Economia

Unifidi Sicilia: “L’impresa non è un cliente ma un socio di cui avere cura”

Comunicazione aziendale

Abbiamo intervistato Nunzia La Rosa, Direttore Generale di Unifidi Imprese Sicilia, sull’attualità del sistema Confidi soprattutto in questo periodo di crisi economica scatenata dalla pandemia.

I Confidi sono inseriti a pieno titolo nella filiera del credito, ma viene d’obbligo domandarsi, nel 2020 è ancora attuale il modello Confidi e soprattutto rappresenta tutt’ora un’opportunità?

“Non è semplice fare sintesi di un tema così articolato senza rischiare di essere giudicati superficiali o a difesa di “interessi di parte a prescindere”. Credo che per comprendere l’opportunità o meglio il valore del Confidi sia necessario fare riferimento alla genesi della garanzia collettiva, che nasce in Italia agli inizi degli anni ’60 come strumento per agevolare l’accesso al credito alle imprese e per tale ragione i primi confidi (Consorzi di garanzia collettiva) vengono promossi dalle associazioni di categoria soprattutto nel campo dell’artigianato e del commercio per poi attraversare tutto il mondo della micro e piccola impresa.

Non voglio eludere la domanda che “provocatoriamente” viene posta, ma la ragione del riferimento alla genesi della garanzia collettiva, o meglio mutualistica dove ogni socio partecipa con la propria contribuzione alla costituzione del Patrimonio o di appositi Fondi Rischi, è fondamentale per ribadirne ancora il valore. L’idea, mutuata dall’esperienza giapponese che la sperimenta nel primo dopoguerra per contribuire alla ripresa di una economia devastata dagli esiti del conflitto, è quella di rafforzare le garanzie dell’impresa per ridurre il rischio prospettico in capo all’Istituto bancario erogante.  Quindi, più si condivide il rischio fra gli “attori del processo” e più approvvigionamento finanziario si può destinare alle imprese. Questo meccanismo ha funzionato per oltre 50 anni senza che lo Stato centrale intervenisse in maniera particolarmente incisiva.

Gli eventi riconducibili, alla crisi finanziaria del 2008 che culminarono con il fallimento della Lehman Brothers, prima e la ben più drammatica crisi pandemica oggi, hanno spinto il governo italiano verso una maggiore valorizzazione della garanzia, questa volta pubblica, finanziando il Fondo Centrale di Garanzia. Fin qui tutto bene, ribadiamo il principio del “rischio condiviso”. Riteniamo, tuttavia, non utile l’intervento a piene mani della garanzia pubblica gratuita che scende in campo con un rischio zero a favore degli istituti bancari. Di questo si sta scrivendo molto e per primi abbiamo sostenuto che creare una “bulimia” di garanzia a totale carico del bilancio dello Stato, senza un sottostante di strategia, non serve né alle imprese né allo sviluppo della progettualità d’impresa.

Quindi, alla domanda rispondiamo convinti: sì, il modello garanzia Confidi rappresenta un’opportunità ma soprattutto un Valore.Il valore di prossimità alle imprese perché è con le “relazioni di vicinanza” che si possono sostenere i progetti e condividere le difficoltà per elaborare soluzioni possibili. Per Unifidi Sicilia, l’impresa non è un cliente, ma un Socio di cui avere cura che va assistito e consigliato nelle scelte oggi più che mai, perché abbiamo a cuore lo sviluppo del territorio che parte dalla gestione corretta delle strategie imprenditoriali. 

L’economia siciliana, da gennaio ad oggi, è stata messa in ginocchio dal Covid-19. A subire i danni maggiori le imprese che hanno visto calare notevolmente i loro fatturati. Quali ulteriori strategie ha messo in campo Unifidi Sicilia per le imprese associate ?

Il limite dei Confidi iscritti al 112 TUB è che la loro attività si deve limitare esclusivamente a prestare garanzia ai propri associati. Quindi, per rispondere ai bisogni delle imprese in questa drammatica congiuntura, abbiamo aderito all’allungamento dei termini,  previsto dai vari DPCM senza applicazione di alcun onere.Abbiamo azzerato i costi di garanzia sulle Pratiche di finanziamento specificatamente riconducibili alla normativa COVID-!9.  Stiamo parlando di quasi mille operazioni istruite ed esitate dai nostri uffici periferici regionali e dalla nostra Sede di Ragusa. Questo per un Confidi che vive solo di garanzia ha comportato un impegno di risorse umane ed economico gravoso. Per fortuna la nostra sinergia con l’associazione datoriale di riferimento la CNA va a supplire sull’aspetto dei servizi e della consulenza di cui le imprese hanno esigenza vitale.

Credo non sfugga come la CNA sia capillarmente presente su tutto il territorio regionale  fornendo alle imprese un presidio di competenze che va dalla Formazione, alla Finanza agevolata, all’Assistenza per la previdenza, alle politiche di promozione e tutela delle imprese che rappresentiamo che non si limitano al solo settore artigiano ma che segnano una forte presenza anche nel settore del turismo e del commercio. Infine, l’impulso dato dalla CNA SICILIA rispetto ai temi della “Riqualificazione energetica” che sta impegnando l’intero settore dell’edilizia.

Ecco, la vera strategia è quella di ripartire dal Macro settore dell’edilizia, che non significa trascurare tutto il resto, perché l’economia per ripartire in maniera sana e compiuta ha bisogno di un humus della cultura e della legalità, che è madre dell’efficienza, senza il quale saremo comunque destinati a rimanere perdenti.  C’è bisogno di tanta energia positiva ed anche questo l’auspicio augurale di fine anno che abbiamo voluto lanciare: “Diamo Energia al nostro Futuro” ed Unifidi Sicilia c’è.

Risultati ad oggi. I numeri

  • Soggetto riconosciuto dalla Regione siciliana
  • Soggetto Garante autorizzato da MCC
  • Primo Confidi siciliano iscritto all’Elenco di all’art 112 del TUB
  • Oltre 13.000 imprese socie
  • Valore di stock di 270 milioni di euro garantiti