ROMA – Sulla necessità di sanare il gap tra il Nord e il Sud sembravano d’accordo tutti i partiti, dalla destra alla sinistra. Una convinzione a cui si era giunti soprattutto alla luce del fatto che senza il Sud, con le sue risorse e le sue potenzialità, non era possibile ipotizzare una crescita del nostro Paese.
Ma ora, dopo le elezioni politiche, all’interno della Lega si registrano dinamiche che lasciano pensare ad un ritorno al passato: l’impressione è quella che accanto a chi condivide l’idea di unire l’Italia dalla dalla Valle D’Aosta alla Sicilia c’è chi vuole riservare una “corsia preferenziale” per un maggiore sviluppo del Nord.
Oggi la Lega si ritrova nel partito una corrente ‘padana’, dopo la clamorosa mossa di Umberto Bossi, che sabato ha fatto sapere di aver dato vita al ‘Comitato Nord’. Una sorta di partito nel partito, pronto alla scissione, per alcuni, una ‘corrente’ che non metterà in crisi la leadership di Salvini per altri. “Quello che sto facendo – ha detto Bossi – è in linea con ciò che ho fatto tutta la vita: far valere le ragioni del Nord”.
C’è chi come Attilio Fontana, presidente della Lombardia assicura che non c’è alcuna fronda interna alla Lega. Di fatto, se si parla della necessità di una autonomia del Nord, è lecito temere che c’è chi vuole dividere l’Italia e non unirla. Oggi intanto a Roma si dovrà svolgere il consiglio federale della Lega, dove si parlerà anche di questo. L’eurodeputato Angelo Ciocca frena anche lui sulla scissione e sottolinea che chi vorrà aderire al Comitato dovrà essere tesserato per la ‘Lega per Salvini premier’ e soprattutto che la figura di Salvini non è in discussione. I temi restano però anche quelli di vent’anni fa e sembra in questo modo di essere tornati indietro invece che andare avanti: “Il vessillo è quello che ha fatto grande gli ideali della Lega – dichiara Bossi con enfasi – l’autonomia per il Nord. Il fazzoletto e la cravatta verdi sono i nostri simboli di libertà”.
Ciocca non pensa invece che si stia tornando indietro e difende l’idea di Bossi: “Questo non è un progetto di nostalgici, ma di attualità, nato dalla lettura del voto del 25 settembre, fatta da Umberto Bossi”.
Non si lascia incantare Gianni Fava, sempre della Lega: “Onestamente sono dispiaciuto. Le circostanze con le quali nasce la cosiddetta corrente bossiana all’interno delle ‘Lega Salvini Premier’ sono quantomeno sospette”. “Non vorremmo – dice – che queste operazioni sotto il nome di Bossi servissero però a portare acqua al mulino dell’agonizzante Lega salviniana”.
Per Fava il rischio è che “questa iniziativa serve a confondere le idee su tanti che il 15 ottobre vogliono andare a Biassono nell’ambito dell’assemblea auto convocata per il Nord”. “Il 15 ottobre sarò a Biassono insieme a tanti amici anche per fare chiarezza una volta per tutte. Quell’iniziativa nulla ha a che vedere con la ‘Lega Salvini Premier’, ne tantomeno con surreali correnti nordiste all’interno della stessa”, avverte non senza ammettere una certa delusione. Alla fine però Angelo Ciocca scopre le carte e dice che “quello del “Comitato Nord” è un progetto che punta ad evitare che la Lega si sfasci” e questo perché evidentemente e proprio ora che la Lega torna al potere con il centrodestra rischia di implodere per divergenza di opinioni. Ma a rimetterci non dovrà essere certamente il Sud.