PALERMO – Il 2020 sarà l’anno del riscatto per l’intera Sicilia, infatti secondo le stime di Forbes (magazine più famoso al mondo su classifiche, cultura, economica, leadership imprenditoriale, innovazione e lifestyle) la Regione si collocherà al secondo posto tra le mete di viaggio più ambite dagli americani e la prima tra le destinazioni europee.
A stilare la lista per la rivista, realizzata tenendo conto delle vendite e delle aspirazioni dei clienti, l’agenzia Ovation Travel Group’s. L’Isola viene prediletta perché ha un patrimonio unico al mondo ed è proprietaria di alcuni dei siti turistici più notevoli sulla Terra, tra cui la leggendaria Valle dei Templi, dove i resti di sette templi dorici si trovano in una cornice mozzafiato di mandorli ed ulivi.
“Sicilia come autenticità”, a dirlo è Ashley Diamond, consulente di viaggio di lusso per Ovation Travel Group: “Questa isola ha una originalità che è ormai sbiadita in molte altre parti del mondo. Paesi come Noto sono famosi per la loro architettura barocca e le facciate in pietra calcarea”. Un turista attento ai dettagli è un visitatore consapevole di quello che vuole e sa dove andare, anche se si tratta di un paese poco collegato dal punto di vista infrastrutturale.
È proprio questa la forza dell’Isola, saper promuovere le proprie bellezze senza avere la tecnologia che ormai molti richiedono. Inoltre, da non perdere, secondo Forbes, il paesaggio misterioso dell’Etna, il più grande vulcano d’Europa ed uno dei vulcani più attivi al mondo.
Il magazine consiglia il viaggio soprattutto alle famiglie e alle coppie per trovare quella serenità nella semplicità delle cose in ambienti architettonici complessi, mettendo, a corredo dell’articolo, uno scatto che ritrae Cefalù.
Quindi, la Sicilia è un bellissimo museo diffuso che va valorizzato al meglio, potenziando soprattutto le infrastrutture ed i servizi connessi.
“Parlare di turismo significa governare la crescita”, a dirlo il presidente di Confcommercio Sicilia, Francesco Picarella. Il settore è spesso sottovalutato, ma una economia siciliana trainata solamente dal turismo riuscirebbe a risollevare un Sud da troppo tempo sempre più a Sud, pareggiando i conti con un Nord sempre più lontano ed avanzato.
“Occorre favorire azioni per incentivare lo sviluppo turistico – continua Picarella – mettere in condizione gli operatori di accogliere al meglio i turisti e generare in loro quello che considero il fattore principe delle recensioni mondiali, ovvero il passaparola positivo”. Un buon prodotto non ha bisogno di grandi pubblicità, ma si afferma da solo. “Impensabile, ad esempio, che i turisti arrivino in Sicilia – conclude il presidente di Confcommercio – e debbano ancora confrontarsi con servizi scadenti, strade impraticabili e collegamenti approssimativi. Migliorare la viabilità e la sostenibilità del turismo sono solo alcune delle priorità da mettere in agenda”. Lo scorso 12 e 13 aprile, ad Erice, si è tenuta la “due giorni” degli Stati Generali del Turismo, in cui si è tanto discusso del Brand Sicilia poco valorizzato. L’allora assessore al ramo, Sandro Pappalardo, ha spiegato: “Pensiamo che la Sicilia sia conosciuta da tutti, ma non è così. Il cursus deve essere quello di creare un marchio solido, fare le valigie e viaggiare in tutto il mondo. Siamo protagonisti di una cattiva pubblicità, perché nei negozi delle città d’arte siciliane si vendono immagini mafiose. Con un attento lavoro stiamo cercando di realizzare un brand pulito”.
Una Sicilia indietro nel tempo come nelle pagine del Gattopardo, attuali più che mai, ma che riescono ad attirare l’attenzione sul mistero selvaggio che la circonda.