Politica

“Mezzogiorno difeso da Bruxelles e non da Roma”

BRUXELLES – Il divario tra Nord e Sud Italia, invece di diminuire, nel tempo è aumentato sempre di più ed oggi questo gap sembra diventato incolmabile.

A certificarlo, purtroppo, sono i numeri resi pubblici dall’Istat, che ha certificato come tra il 2013 e il 2017 il Pil siciliano sia cresciuto di appena 1,3 miliardi di euro, passando da 86,3 a 87,6 miliardi (valori a prezzi correnti).

La ricchezza prodotta in Lombardia, invece, nello stesso intervallo di tempo è cresciuta di ben 37 miliardi. Inoltre, nel 2017 il Prodotto interno lordo pro-capite siciliano ha superato di poco i 16 mila euro (precisamente si parla di 16.254 euro), contro i 35.732 della Lombardia. Un valore, quello dell’Isola, ben al di sotto della media meridionale (17.320 euro ad abitante).

Sul gap italiano, la Commissione europea ha lanciato nei giorni scorsi un accorato allarme, per voce del direttore generale per la Politica regionale, Marc Lemaitre, il quale ha bacchettato l’Italia, rea di non mantenere un adeguato livello di investimenti pubblici nel Mezzogiorno.

Di situazione assurda e umiliante ha parlato Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, membro del Ppe, che si augura una pronta reazione dal parte del Governo italiano.

“La Commissione ha riaffermato un principio fondamentale – ha detto l’europarlamentare – e cioè che i fondi europei per il Sud non autorizzano il Governo italiano a spendere di meno nel Mezzogiorno ma, anzi, devono essere aggiuntivi e non sostitutivi. Da noi, invece, per troppi anni è avvenuto il contrario con il risultato che gli sforzi europei per accorciare il divario tra Nord e Sud sono stati neutralizzati dai tagli del Governo al Mezzogiorno”.

Patriciello auspica l’estromissione del governo italiano e una gestione totale di questi fondi da parte di Bruxelles. Anche l’attuale presidente della Regione Nello Musumeci ha rilevato in più occasioni la necessità di un Piano Marshall per la Sicilia e per tutto il Mezzogiorno. “Oggi il vero ostacolo alla crescita del Sud non è tanto la quantità delle risorse disponibili, ma le estenuanti procedure, comunitarie e statali, che vanificano ogni sforzo – ha detto Musumeci – I regolamenti europei e il Codice degli appalti sono incompatibili con un’area depressa che ha bisogno di accelerare la spesa pubblica e di realizzare infrastrutture strategiche”.