TRAPANI – Missione compiuta e raccontata così: “È stata rilevante l’unione che si è venuta a creare fra i partecipanti. Venti persone, che non si conoscevano, hanno lavorato in team, fianco a fianco, collaborando, aiutandosi”. Gli “ingredienti” è proprio il caso di dirlo, “la capacità di lavorare senza alcun pregiudizio, spazzando via ogni tipo di frontiera”. Il risultato finale, qualcosa di più di un corso di formazione. È infatti una storia d’integrazione, vera, concreta, non gridata. Un corso di Cake design ha consentito a cinque ragazze straniere non soltanto di sentirsi a casa, ma di esserne parte integrante, senza distinzioni e differenze.
Juliet (Nigeria) e Fatima (Marocco), ospiti del Centro di Accoglienza del Sai di Paceco, Paula Andrea (Colombia), Axkana (Ucraina) e Jolynn (Malesia) hanno voluto cristallizzare questa loro esperienza con tante foto e selfie per testimoniare una politica dell’accoglienza che ha centrato l’obiettivo di essere, nello stesso tempo, solidarietà ed opportunità. Assieme agli altri quindici partecipanti – tra questi anche una persona affetta da un disturbo cognitivo – sono riuscite a costruire una piccola ma intensa comunità. Il loro impegno ha potuto contare sull’organizzazione del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Trapani, con il vice preside Mauro Ancona a fare rete e con l’esperta di settore Maria D’Angelo chiamata a tenere unito il gruppo.
Non era scontato, anche per le differenze linguistiche che sono state superate passo dopo passo. La posta in palio era alta e gli ostacoli sono stati affrontati con un sistema organizzativo che ha portato alla meta: il progetto si è articolato in trenta ore complessive di lezioni teoriche e pratiche e si è concluso con una mostra delle torte decorate ed un evento di convivialità multiculturale, un buffet allestito con i dolci fatti dai partecipanti al corso.
Vice preside ed esperta sono già pronti ad alzare l’asticella: “Un’esperienza che s’intende riproporre ad ottobre con un corso di approfondimento sull’arte del decorare, sul Cake Design, magari con gli stessi partecipanti. Oltre ai non indifferenti risultati ottenuti sul piano formativo, dimostrati dai lavori realizzati nel corso delle lezioni, è emerso, come elemento fondante, il forte legame che si è instaurato fra i partecipanti”. Dunque, “un successo su diversi fronti. Con la formazione quale possibilità per nuove opportunità di lavoro, con l’intercultura e lo scambio, alla pari, di conoscenze, e con l’integrazione e la socializzazione”.
Il campo d’azione è stato l’Istituto comprensivo Giuseppe Pagoto di Erice. La scuola è stata base logistica e punto di riferimento del corso. Iniziativa condivisa dalla cooperativa sociale Badia Grande, che gestisce il Progetto Sai Marsala e che ha nel suo raggio anche il Centro di accoglienza per donne immigrate di Paceco.
Per la referente Marianna La Russa l’unione, ancora una volta, ha fatto la forza e ha permesso di dare una risposta alle politiche di accoglienza che l’emergenza spesso rischia di colpire. La nota esplicativa del corso mette le cose in chiaro su questo punto: “Il progetto nasce dal desiderio di rispondere prioritariamente alla grave emergenza rappresentata dallo sbarco in provincia di Trapani di tanti cittadini stranieri ma è anche collegato alle situazioni di svantaggio e di rischio di emarginazione di altri soggetti deboli, come adulti e giovani Neet (chi non studia, non lavora e non riceve una formazione), inoccupati e disoccupati, analfabeti di ritorno e persone in regime di cautela personale”.
Per loro è fondamentale “innestare processi d’integrazione nelle comunità locali che li ospitano con una serie di moduli formativi che sia in grado di puntare ad inserirli nel tessuto socio-culturale e lavorativo del territorio”.
“Il corso di Cake design è stato mirato perché – come sottolineato nella nota esplicativa – non è più un micromondo di nicchia. Si tratta, invece, di un’attività sempre più ricercata. Essere in grado di trasformare una torta in un’opera d’arte non è più la richiesta di pochi, anzi, sta diventando un vero e proprio must di cerimonie ed eventi. Presentare un dolce unico, irripetibile e che crei stupore negli ospiti nel vederlo, prima ancora di assaggiarlo, è un motivo di crescita e non può essere considerato soltanto un dettaglio”.
Non è stato un corso di formazione fine a sé stesso: “Essere un cake design professionista apre le porte a molteplici opportunità lavorative come free lance o lavorando insieme con un wedding planner. Il progetto è stato finalizzato a far conoscere le tecniche di colorazione e di decorazione attraverso la stesura della scultura della pasta di zucchero ed i partecipanti hanno acquisito i primi rudimenti per realizzare torte e decorazioni in 2 e 3D con model past”. La ciliegina sulla torta? L’integrazione.
Vito Manca