Palermo

UniPa, nasce l’hub per contrastare la “fuga di cervelli”

PALERMO – L’alta formazione e l’innovazione tecnologica stringono la mano a ricerca e sperimentazione. Avviene finalmente a Palermo, nella neonata sede del “CHS – Competence Hub Stem”, il progetto nato dalla sinergia tra l’Università del capoluogo e Smartengineering Spa, azienda trentina di ingegneria industriale meccanica e meccatronica con sede centrale a Rovereto, 10 sedi operative dislocate sul territorio nazionale e un team di 160 ingegneri. Si realizza così, a un anno dalla sigla dell’accordo, la messa in moto di una struttura in cui questo dialogo e mutuo scambio sarà finalizzato ad attivare un ecosistema virtuoso capace di generare, da un lato, nuove opportunità di lavoro in Sicilia per giovani laureati e, dall’altro, un terreno fertile di innovazione per le imprese dell’Isola in risposta a un mercato che alza sempre di più l’asticella della competitività.

La nuova sede del CHS in viale Regione siciliana

La nuova sede del CHS, risultato di un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, è stata inaugurata martedì in uno degli edifici di viale Regione siciliana, nella periferia Nord-Ovest di Palermo: sarà d’ora in avanti il fulcro della più importante community di discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) del Mediterraneo. Di fatto, un hub per fornire servizi di consulenza ingegneristica e di progettazione alle imprese del settore, collegandole direttamente a opportunità reali di lavoro nel territorio regionale alle quali potranno accedere sia i neolaureati che gli studenti in procinto di conseguire il titolo di studio di UniPa. Tuttaltro, dunque, che un semplice coworking. “Sarà infatti un luogo che si distacca dal tradizionale concetto di condivisione di spazi fisici e facilites, per funzionare invece come incubatore di imprese e aggregatore di aziende allo scopo di accelerare relazioni virtuose e iniziative di co-business tra gli stakeholders del territorio – ha spiegato Lia Grandi, presidente di Smartengineering – un hub da condividere con tante altre aziende per sviluppare un ecosistema industriale importante, di cui vediamo molte potenzialità per supportare la crescita del territorio siciliano”.

La situazione italiana dei laureati Stem

Riguardo all’attuale situazione italiana dei laureati Stem c’è da colmare un gap ancora netto rispetto ad altri paesi. Per esempio la differenza con gli studenti iscritti a ingegneria e ad altre facoltà scientifiche in Germania fa segnare per il nostro paese 87 mila unità in meno. Un gap colmabile tanto più se si punta sul Sud e in particolare sulla Sicilia, dove in termini di territorio, di imprese e di bacino giovanile, le potenzialità di espansione sono ampie così come quelle per porre le basi di investimenti per uno sviluppo reale dei territori isolani.

Filo diretto tra la formazione accademica e il mondo del lavoro

Il filo diretto tra la formazione accademica e il mondo del lavoro, rappresentato dalla sede palermitana di CHS punta ad agire come leva per bloccare l’esodo di tanti giovani laureati costretti a migrare dalla Sicilia al Nord. “La fuga dei cervelli è una piaga di sempre più preoccupante attualità e va tamponata con urgenza – ha detto Massimo Midiri, rettore dell’Ateneo. È stato calcolato che nel 2050 saranno andati via più di 4 milioni di ragazzi. Senza operazioni sistematiche come questa, che vanno in realtà estese a tutte le discipline accademiche, anche quelle umanistiche, visto l’estendersi dell’intelligenza artificiale, vedremo sempre più eroso il nostro capitale umano, ovvero la risorsa principale per il futuro della nostra terra. Un circolo vizioso che rischia di portare sempre di più i nostri ragazzi a trovare occasioni di lavoro, e ad attivare nuove economie, altrove, non certo a Palermo né nel resto della Sicilia”.

Tra gli ingegneri appena rientrati grazie al progetto CHS, c’è il palermitano Alessio Alotta. Laureatosi nel 2019 era stato assunto nel giro di due settimane nella sede trentina di Smartengineering. Oggi, torna con la famiglia nella sede di Palermo per dirigerne la neonata unità operativa. “La voglia di fare e di rimettersi in gioco è quella che fa la differenza nel mondo del lavoro – ha raccontato. Le competenze tecniche, specialmente nel nostro ambito, sono fondamentali ma non rappresentano tutto: conta almeno alla stessa maniera possedere attitudini diverse e capacità relazionali. Adesso la mia speranza è che, anche mediante lo sviluppo di questa nuova struttura, emigrare diventi non una costrizione ma una vera e propria scelta”.

Concetto ripreso, durante la conferenza di presentazione, anche da Marco Cammalleri, professore ordinario di Meccanica applicata: “Per la città e per i suoi studenti, questa è un’occasione storica. Lo è non solo in virtù dell’apertura di nuovi spazi d’occupazione per i giovani laureati in grandi aziende o su progetti di portata internazionale, cosa che in effetti avviene già da tempo e rappresenta l’alto livello di formazione del nostro ateneo; ma per il fatto che questo potrà avvenire senza abbandonare il territorio regionale”. Si tratta di un primo strategico gradino. Concetto ribadito anche dall’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Nuccia Albano: “La speranza è che realtà come queste si moltiplichino nel territorio siciliano in modo che le future generazioni vi restino come giacimento di risorse”.