di marzo faremo una nostra accademy con tutto il personale che verrà formato per le sfide del futuro: crediamo molto nella competenza e nel personale qualificato che dia un valore aggiunto al nostro lavoro.

Dal punto di vista commerciale abbiamo dei nuovi partner importanti: Valtour e Alpitour (il più grosso tour operator italiano). Per il 2021 abbiamo prospettive molto rosee: c’è un buon numero di prenotazioni a partire da metà aprile. Abbiamo avviato il progetto winter-sun per destagionalizzare la destinazione Sicilia. Il problema dell’Isola che non riesce a superare i 15 milioni di presenze turistiche che vengono registrate ogni anno potrebbe essere risolto destagionalizzando e quindi passando a 30 milioni. Volevamo aprire alcune strutture dal 30 dicembre ma le condizioni non lo hanno permesso. Avevamo avuto un grande successo sulla campagna messa in campo sulla ‘Sicilia invernale’ con le strutture che erano piene come prenotazioni”.

State avviando una selezione del personale che si spera possa essere impegnato nella stagione estiva con colloqui online. Quanto è importante l’innovazione nel suo settore? Cosa c’è da aspettarsi in termini occupazionali nel breve termine?

“L’innovazione è fondamentale e bisogna acquisire le migliori risorse possibili dando la possibilità a tutti di candidarsi. Abbiamo ricevuto circa 6.000 candidature al momento per circa 500 posti. Un sistema molto funzionale ed efficiente realizzato interamente online. Confidiamo di poter confermare gli occupati che avevamo pre-crisi, in questo momento abbiamo vendite per il 70% della nostra capacità produttiva. Le previsioni, anche se vedono il turismo mondiale in grossa crisi, privilegiano la Sicilia, la Sardegna e il cosiddetto ‘mare  Italia’ perché sono destinazioni sicure e vicine. Siamo pronti anche per partire col voucher ‘3×2’ e abbiamo fatto un grosso investimento sulla qualità del made in Italy nella ristorazione puntando a prodotti locali”.

Suo padre ha denunciato negli anni lentezze burocratiche che hanno osteggiato diversi progetti. Qual è il suo giudizio in tal senso?

“La parte politica nei fatti concreti ha messo in atto delle misure valide, i provvedimenti ci sono, poi metterli in pratica è un dramma perché abbiamo una burocrazia che non funziona. C’è un muro di gomma e alcune persone nei posti chiave che non sono adeguate, non hanno le competenze. La sfida futura sarà stanare alcuni burocrati che non meritano quei posti. Ci vorrebbe un organo che controlli non solo chi fa male, ma chi non fa e frena tutto molto spesso senza rischiare alcunché”.

Adriano Agatino Zuccaro