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Un ascensore fermo a piano terra

Da qualche anno la cosiddetta “tv generalista” produce e trasmette fiction ispirate agli anni del boom economico. Il racconto passa attraverso le vicende di proprietari e dipendenti di grandi magazzini oppure di case di alta moda, altre volte il racconto si articola lungo le vicende di un imprenditore e del suo sogno realizzato di dare lavoro e opportunità.

Queste trasmissioni raccolgono un’audience ben definita di pubblico, in prevalenza composta da chi quell’epoca l’ha vissuta direttamente, beneficiando di un fenomeno che da lì a poco sarebbe stato definito come “ascensore sociale”. Nell’Italia della fine del primo ventennio del 2000, già da qualche anno l’ascensore sociale è fermo: soltanto il 20,4 per cento dei quindicenni provenienti da famiglie in situazione di svantaggio socioeconomico riescono a ottenere risultati soddisfacenti nei test Ocse-Pisa. La media Ocse si attesta sul 25,2 per cento.

Questo scenario si inserisce in un contesto caratterizzato dal fatto che in Italia lo status economico delle persone è molto correlato a quello dei loro genitori. Tenendo conto della mobilità delle retribuzioni da una generazione all’altra e del livello di disuguaglianza, in Italia potrebbero essere necessarie almeno cinque generazioni per i bambini nati in famiglie a basso reddito per raggiungere il reddito medio, solo di poco al di sopra della media Ocse.

Esistono esempi in senso contrario, benché lontani dalla Sicilia. Nel Triveneto dove non è arrivato lo Stato sono arrivate le iniziative locali, come quella di Agri.Bi Verona, ente partecipato da Confagricoltura, Coldiretti e sindacati di categoria, che ha fornito sussidi per 80mila euro per le spese scolastiche dei figli di operai agricoli. Chi va avanti con gli studi – nello stesso territorio – gode poi di un’offerta didattica sviluppata in modo mirato, con scuole superiori e facoltà universitarie legate proprio alla gestione dell’impresa agricola.

Chi si fa avanti in Sicilia per replicare questa iniziativa, non fosse altro per guadagnarsi il merito di vedersi dedicata fra 50 anni una fiction?