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Unict, laurea al cardinale Matteo Zuppi “costruttore di ponti”

CATANIA – L’Università di Catania ha conferito la laurea honoris causa al cardinale Matteo Maria Zuppi, un “Costruttore di ponti” – come definito dal magnifico rettore Francesco Priolo citando Giorgio La Pira -, artefice della pace in Mozambico nel 1992 e recentemente inviato di Papa Francesco in Ucraina, Russia e Stati Uniti per trovare una soluzione diplomatica alla risoluzione del conflitto ancora oggi in corso.

Zuppi, presidente dalla Cei dal 2022, ha ricevuto il titolo di dottore magistrale in “Global politics and Euro-Mediterranean Relations” al 14° anno del ciclo del corso di laurea, come ricordato dal professore emerito in Scienza politica Fulvio Attinà. L’Università di Catania ha voluto riconoscere al cardinale Matteo Zuppi i “meriti di alto valore civile e umanitario, di costante e straordinario impegno in favore del dialogo e della mediazione, nel solco di una diplomazia capace di muoversi in difesa delle soluzioni multilaterali dei conflitti, e di una politica promotrice della tutela dei diritti umani, dei singoli, delle popolazioni e dei gruppi sociali più deboli”.

Il conferimento del titolo ha portato a Catania il ministro della Protezione civile e del mare, Nello Musumeci, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Presente il sindaco Enrico Trantino insieme all’arcivescovo di Catania Luigi Renna, il vescovo di Acireale Antonino Raspanti e l’arcivescovo emerito di Catania Salvatore Gristina. Il mondo accademico, rappresentato anche dalle vicine Università di Messina, con la rettrice Giovanna Spatari, ed Enna Kore, con il rettore Francesco Tomasello, era al completo all’interno dell’aula magna del Palazzo del Rettorato in piazza Università.

“Non c’è singolare senza plurale” ha dichiarato il cardinale Zuppi ad apertura della sua lectio “Le relazioni Euro-Mediterranee: quale nuovo Medio Oriente sta nascendo?”. “Un Mediterraneo che gli osservatori consideravano immobile è tornato al centro dell’attenzione anche della sponda Nord dell’Europa con le migrazioni e il nuovo conflitto israelo-palestinese. Siamo lontani dai tempi della Dichiarazioni di Barcellona del 1995, che aveva l’obiettivo di rafforzare le relazioni e la cooperazione politica ed economica tra le comunità e i paesi del Mediterraneo sud-orientale. Siamo lontani anche dall’Unione per il Mediterraneo e gli Accordi di Abramo del 2020. Un elemento importante è il dialogo interreligioso – ha dichiarato Matteo Zuppi – è la crescita dello spirito dell’Incontro interreligioso di Assisi del 1986 tra tutte le grandi religioni del mondo. Questo rapporto va sostenuto anche dall’accademia, dall’Università. È venuto il tempo di tornare al dialogo. Si tratta di una strada obbligata anche se oggi sembra difficile o impossibile a causa della crescita delle diffidenze degli ultimi decenni”.

Il proverbio latino Si vis pacem para bellum, “se vuoi la pace preparati alla guerra”, come accaduto, deve essere sostituito con azioni di pace che preparano pace. “Ci stiamo esercitando alla guerra e dobbiamo preoccuparcene – ha dichiarato il presidente della Cei – . Il prossimo anno corre l’ottantesimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. A Marzabotto, da dove provengo, quest’anno abbiamo ricordato gli ottanta anni dalla strage, come tante stragi hanno compiuto ottanta anni anche in Sicilia – ha ricordato Zuppi -. Noi abbiamo ereditato la pace. Se il ‘para bellum’ allontana la pace chiedendo una prova di forza, oggi dobbiamo allontanare la guerra con la logica del diritto. Dobbiamo continuare ad accettare di cedere sovranità statuale, per mantenere la pace attraverso l’efficacia delle istituzioni sovranazionali”.