Politica

Ue, Salvini minaccia di uscire, poi fa dietrofront e frena

Dopo la breve pausa in coincidenza con il sì del Senato all’autorizzazione a procedere per sequestro di persona e abuso d’ufficio sul caso Gregoretti, Matteo Salvini ha ripreso la sua “campagna elettorale totale” con un obiettivo preciso: destabilizzare e riguadagnare il terreno perduto.

Ieri infatti il capo della Lega Nord ha lanciato una serie di messaggi contraddittori.

Così, dopo aver detto: “Se le regole Ue non cambiano, facciamo come gli inglesi”, ha frenato sull’Italexit: “Lavoriamo per il Conte-exit, è questa l’emergenza per il Paese”.

Tutto nel giro di poche ore.

Matteo Salvini, nella sua Milano, ha insomma rispolverato sull’Europa i vecchi toni della Lega Nord – mancava solo il razzismo per il Sud, ma per quello c’è Umberto Bossi – salvo poi fare dietrofront riallineandosi a quanto assicurato due giorni fa durante una conferenza alla Stampa estera, “la nostra priorità non è uscire da qualcosa ma la crescita economica”.

Si è cioè riallineato alla linea moderata del numero due Giancarlo Giorgetti, il “poliziotto buono”, nonché neo responsabile Esteri del partito, che solo ieri in un’intervista aveva ribadito: “Noi non vogliamo uscire”.

Ieri Salvini era partito in mattinata, durante una diretta Facebook dal Parco Sempione a Milano, con queste parole: “O l’Europa cambia o non ha più senso di esistere. Gli inglesi hanno dato dimostrazione che volere è potere. O si sta dentro cambiando le regole di questa Europa, oppure come mi ha detto un pescatore che ho incontrato a Bagnara, in Calabria, ragazzi allora facciamo gli inglesi”.

E ancora: “O le regole cambiano o è inutile stare in una gabbia dove ti strangolano”.

Nel pomeriggio, incontrando i giornalisti nel gazebo della Lega in Piazza San Babila, l’ex ministro dell’Interno aveva però corretto il tiro: “Lavoriamo per cambiare le regole da dentro” ma “se uno ti dice di no e ti prende a pernacchie, poi il popolo fa le sue scelte”.

Per Alessia Rotta del Pd, tuttavia, “la svolta moderata di Salvini è durata 48 ore”.

“Chi nasce tondo non può morire quadrato”, ha sottolineato la parlamentare dem, e “Salvini è tutto tranne che un moderato”.

Così, riprendendo la “campagna elettorale totale” lanciando il tesseramento 2020, Salvini ha preferito tornare ai nemici classici: Conte e il suo Governo e le Sardine che lo hanno battuto in Emilia.

Il capo della Lega Nord è tornato a sfidare le Sardine che oggi, chiusa la partita delle regionali in Emilia-Romagna, scendono in piazza a Roma.

“Vogliono cancellare i decreti sicurezza – ha detto – , ma andate al mare, andate in spiaggia a nuotare!” è stato il messaggio di Salvini per le Sardine.

Il raduno è programmato nel pomeriggio in Piazza Santi Apostoli, nelle stesse ore in cui Salvini sarà nel Palazzo dei Congressi dell’Eur, per un confronto con le categorie professionali e produttive, in vista delle Comunali del 2021, perché “mentre la Raggi e Zingaretti fanno i fenomeni, Roma e il Lazio indietreggiano”.

Ma la stella di Salvini sembra non risplendere più come una volta neanche all’interno della destra, dove l’uomo che aveva chiesto “pieni poteri” è oggi costretto a litigare, sulle candidature alle prossime Regionali, per contendere il territorio a un’agguerrita Giorgia Meloni e a un redivivo Silvio Berlusconi, quello che dopo le elezioni del 2018 contava sulle dita i punti da far leggere al capo della Lega Nord.

Proprio alla Meloni che aveva avvisato “per le Regionali la squadra funziona se si mantengono i patti”, il capo della Lega ha replicato, “Il centrodestra ha il dovere di allargare, usciamo dai recinti dei partiti”.