RAGUSA – È stata inaugurata nei locali di Via Roma 212 a Ragusa, messi a disposizione dalla Diocesi, la nuova sede dell’associazione Antiracket Ragusa, costola iblea di “S.O.S. Impresa – Rete per la legalità Sicilia”, nata a Palermo nel 1991 per difendere la libera iniziativa imprenditoriale, opporsi al racket e resistere alla criminalità organizzata.
L’inaugurazione della nuova sede suggella il percorso di rinnovamento del presidio locale di Ragusa promosso dalla Prefettura e supportato dai vertici nazionali dell’Associazione Sos Impresa, su un modello innovativo che vede la partecipazione diretta delle Associazioni di Categoria alla “Rete per la legalità” e l’azione sinergica della rete territoriale pubblico/privata nel sostegno alla divulgazione ed alla crescita della fiducia nelle istituzioni finalizzata all’emersione di fenomeni “infidi” come quello dell’usura e del racket.
Per testimoniare il concreto impegno a favore del nuovo presidio locale, hanno partecipato alla cerimonia il vice presidente nazionale dell’Associazione, Pippo Scandurra, il cCoordinatore Regionale Giuseppe Foti, il vice presidente Regionale Eugenio Di Francesco e una folta rappresentanza delle altre Associazioni della “Rete per la legalità Sicilia”.
Presenti tutte le massime autorità civili, militari e religiose del territorio, impegnate a supportare il nuovo presidio di legalità, non hanno, quindi, mancato di attestare il proprio impegno il vescovo di Ragusa, monsignor La Placa, il presidente del Tribunale di Ragusa e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale, i vertici delle locali Forze dell’Ordine, i sindaci della provincia e i referenti delle Organizzazione di Categoria e dei Sindacati dei Lavoratori. Significativa la presenza del Gip del Tribunale di Palermo Lirio Conti che, portando il suo contributo esperienziale, ha condiviso con il Procuratore del Tribunale di Ragusa, Fabio D’Anna, la necessità di ampliare la cura e la tutela in materia di racket e usura, estendendola a tutte quelle situazioni di interferenze che ostacolano la libertà d’impresa, specie in un momento di progressiva ripresa dell’attività economica, duramente provata in questi anni dagli eventi naturali e geopolitici di livello globale.
Particolare interesse ha suscitato il nuovo approccio metodologico al fenomeno dell’usura illustrato dai referenti dell’Associazione, secondo cui i soci di quest’ultima monitoreranno le situazioni di fragilità economica sul territorio per individuare le potenziali vittime di usura e avvicinarle in maniera informale.
Di fondamentale importanza anche il proposito di favorire la diffusione, oltre che della cultura della legalità, anche della “cultura della normalità”, la cui mancanza impedisce spesso alle vittime di percepire tempestivamente la propria condizione di sudditanza, emancipandoli dalla condizione di soggetti passivi a denuncianti. Un’attività, quella pianificata nel percorso avviato in provincia, che intende coinvolgere le fasce sociali più a rischio partendo da momenti di sensibilizzazione nelle scuole – considerate sensori delle difficoltà familiari – e nelle parrocchie, da sempre sicura istanza di prossimità, nel corso di attività mirate organizzate in luoghi aperti e, in genere, andando incontro alle persone per rassicurarle nelle diverse fasi della denuncia.
Tutti i partecipanti hanno condiviso tale approccio assicurando la piena collaborazione ed in tal senso è stata particolarmente apprezzato l’avvio, già da settembre, di una mirata attività di formazione degli operatori, appartenenti alle Associazioni Datoriali, che affiancheranno l’Associazione nella capillare diffusione anche informativa sulle opportunità e gli strumenti offerti dalla normativa nel sostegno alle vittime e nel rafforzamento della solidarietà alle stesse.
È stata, infine, evidenziata l’importanza della creazione di costanti e solide relazioni con le Forze di Polizia e i rappresentanti dell’Autorità Giudiziaria, che hanno garantito la massima disponibilità e interesse a sostenere e accompagnare l’articolato percorso che si intende perseguire.