Cultura e Spettacoli

Tv, morto Alberto Sironi, regista di Montalbano

A meno di due settimane dalla morte di Andrea Camilleri, un’altra perdita per la grande famiglia del commissario Montalbano.

E’ morto per un brutto male Alberto Sironi, 79 anni, regista storico dei film tv basati sui romanzi del celebre scrittore siciliano.

Fu lui a scegliere Luca Zingaretti come protagonista del commissario di Vigata.
Lombardo di Busto Arsizio, la vita professionale di Sironi era iniziata a Milano, dove si era formato alla scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro.

La notizia della morte di Sironi è confermata da Carlo degli Esposti che con la sua Palomar produce da sempre la serie Montalbano.

Il regista aveva scoperto di recente di stare male, tanto che era stato lo stesso Zingaretti a prendere la regia nell’ultimo periodo delle riprese dei nuovi episodi di Montalbano.

L’ultimo ciak il 26 luglio scorso era stato annunciato dall’attore con un post video molto commovente.

“In questo momento abbiamo finito il film. Felicità e anche tanta tristezza. Tanta. Il sole e il cielo di Sicilia ci saluta così. Ciao”.

C’era la luce del tramonto, quando Luca Zingaretti ha postato il video sul suo profilo Instagram della fine delle riprese di Montalbano.

Pur senza mai menzionarlo, era evidente il riferimento ad Andrea Camilleri.

Meno evidente quello alle condizioni di Sironi, che già stava male.

Il set siciliano di Montalbano era stato riaperto lo scorso aprile quando il cast e la produzione avevano cominciato le riprese dei tre episodi che compongono la quattordicesima stagione de “Il Commissario Montalbano” e che vedremo nel 2020 su Rai1.
Il set era stato sospeso per lutto il giorno della morte di Andrea Camilleri il 17 luglio 2019 a Roma.

In quei giorni aveva preso il comando della regia lo stesso Zingaretti perché, come ricordato, Sironi stava male.

Per i tre nuovi episodi sono stati adattati sul piccolo schermo i seguenti racconti e romanzi di Camilleri: “La rete di protezione”, “Il metodo Catalanotti” “Infine c’e’ Salvo amato Livia mia”.

Sironi cominciò a collaborare con la Rai a partire dagli anni Settanta.

Realizzò alcune inchieste e reportage in Italia e all’estero per poi approdare alla regia.

L’esordio da regista e sceneggiatore risale al 1978 con due telefilm tratti dalla raccolta i racconti “Il centodelitti”.

Per Rai1 diresse nel 1995 “Il grande Fausto”, una fiction sulla vita del ciclista Fausto Coppi.

Il ricordo di Luca Zingaretti

“Quante volte ci siamo mandati a quel paese, quante volte hai cucinato per noi, quante battaglie abbiamo condiviso, quante scene abbiamo riscritto, quante volte ci siamo detti ok, quante volte mi hai compreso, mi hai appoggiato, mi hai confortato, Quante volte hai minimizzato dove gli altri avrebbero ingigantito. Sei stato l’unico regista che quando davi motore cominciavi a raccontare le barzellette. Gli altri chiedevano il silenzio, tu raccontavi di Alberto Sordi”.

Luca Zingaretti ha affidato al suo profilo Instagram – postando anche una foto che li ritrae insieme sulla spiaggia, mentre camminano in abiti primaverili – il suo commovente e sentito addio ad Alberto Sironi, regista di tutti gli episodi della serie tv Il Commissario Montalbano sin dal 1999, morto ad Assisi a 79 anni.

“Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo”

“Quanti bicchieri di vino, quante chiacchierate – prosegue Zingaretti, che fu scelto per interpretare il commissario di Vigata proprio da Sironi – quante confidenze. Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza! Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l’ho sempre urlato. Non te lo hanno detto abbastanza, non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti”. “Che sapienza, che cultura – prosegue l’attore – che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto ‘ok, la tua idea è migliore facciamo come dici tu’ senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perché ci stimavamo e ci volevamo bene”.

“In poco tempo è la seconda volta che piango”

“In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura – sottolinea ancora l’attore, alludendo alla scomparsa di Andrea Camilleri, morto il 17 luglio scorso – che ci accomuna da tanto tempo. È penoso, è duro, è proprio un anno di merda! Addio amico mio!”.