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Tutela agricoltori ed equa distribuzione risorse. Lollobrigida fissa gli obiettivi del G7 di Ortigia

Agricoltura, pesca certamente. Ma anche sport, teatro, inclusione, cibo di qualità e molto altro nella lunga chiacchierata tra il nostro direttore Carlo Alberto Tregua, il vicedirettore Raffaella Tregua e il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Il quale è entrato nel dettaglio della settimana che movimenterà Siracusa, in particolare Ortigia, con il G7 Agricoltura e Pesca ed Expo DiviNazione. Una settimana di eventi, dibattiti, convegni, alla presenza di dodici ministri della Repubblica, da Giuseppe Valditara (Istruzione e merito) a Orazio Schillaci (Salute); da Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e transizione energetica) a Marina Elvira Calderone (Lavoro); da Adolfo Urso (Imprese e made in Italy) a Nello Musumeci (Protezione civile); da Matteo Piantedosi (Interni) a Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento); da Maria Elisabetta Casellati (Riforme istituzionali) ad Anna Maria Bernini (Università e ricerca) ad Alessandro Giuli (Cultura). E, ovviamente, Francesco Lollobrigida (Agricoltura, sovranità alimentare e foreste). A tagliare il nastro inaugurale, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il G7 Agriucoltura e Pesca è anche una settimana di degustazioni

E un’iniziativa (partita dallo stesso ministro Lollobrigida) che ci riguarda da vicino: il nostro direttore intervisterà (martedì 24 settembre alle 17.30, all’interno dell’area Masaf) Albano Carrisi, presente a Ortigia sì in veste di talento canoro, eccellenza italiana, ma anche di rinomato produttore vitivinicolo: “Io sono un contadino dentro” il suo motto.

Un G7 aperto, come lo ha definito il titolare del dicastero di via XX settembre. Con un occhio ai giovani che, in parallelo con l’incontro dei “grandi” – oltre all’Italia (Lollobrigida), Canada (Lawrence MacAulay), Francia (Marc Fesnau), Germania (Cem Ozdemir), Giappone (Tetsushi Sakamoto), Regno Unito (Steve Reed) e Stati Uniti d’America (Tom Vilsack) – al castello di Maniace dal 26 al 28 settembre, svolgeranno le loro riunioni.

“Un evento per aprirci e raccontare ciò che siamo”

Ormai ci siamo: il taglio del nastro del G7 Agricoltura e Pesca ed Expo DiviNazione è previsto per domani pomeriggio. Un evento unico, che ho voluto fortemente in Italia, in particolare ad Ortigia. Per tutta una serie di ragioni. A cominciare dalla storia: Ortigia e Siracusa fanno parte dell’area più antica d’Italia e tra quelle in cui è presente il maggior numero di “contaminazioni”. Ci trovi greci, romani, arabi, invasioni barbariche, normanni e, con i Borgia, spagnoli. Unicità che si coniuga anche con apertura: quando parliamo di G7, viene naturale pensare a un qualcosa di chiuso, in cui i leader del pianeta si riuniscono e parlano tra di loro. A Siracusa, invece, noi vogliamo aprirci mostrare quello che abbiamo e chiedere agli altri quello che hanno; aprirci alle realtà produttive e imprenditoriali, alle scuole, alle università, agli chef, ai cuochi che possono mostrare come la trasformazione del prodotto non sia una cosa semplice, ma come servano prodotti di qualità, studi e ricerca. Un evento, quello di Siracusa, che vuole dare una risposta alla domanda “Cos’è l’Italia?”. Un quesito tutto sommato semplice, ma che ha risposte dalle svariate sfaccettature. Il G7 Agricoltura e Pesca ed Expo DiviNazione sono una di queste.

Un sipario che si alza con l’apertura dell’anno scolastico degli istituti primari e secondari della provincia di Siracusa, cui seguirà lo spettacolo teatrale a cura dell’Istituto nazionale dramma antico e la visita inaugurale alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. Una settimana in cui agli eventi ufficiali, si affiancheranno altre 110 manifestazioni collaterali organizzate dai privati e dagli espositori.

Le eccellenze italiane protagoniste a Ortigia

Il pomeriggio di domenica sarà sicuramente più “leggero” ma con iniziative non meno importanti. Premieremo tre eccellenze italiane (l’astronauta Walter Villadei, l’imprenditore vitivinicolo Piero Antinori e la giornalista Marina Valensise), mentre alle 17 è prevista l’inaugurazione del Villaggio dello Sport con la partita di pallanuoto, disciplina in cui Siracusa eccelle da sempre, Italia-Resto del Mondo, una sfida amichevole, giocata in mare, tra giocatori italiani e una selezione di pallanuotisti stranieri impegnati nel campionato di serie A1. A concludere l’intensa giornata, una sfilata dal titolo “Cotone organico. Made in Italy in passerella”. Perché G7 Agricoltura e Pesca significa anche commistione fra diversi settori economici.


Protagoniste, ad Ortigia, saranno anche le forze dell’ordine e tutto il comparto sicurezza, che riguarda anche l’ambito alimentare. È prevista una dimostrazione congiunta tra Vigili del fuoco (che faranno vedere come difendere la natura e contrastare gli incendi) e Guardia costiera, di soccorso in mare. Ancora, la musica: ospite del G7 sarà Albano Carrisi (l’intervista al noto cantante sarà condotta dal nostro direttore, ndr) che, oltre a possedere una voce unica, è anche un importante produttore di vino e che, come ama definirsi, “Io sono un contadino dentro”, esattamente come il titolo dato all’intervista al cantante di Cellino San Marco.

Ma G7 sarà anche sinonimo di ippica: tutti i giorni gli studenti delle scuole potranno cimentarsi, coadiuvati da personale specializzato, nel “battesimo della sella”. Oltre, all’ippodromo di Siracusa, assistere al Gran Premio del G7 del trotto e del galoppo. Ancora una volta, a voler rimarcare l’interdisciplinarietà di questo importante evento.

La tutela della filiera passa dal dialogo con le associazioni

Domenica, dopo la messa celebrata dall’arcivescovo di Siracusa, entreremo nel vivo, dialogando con agricoltori, pescatori e sindacati. Tre sessioni, aperte dal Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. La prima, sulla difesa e valorizzare della filiera agricola, sarà un confronto tra il governo e i presidenti nazionali delle associazioni agricole. Farà parte del panel, Giovanni Filippini, commissario straordinario alla peste suina africana, per fronteggiare la quale al Parlamento italiano è in dirittura di arrivo un provvedimento che prevede aiuti per 18,5 milioni di euro alle aziende che hanno subito o stanno subendo danni in termini di perdita di capi o mancato export.

La seconda sessione, sulle proposte per rilanciare il settore della pesca e dell’acquacoltura, è dedicata a un confronto che vede da una parte sempre l’esecutivo e dall’altra, in questo caso, i vertici delle associazioni della pesca e dell’acquacoltura. Parteciperà al dibattito il prefetto Enrico Caterino, commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della diffusione e proliferazione della specie granchio blu). Infine, il mondo del lavoro, con la sessione dal titolo “Il valore aggiunto della sicurezza sul lavoro e il contrasto al caporalato”: un confronto che vedrà protagonisti i presidenti di Inps ed Inail e i sindacati maggiormente rappresentativi.

Dall’intelligenza artificiale all’agrifood

Il G7 dell’Agricoltura e della Pesca è anche sinonimo di giovani, di inclusione e di legalità. Manifestazioni evidenti di questi tre aspetti sono, nell’ordine, il G7 dei giovani, con due studenti e un docente per ogni Paese che faranno un loro G7 “parallelo”, durante il quale si confronteranno su aspettative e criticità, formulando alla fine anche delle proposte e con il dibattito (che vedrà la partecipazione del Ministro Anna Maria Bernini, nda) sull’intelligenza artificiale e l’imprenditorialità giovanile nella filiera agrifood. Ancora, inclusione, con Icaro, a cura dell’associazione D’aRteventi (che ha come obiettivo la divulgazione del mondo carcerario all’esterno, nda), spettacolo teatrale allestito dalla Libera Compagnia dei detenuti-attori di media sicurezza maschile della casa circondariale di Gazzi, a Messina e dalle studentesse di “Liberi di Essere Liberi”.

Ma anche legalità, sia con l’“Incontro pubblico sul contrasto alle agromafie”, che vedrà la presenza oltre che del Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Del Mastro e del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, anche di alti esponenti delle forze dell’ordine, del mondo accademico e della magistratura; sia attraverso la sfilata di moda a cura di Tele di Aracne, accademia sartoriale nata per restituire alla collettività un bene confiscato alla mafia, grazie al Programma Operativo Nazionale Legalità – Ministero dell’Interno: pezzi unici creati dai giovani dei circuiti penali e ad alto rischio di marginalizzazione. Uno potrebbe domandarsi cosa c’entrino agricoltura e pesca con le stoffe. Ma il legame c’è eccome perché agricoltura e pesca fanno parte della filiera Italia: un qualcosa che tu non puoi spiegare ragionando per settori separati.

“Sarà una manifestazione senza colore politico”

Considero il G7 dell’Agricoltura e della Pesca un evento assolutamente trasversale. Tanto che ho mandato la lettera di invito a tutti i capigruppo in Parlamento. Aggiungo, a ulteriore conferma di quanto appena affermato, che il Presidente attuale di Anci Sicilia, Paolo Amenta, è un esponente del Pd, ma non per questo non considero fondamentale il suo ruolo nel contesto del G7 e di Expo DiviNazione.

La trasversalità per il bene del Paese è stata, a prescindere dal G7, fin da subito la mia parola d’ordine al dicastero. Cito, su tutte, l’iniziativa dell’istituzione della Consulta degli ex Ministri dell’Agricoltura, creata lo scorso anno e a cui hanno aderito, mi fa piacere citarli uno per uno, Stefano Patuanelli, Maria Teresa Bellanova, Maurizio Martina, Nunzia de Girolamo, Mario Catania, Francesco Saverio Romano, Luca Zaia, Paolo De Castro, Gianni Alemanno, Alfonso Pecoraro Scanio, Walter Lucchetti, Adriana Poli Bortone e Alfredo Luigi Diana, quest’ultimo addirittura ministro nei primi anni Novanta. E, sebbene non abbia partecipato in presenza, ha aderito all’iniziativa anche Calogero Mannino. Questo perché i ministri cambiano, ma è necessario fissare dei punti di convergenza comuni per guardare oltre i singoli governi e al loro “colore”. Per non creare la condizione che, cambiando l’esecutivo, chi subentra debba cominciare tutto daccapo. È una questione di stabilità, caratteristica fondamentale per un settore come l’agroalimentare strategico per il nostro Paese.

Non solo agricoltura, pari dignità alla pesca

La trasversalità del G7 l’abbiamo messa in evidenza anche se parliamo di Europa. Uno dei momenti cruciali, infatti, sarà il confronto sul futuro dell’agricoltura e della pesca con le istituzioni italiane ed europee. Un dibattito che si terrà presso il Teatro Comunale di Siracusa, che io considero un’altra realtà splendida della città, aperto dai saluti istituzionali del Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani e dal Ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati e che vedrà gli interventi di Veronika Vrecinova (Presidente della Commissione Agricoltura Agri del Parlamento europeo, nda), Antonio Decaro (Presidente della Commissione Ambiente Envi del Parlamento europeo, nda) e Carmen Crespo-Diaz (Presidente della Commissione Pesca Pech del Parlamento europeo, nda). Che affronteranno il tema del contesto italiano ed europeo per agricoltura e pesca (cui, in questo G7, abbiamo voluto dare pari dignità, essendo troppo spesso un po’ trascurata, anche per una questione pratica e cioè che in alcuni governi le due deleghe sono conferite a ministri diversi) insieme a Luca De Carlo e Mirco Carloni, rispettivamente Presidente della Commissione Agricoltura di Senato e Camera dei deputati.


Un secondo panel riguarderà “Agricoltura, pesca e territorio” con gli interventi del sottosegretario Luigi D’Eramo (titolare della neocostituita delega alle aree interne e di montagna, nda), Federico Caner (Coordinatore Commissione Politiche Agricole – Conferenza Stato-Regioni, nda), Donato Pentassuglia (Assessore all’Agricoltura Regione Puglia, nda) e con la partecipazione degli assessori regionali agricoltura e pesca ed esponenti di Anci, Upi e Uncem.

“Sinergia tra stati avanzati e in via di sviluppo”

Africa ed Europa non possono vivere separati e il collante deve essere il Mediterraneo. Noi non possiamo affrontare alcuni problemi come l’immigrazione illegale senza rimuoverne le cause. Da una parte dobbiamo sostenere l’emigrazione legale. Dall’altra è necessario porre un freno a quella forzata ed economica. Il problema non è chi scappa dalle guerre o dalle violenze, che troverà sempre ospitalità. Come farlo? Sfruttando le nostre potenzialità. I Paesi sviluppati hanno pochi giovani ma tanto know how. I Paesi del continente africano hanno, al contrario, tanta terra arabile (il 65 per cento del pianeta) e tanti giovani (l’età media si attesta sui 25 anni). Ecco che tutto combacia perfettamente. Quindi, dobbiamo mettere in condizione gli Stati democratici più ricchi di lavorare in sinergia con quelli in via di sviluppo. E lo faremo seguendo due linee guida. La prima riguarda le sementi. Condividendone il brevetto e consentendone, quindi, l’accesso all’utilizzo ai Paesi africani, permetterebbe a questi ultimi di produrre con più facilità piante meno idroesigenti. Dunque, innovazione.

La seconda concerne la formazione: se tu crei tecnologia e ricerca ma non riesci ad usarle, la sfida l’hai vinta a metà. In alcune parti del mondo lo sviluppo delle tecnologie e dei più moderni processi in agricoltura non è così noto e costituisce un problema anche solo come utilizzare un rastrello. Un gap che va a tutti i costi colmato, formando i giovani all’agricoltura e alla trasformazione. Un percorso che per adesso abbiamo iniziato con i Paesi dell’area del Magreb, in Angola, in Kenya ma che vogliamo estendere a tutti i 54 Paesi del continente africano.

Le idee di Mattei come modello per l’Africa

Perché, con riferimento alla sicurezza alimentare e al motto “più cibo di qualità per tutti”, refrain di questo G7 dell’Agricoltura e della Pesca, abbiamo pensato al grande imprenditore, politico e dirigente pubblico italiano, Enrico Mattei? È presto detto. Io già avevo letto la storia di Mattei e le sue numerose interviste in cui spiegava quale fosse il rapporto delle Sette Sorelle (le compagnie che hanno dominato, per fatturato, il mercato petrolifero mondiale fino alla crisi energetica del 1973) con le economie occidentali. Tuttavia, per questa occasione del G7, ho fatto degli approfondimenti e ho scoperto un Mattei un po’ inedito, fervido sostenitore dell’indipendenza algerina.

Nel 1962, quando Algeria e Francia stavano discutendo – a Évian-les-Bains – su come porre fine a un conflitto che ormai andava avanti da anni, Enrico Mattei era nella stanza accanto. Gli algerini, che avevano una grande consapevolezza dei beni posseduti, davanti alla cartina del Paese, stavano “dividendosi” il territorio con i francesi che dicevano loro “allora, noi ci teniamo questa zona verde e voi vi prendete questa gialla”, il deserto. Gli algerini, poco convinti, andarono da Mattei. Che disse loro: adesso vi spiego io come stanno le cose. Gli diedero retta: il 3 luglio 1962 Charles De Gaulle fu costretto a decretare l’indipendenza totale dell’Algeria. Quasi tre mesi dopo cadde l’aereo e Mattei morì. È in questo contesto che ho conosciuto un Mattei né predatorio né caritatevole ma collaborativo: lo stesso atteggiamento che vuole avere l’Italia nei confronti del continente africano in campo alimentare. Ecco perché abbiamo parlato di Piano Mattei.

Ora anche von der Leyen parla di sovranità alimentare

L’obiettivo principale di questo G7 lo individuo sicuramente nella protezione del mondo agricolo e nella valorizzazione di un’equa distribuzione delle risorse all’interno della filiera. Agli agricoltori deve arrivare la giusta remunerazione del loro lavoro attraverso la valorizzazione del prodotto. Che si raggiunge con la sovranità alimentare. Un sostantivo, “sovranità”, che fino a poco tempo fa suonava come un’eresia e che qualcuno ha confuso erroneamente con il sovranismo, ma che invece è stata usata proprio di recente anche da Ursula von der Leyen nella lettera a Christophe Hansen, il nuovo Commissario europeo all’agricoltura.

Sovranità alimentare” significa che i popoli devono continuare ad avere il diritto di produrre e di mangiare quello che ritengono giusto. Il primo Paese al mondo ad avere inserito in Costituzione il concetto di sovranità alimentare è stato l’Ecuador, dove le grandi multinazionali stavano tentando di standardizzare il prodotto, abbattendo i costi di produzione e distribuzione, accentrando così la ricchezza. La sovranità alimentare fa esattamente l’inverso, perché punta a una equa distribuzione della ricchezza e alla valorizzazione del prodotto. Ma “sovranità” alimentare significa anche cibo di qualità: non è concepibile un mondo in cui alcuni mangiano bene e altri consumano alimenti di scarso valore.

A Siracusa, dove i lavori si snoderanno lungo quattro aree tematiche prioritarie individuate e dove saranno presenti circa 200 stand e oltre 600 aziende, l’Italia mostrerà il suo massimo potenziale. Vogliamo mostrare un Paese in grado di contribuire sotto ogni punto di vista allo sviluppo sostenibile del pianeta.

Tornare a valorizzare economicamente il mare

Quando parliamo di agricoltura e di pesca, sicuramente la logistica è un altro tema di fondamentale importanza. “Problema”, però, forse (quanto meno per una questione di conformazione geografica) più italiano, visto che gli altri Paesi sul punto investono un po’ di più. Noi dobbiamo aprire le coscienze creando la consapevolezza sull’importante ruolo che ha il mare e sulla fortuna che ha la Sicilia, più di altri, di essere al centro del Mediterraneo. Esattamente come fecero i Greci, che dissero – riferendosi a quella che avrebbero chiamato Magna Grecia – che “oltre non solo c’è qualcosa d’altro, ma qualcosa di infinitamente più grande”, noi dobbiamo convincerci dell’importanza di questa grandezza.

Dobbiamo tornare ad usare di più il mare, che sarà un altro dei temi che con il Ministro per la Protezione Civile, il collega Nello Musumeci, svilupperemo a Palermo, il 25 e 26 settembre, nell’ambito di un evento che punta alla valorizzazione economica del mare, ma anche a sottolinearne l’importanza come via di trasporto. Una due giorni che vedrà protagonista la blue economy declinata in chiave ittica.

Logistica, però, non significa solo mare ma anche rotaia. La Spagna negli ultimi vent’anni, per quanto riguarda il trasporto merci su ferro, è diventata la seconda nazione al mondo dopo la Cina. La logistica, dicevo, è fondamentale nel campo dell’agricoltura e della pesca e in Italia dobbiamo tornare a considerarne l’importanza. Quando tu hai un prodotto eccezionale che parte dall’Andalusia e arriva a Parigi ma hai un costo di trasporto nettamente più alto di quello siciliano, rischia di farne le spese la competitività, anche se quello è un prodotto di qualità.