Tutto si trasforma

Lo sviluppo biotecnologico sta portando l’umanità a perdere l’espressione configurante la sua essenza antropologica riducendola ad un contenitore di elementi indotti per far qualcosa: dall’atto motorio (sesso incluso) alla cognitività.

Ne esultano tutti: perché ove tutto continuasse a procedere con il pacing odierno in breve tempo non saremmo più costretti a spremerci il cervello (frase classica dei tempi andati!) per capire, elaborare, rispondere, agire ma, con bottoncino – come quello dell’atomica – saremmo in grado di risolvere equazioni esponenziali che il povero Einstein, pur genio qual era, necessitava tempo, attenzione ed errori su errori prima di trovare la soluzione. Che diveniva certa quando, dopo decenni, era comprovata da fatti inerenti: come nel caso dell’esistenza dei buchi neri dell’universo.
Ne esultano soprattutto i “cretini” “le cui mamme – per dirla con Flaiano – sono sempre incinte”.

Che finalmente apparendo quasi maggioranza a livelli decisionali, possono rilassarsi. Una vignetta di Giannelli sul Corriere mostra Macron su una roccia che un baratro separa da un altra roccia sulla quale cammina Zelensky con il Francese che gli dice “vieni aventi ukraino”, cosa che facendo lo farebbe precipitare nel vuoto: parafrasi dello sketch di Carlo Campanini e Walter Chiari. Ma dice due cose: primo che Lavoisier aveva ragione “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”; secondo che esistono i cretini che in mancanza ancora di macchine sono succubi di se; terzo, è più facile far del male che del bene.

E ciò che sta accadendo per incapacità di gestire una situazione vecchia di 9 anni che non comprometteva utilizzo di grano, gas, petrolio, oli vari di mais, semiconduttori. Tutto stando in note diplomatiche che arrivavano e lasciavano il tempo del caso.

Poi venne la botta di genio al Russo ed all’Europa facendo felice, tanto era stupida, subito gli Usa campioni nel non capire se non a modo proprio. E cominciò lo spettacolo politico militare che a tre mesi dall’inizio ha già – ovviamente – sollecitato la Cina che dal 1949 aspetta di riprendersi l’Isola di Taiwan dove all’epoca Chiang Kai shek andò a collocare la sua “vera” Cina mai riconosciuta ma che, vedi caso, ebbe il seggio con diritto di veto all’Onu fino al 1974 quando con Mao Zedong ed altri poco pratici avvenne l’accordo: la Cina nel grande Continente, Taiwan provincia. Ma non per Xi Jinping che vuole la “sua” Isola ora a rischio d’essere abbocco della madre patria che vuole dimostrare di non essere più stupida della Russia.

Il dado è tratto. Tra non molto avremo altra operazione speciale intrapresa dalla Cina su Taiwan e gli Usa che non manderanno uomini in divisa ma armi a non finire: ed avremo due focolai di guerra indotti ed ingestibili che di meglio, a pandemia che ovviamente continua, non si poteva avere !
Si brinda con Perrier offerto dalla ditta Macron.