Giustizia

Università bandita, “Diffuso sistema d’illegalità” per Zuccaro



“La sentenza del Gup, sebbene non abbia riconosciuto l’esistenza di un’associazione per delinquere, decisione per la quale questa Procura valuterà, lette le motivazioni, eventuali gravami, fornisce un importante riscontro all’ipotesi accusatoria in merito all’esistenza di un diffuso sistema di illegalità all’interno delle istituzioni universitarie catanesi”.

Con queste parole, contenute in una nota, il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ha commentato la decisione del Gup Marina Rizza chem a conclusione dell’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta Università bandita ha disposto il rinvio a giudizio per quarantadue capi d’imputazione nei confronti di due ex rettori e di sette capi dipartimento dell’Università etnea.

Gli ex rettori (Francesco Basile e Giacomo Pignataro) e i sette docenti (Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa) erano stati accusati dalla Procura di Catania di presunte alterazioni dei bandi e delle procedure per la selezione del personale docenti.

“Nell’ambito dello stesso procedimento – si legge ancora nella nota del procuratore Zuccaro – è stata, altresì, emessa condanna con le forme del rito abbreviato nei confronti dell’ex prorettore (il professore Giancarlo Magnano di San Lio, che ha fatto accesso al rito abbreviato) alla reclusione di un anno e due mesi per il delitto di abuso d’ufficio commesso in relazione alla formazione di un bando per un posto di professore di prima fascia al Dipartimento di Scienze Umanistiche per il settore scientifico disciplinare “Diritto Romano e Diritti dell’antichità”. Il Gup ha, invece, deciso per il non luogo a procedere (e per l’assoluzione nel procedimento celebrato nelle forme del rito abbreviato) con riferimento al contestato reato associativo”.

Per il prof. Magnano di San Lio, la pena è stata sospesa.