No profit

Unicef Italia, “I bambini prime vittime della guerra in Ucraina”

Le prime vittime della guerra in Ucraina sono i bambini. Oltre 7,5 milioni di bambini e bambine, sono a rischio in tutto il Paese, 510 mila quelli colpiti dalla crisi nell’Ucraina orientale, come Daniel, di sei anni, che ha bisogno di attenzione e di aiuti di ogni genere; ha lasciato l’Ucraina in fretta e furia, con la madre e il fratellino di 2 anni.

Migliaia di persone senza acqua da bere

Centinaia di migliaia di persone non hanno acqua da bere a causa dei danni alle infrastrutture del sistema idrico e molti sono stati tagliati fuori dall’accesso ad altri servizi essenziali come l’assistenza sanitaria. Il paese è a corto di forniture mediche di base e ha dovuto sospendere le azioni urgenti per frenare un’epidemia di polio.

Lo conferma la professoressa Carmela Pace, presidentessa di UNICEF Italia, ospite di QdS.
Abbiamo chiesto di raccontarci dell’attività della sua Organizzazione in Ucraina e di cosa riferisce il personale impegnato in area di guerra.

«Abbiamo 140 persone che lavorano per l’Unicef e ne stiamo inviando altri per rispondere ai bisogni del Paese e dell’area. – afferma Pace – Sul campo ci sono nove team mobili per la protezione dell’infanzia che stanno raggiungendo i bambini ovunque sia possibile».

Ai bambini l’Unicef garantisce «assistenza psicologica, sostegno alla salute mentale e servizi di protezione», riferisce la presidentessa, di rientro da Copenaghen, sede del “magazzino per le emergenze” del  Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.

Le valigette della solidarietà di Unicef

«A Copenaghen abbiamo consegnato delle “valigette” contenenti materiali per la scuola, – racconta – in quanto innumerevoli scuole sono state danneggiate e attrezzature per gli ospedali, anch’essi obiettivi degli attacchi e farmaci».

Nella capitale danese ci sono pronte 36 mila “valigette” in partenza per l’Ucraina.
La leader di UNICEF  Italia ha raccontato a QdS anche dei corridoi umanitari, a cui la sua Organizzazione sta tentando di accedere, per mettere in salvo quante più persone.
A tal proposito Mosca avrebbe proposto una tregua per evacuare i civili dal teatro di guerra.

Tantissimi i profughi in fuga

«Li accoglieremo ben volentieri in Italia – dichiara Pace – o in altri Paesi dove c’è protezione e sicurezza».
Abbiamo chiesto anche della difficoltà, segnalate da Sky TG24, di uscire dal Paese attraverso i corridoi umanitari della Croce Rossa.

Diversi profughi sarebbero costretti a fare dei percorsi non protetti e rischierebbero la vita. Pare che ci sono difficoltà a mettersi in contatto con il numero verde attivato dalla Croce Rossa.
«Le comunicazioni sono spesso interrotte, ci sono stati momenti nelle scorse ore in cui non siamo riusciti a metterci in contatto con i nostri volontari. La situazione, con una guerra in corso, è veramente difficile», chiosa la presidentessa.

Unicef è in contatto con i vertici istituzionali italiani e internazionali e in qualche modo partecipa ai processi decisionali sui grandi temi internazionali.
«Siamo in diretto contatto con tutte le Istituzioni, – dichiara Pace – continuamenti ci scambiamo i dati sul campo per quanto riguarda i bambini, gli Ospedali, le scuole e le famiglie».

Centinaia di scuole bombardate

Il tema centrale della discussione sono stati i bambini e le scuole, in una Nazione che negli anni ha contato oltre 750 istituti scolastici bombardati. «Non si vuole l’istruzione», taglia corto la presidentessa.
In queste ore diverse famiglie italiane, quindi siciliane, ricordano di avere ospitato bambini che scappavano dall’Ucraina a seguito del disastro nucleare di Chernobyl, decine le adozioni di bambini orfani.

Esperienze di accoglienza che si ripetevano ogni anno, per le vacanze estive e invernali.
Tante di queste famiglie vivono con grande apprensione queste ore, raccontate minuto per minuto dai siti di informazione e dai Tg, diverse in cerca di informazioni per accogliere bambini e famiglie in fuga dalla guerra, tuttavia, avrebbero difficoltà ad organizzare il trasferimento.

«In Ucraina è attiva la nostra sede diplomatica, – chiarisce Pace – l’ambasciatore Francesco Zazo sta facendo un lavoro veramente esemplare, con abnegazione e puntualità. Ha organizzato due pullman che sono partiti, sta cercando di organizzarne un altro. Stiamo operando tutti in perfetta sinergia».

Tra le tragedie che si stanno consumando a causa della guerra e che sta mettendo in discussione la stabilità economica dell’intero continente, abbiamo notizia di gravi disagi negli ospedali ucraini, dove i piccoli pazienti oncologici sono stati costretti a spostarsi nei seminterrati, privi di riscaldamento e di «prodotti igienici», denuncia Pace.

45 Bambini in terapia intensiva per le ferite

Inoltre, dalle scorse ore 45 bambini sono in terapia intensiva per ferite gravi, causate dalle bombe. Abbiamo chiesto alla presidentessa Pace quando e se sarà possibile trasferire questi bambini in strutture ospedaliere italiane o di altri Paesi.
«Teoricamente è possibile, cercheremo di farlo praticamente. –  ribadisce la presidentessa – Occorre che la guerra si fermi per almeno 24 ore, per potere mettere in salvo questi bambini».

Mentre il mondo intero rimane con il fiato sospeso e si consumano i riti dei “negoziati” tra le parti, occorre il cessate il fuoco per permettere ai civili di raggiungere luoghi sicuri, tante risorse economiche e medicinali per sopperire all’emergenza.

Come donare con il cellulare o da rete fissa

Nel nostro infinitamente piccolo possiamo dare il nostro contributo economico fin da subito.
Per donare 2 euro è necessario inviare un SMS dal cellulare o dalla rete fissa al numero 45525 dal 27 febbraio al 6 marzo 2022.

Dopo questa data è possibile raggiungere direttamente i Comitati locali del “Fondo”, sono 120 e distribuiti in tutto il territorio nazionale. Oppure, donare attraverso il sito istituzionale dell’UNICEF Italia.
«Sul sito istituzionale spieghiamo con la massima trasparenza come investiamo le risorse raccolte», puntualizza Pace.

Servono farmaci e siringhe

I volontari riceveranno le donazioni e anche i farmaci che in questo momento occorrono per la gestione dell’emergenza, di facile reperimento per tutti, come paracetamolo, antibiotici e siringhe.
L’intervista in diretta web è stata oggetto di attività didattica per una classe terza dell’ICS di Castellana Sicula, in provincia di Palermo.

«Vi stiamo seguendo con i ragazzi di una terza classe, nei prossimi giorni la Scuola parteciperà ad un corteo per la pace. I ragazzi sono commossi», scrive la Dirigente, Maria Grazia Di Gangi.
«Verrò a trovarvi – conclude la professoressa Pace – per raccontarvi del progetto Scuola Amica».
Tra L’Unicef Italia e la scuola di Castellana, capofila del Progetto Coloriamo il nostro futuro (che coinvolge centinaia di Istituti Comprensivi in tutta Italia) nascerà sicuramente una grande “amicizia”.