Inchiesta

Il turismo siciliano e la sfida dei pernottamenti. Modello Veneto lontano ma non irraggiungibile

Riuscire a fare sempre meglio ideando strategie innovative, ma anche imitando i migliori. Una strategia che può premiare in numerosi settori e che potrebbe essere adottata anche sul fronte della ricezione turistica da parte di una regione come la Sicilia, ricca di bellezze ma ancora indietro, rispetto alle altre realtà d’Italia, sul fronte dei pernottamenti.

Sicilia, ricca di bellezze ma ancora indietro

I dati ufficiali relativi al 2024 non sono ancora disponibili, ma quelli del 2023 sono una base di partenza sufficiente per comprendere quanta sia la distanza da colmare tra l’Isola e la prima regione in classifica, il Veneto: quest’ultima, infatti, lo scorso anno ha sfiorato i 72 milioni di pernottamenti (71,9 per essere precisi) mentre la Sicilia, in un’annata comunque positiva, capace di superare le cifre dell’ultimo anno pre pandemia, ovvero il 2019, ne ha fatti segnare 16,4 milioni.

Il Veneto ha fatto più di quattro volte meglio della Sicilia

Dunque, la realtà dei fatti è la seguente: nell’anno in cui il turismo italiano ha fatto segnare un incoraggiante segno positivo dopo la difficilissima parentesi della pandemia (fatta di restrizioni, mascherine, tavoli a distanza minima di sicurezza, sanificazioni e tanti altri accorgimenti che non vediamo l’ora di dimenticare) il Veneto ha fatto più di quattro volte meglio della Sicilia.

Numeri di un certo peso ma che non devono sconfortare perché, come abbiamo già detto, l’Isola ha nel proprio arco tutte le frecce che servono per recuperare questo terreno. Un concetto di cui sembrano essere ben consapevoli alla Regione, dove hanno deciso di puntare con forza sulla destagionalizzazione invertendo con decisione le politiche degli ultimi anni. Lo dimostra anche il recente calendario dei grandi eventi per il 2024 e il 2025 presentato pochi giorni fa dal presidente Renato Schifani e dall’assessore al Turismo Elvira Amata.

Il calendario dei grandi eventi adesso è biennale

“Da quest’anno – ha spiegato Schifani – il calendario è biennale così come avevamo anticipato nel corso della Borsa internazionale del turismo di Milano, perché riteniamo strategico per la programmazione conoscere per tempo le iniziative di richiamo in modo tale da favorire anche la destagionalizzazione turistica”.

“Ci siamo dotati del calendario degli anni 2024 e 2025 – ha aggiunto Amata – per sottolineare l’importanza di una pianificazione biennale che individui le manifestazioni di forte richiamo inserite attraverso l’apposito Avviso scaduto a giugno 2023. Si tratta di uno strumento fondamentale per la programmazione turistica fortemente voluto dal governo Schifani il cui obiettivo è arricchire l’offerta con spettacoli ed eventi artistici, folkloristici e sportivi di iniziativa pubblica e privata”.

Come spiegato dalla Regione il calendario, che ha finalità esclusivamente promozionali, comprende manifestazioni individuate in base al richiamo turistico, ed è frutto dell’avviso rivolto a enti pubblici, di culto, teatrali e lirici regionali, fondazioni e ancora ong, onlus, associazioni e cooperative senza fini di lucro, di riconosciuta esperienza e capacità tecnico-finanziaria, organizzatori di iniziative sul territorio regionale di comprovato valore e capacità di intrattenimento turistico. Ogni ente ha potuto presentare una sola iniziativa; sono stati presi in esame iniziative di valorizzazione del contesto culturale e paesaggistico, delle tradizioni popolari o dell’enogastronomia, iniziative sportive di richiamo e quelle legate ad attività all’aria aperta, ai cammini e alla promozione dei borghi storici e rurali. Nella valutazione si è tenuto conto della solidità dell’ente e della capacità di attrazione della manifestazione, della vocazione turistica del territorio e della sua accessibilità, della presenza nella zona di strutture ricettive e servizi.

Ecco gli eventi previsti nel calendario

Fra gli eventi previsti nel calendario, la Settimana Santa di Enna, Caltanissetta e Trapani, il ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa, la Belliniana – Omaggio al Cigno di Catania, la Targa Florio, la Coppa degli Assi a Palermo, il Taormina Film Fest, Taobuk e Taomoda, le Orestiadi di Gibellina, il Sicilia Jazz Festival, e ancora la festa di San Giorgio a Ragusa, quella di San Calogero ad Agrigento, il Festino di Santa Rosalia a Palermo e la festa di S. Agata a Catania. E inoltre il carnevale di Acireale e Sciacca, la festa della Vara a Messina, le Vie dei Tesori in varie località, il Cous Cous Fest a San Vito lo Capo, l’Etna Comics a Catania, Inycon a Menfi e il Mandorlo in fiore ad Agrigento.

La Sicilia accogliente per dodici mesi l’anno

Per quanto riguarda le manifestazioni dell’anno in corso, 24 di esse hanno interessato i mesi da giugno a settembre, mentre 23 quelli da gennaio a maggio e da ottobre a dicembre. In relazione al 2025, invece, 22 manifestazioni sono state calendarizzate nei mesi più caldi dell’anno, mentre sono 26 quelle inserite nei periodi solitamente considerati più deboli dal punto di vista dei flussi turistici. Una scelta che conferma, come ha sottolineato lo stesso Schifani, la volontà di presentare ai visitatori una Sicilia accogliente per dodici mesi l’anno.

La sfida al 2024 è quindi lanciata, con il modello Veneto che appare lontano ma di certo non irraggiungibile. In una recente intervista al QdS l’assessore Amata ci ha spiegato come “primi dati provvisori del 2024 che si riferiscono al semestre gennaio-giugno rilevano una situazione tendenzialmente stabile nel complesso e coerente con gli andamenti registrati nell’omologo periodo degli anni precedenti. In generale, il comparto alberghiero sembra mostrare una performance migliore di quello extra-alberghiero ma i dati, ribadisco assolutamente provvisori, sono davvero prematuri per poter trarre indicazioni affidabili sul possibile consuntivo di fine anno”.

“Al netto di crescite e contrazioni – ha aggiunto l’esponente del Governo Schifani – ci sentiamo però di poter affermare che il comparto turistico regionale mantiene la recuperata dinamicità, persa nella fase pandemica, e mostra di rispondere bene alle politiche di settore poste in essere dall’Amministrazione regionale così come al lavoro fatto per individuare i mercati target e le più efficaci azioni di promozione della destinazione”.

Si può e si deve fare di meglio dunque

Si può e si deve fare di meglio dunque, anche perché gli altri continuano a crescere. Come rilevato all’interno di un recente report realizzato da Confindustria Veneto Est, infatti, “i dati da gennaio a marzo di quest’anno registrano infatti per arrivi e presenze una crescita, rispettivamente, del +12% e del +12,6% rispetto allo stesso periodo 2023, pari a 2.968.562 arrivi e 7.394.995 presenze”.

Spiccano, all’interno di questi numeri, “gli incrementi di arrivi nelle città d’arte (+22,7%) e in montagna (+15,3%), seguite da terme (+10,2%), lago (+8,8%) e mare (+7,6%). Turismo balneare risultato invece in testa per presenze (quasi 26 milioni), seguito da città d’arte (24,5 milioni), lago (14 mln), montagna (4,5 mln) e terme (2,8 mln)”.

In soldoni, se la crescita fatta registrare dal Veneto nei primi quattro mesi dell’anno fosse confermata, attestandosi quindi intorno al 10% sul 2023, è lecito aspettarsi che si possa sfondare il tetto degli 80 milioni di pernottamenti. Un risultato a dir poco straordinario, per un modello da copiare sul fronte dell’offerta e dei servizi al fine di spingere l’economia siciliana per fare del comparto turistico ricettivo una vera e propria locomotiva dello sviluppo economico e occupazionale.