ROMA – Con 215 voti favorevoli e 46 contrari la Camera ha approvato in via definitiva il Dl recante “disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina”.
Nel corso della discussione del testo, l’aula ha bocciato i due emendamenti di Avs e M5S che proponevano di prevedere “ai fini di ogni singola autorizzazione concernente l’invio di armi, il Governo rende preventive comunicazioni alle Camere, che si esprimono mediante la votazione di uno specifico atto di indirizzo per ciascuna cessione”. Il testo proroga di un anno l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev, fino al 31 dicembre 2023. Una proroga che apre la strada alla possibilità di continuare con gli invii attraverso decreti interministeriali (Difesa di concerto con Esteri ed Economia), in deroga alla legislazione vigente e previo atto di indirizzo delle Camere. Con il via libera di Montecitorio, il provvedimento viene dunque convertito in legge. Il testo infatti era in seconda lettura ed aveva già ottenuto l’ok del Senato.
I dem hanno votato compatti a favore del decreto. Unico voto contrario quello del “pacifista” Paolo Ciani di Demos. Tra chi non ha partecipato al voto Arturo Scotto (che ha anticipato la sua contrarietà al dl in un intervento sul Fatto Quotidiano) e Nico Stumpo. Mentre gli altri di Articolo Uno – Roberto Speranza, Federico Fornaro e Cecilia Guerra – hanno votato a favore. Anche Laura Boldrini tra i non partecipanti al voto.
Parole dure quelle pronunciate da Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana ed esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra, nel suo intervento in Aula: “Non sfugge a nessuno di noi il carattere drammatico” e “non è in discussione l’obiettivo di voler raggiungere la pace. Non saremo noi ad accusare chi ha una posizione diversa dalla nostra, che è sempre stata quella del non invio di armi, di essere un guerrafondaio, ma siamo qui a ricordare un doppio problema: il primo, l’inefficacia dell’iniziativa politica” perché “dopo 11 mesi è scomparso progressivamente dai radar la trattativa”, e secondo “la doppia ipocrisia del richiamo ai valori della democrazia” non essendoci traccia nelle discussioni delle “guerre dimenticate”, e quella del vertice di Ramstein.
“È ora il momento di trovare nuovi modi di terminare quel conflitto e costruire la pace, lì e in tutto il mondo, ora sarà troppo tardi”, ha chiosato.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento di Marco Pellegrini (M5S): “La strategia occidentale si è focalizzata sull’invio costante di armi e così facendo ci stiamo avvicinando al rischio che si arrivi all’utilizzo di armi nucleari. Ora servono negoziati di pace, non armi, fermatevi prima che sia troppo tardi”.
La logica del supporto militare a oltranza presenta rischi notevoli secondo Pellegrini perché “potrebbe condurci presto a parlare non più di invio di armi ma di invio di truppe. Cosa risponderemo se ci verrà chiesto di inviare uomini?”.
Il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulé ha rimarcato che il Dl Ucraina non rappresenta un “no” alla pace: “Vogliamo la pace, vogliamo la pace giusta e per raggiungerla ci predisponiamo con quello spirito che continuiamo a sostenere insieme al governo: percorrere cioè il tortuoso sentiero che un illuminato diplomatico come il cardinale Agostino Casaroli descrisse nel suo libro di memorie dei rapporti con l’ex Unione Sovietica e cioé il martirio della pazienza”. “In Ucraina – prosegue Mulè – il martirio è quello quotidiano di un popolo aggredito e brutalizzato, a noi la pazienza di costruire la pace su basi credibili e solide”.
Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari Esteri a Montecitorio, Giangiacomo Calovini, con l’approvazione del dl Ucraina “l’Italia si pone ancora una volta in prima linea a sostegno di Kiev e a fianco degli storici alleati. Il governo Meloni, insieme a Fratelli d’Italia, è compatto al fianco del popolo ucraino, vittima della brutale invasione russa del febbraio scorso. L’Italia, qualora ci fossero stati incomprensibili dubbi, si conferma un partner serio e affidabile a livello internazionale, sempre dalla parte dell’Alleanza Atlantica e a favore della libertà e della democrazia. Il nostro ruolo a livello geopolitico è chiaro e faremo tutto ciò che è necessario per assicurare una pace giusta all’Ucraina”.
Patrizia Penna