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Università, boom di fondi per le borse di studio in Sicilia: inclusività e aiuti per gli studenti meno abbienti

È di 72,6 milioni di euro lo stanziamento di fondi straordinario che andrà a coprire il fabbisogno di borse di studio per gli studenti iscritti negli atenei siciliani per l’anno accademico 2024/2025. La conferma arriva da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha triplicato i fondi rispetto al 2023/2024.
Il piano di ripartizione è mirato a rendere il sistema delle borse di studio più inclusivo e accessibile per tutti quegli studenti, soprattutto fuori sede, che non possono permettersi di frequentare l’università a causa dei redditi delle famiglie di appartenenza. Per questo, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il riparto complessivo per l’intero territorio nazionale, destinando 880 milioni di euro per sostenere gli studenti in difficoltà economiche in tutto il Paese. Alla Sicilia sono andati 72,6 milioni, il triplo rispetto ai fondi assegnati nel 2023, quando la regione aveva ricevuto 26,5 milioni di euro. Si tratta di una cifra record. Al finanziamento complessivo del Miur, passano da 26,5 milioni di euro dello scorso anno a 48,3 milioni, si aggiungono infatti ulteriori 24,3 milioni di euro derivanti dai fondi del PNNR. La Regione Siciliana, inoltre, potrà decidere se aumentare ulteriormente i finanziamenti con fondi propri, in modo da raggiungere una platea ancora più ampia e garantire un sostegno economico adeguato a un maggior numero di studenti. Una cifra, quella dei 72,6 milioni, che è quindi destinata a essere incrementata.

L’incremento dei finanziamenti per il diritto allo studio

Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso soddisfazione per l’aumento dei fondi, frutto di un lavoro di coordinamento tra le istituzioni locali e nazionali. “Il Ministero ha messo in campo ogni strumento per aumentare i fondi a disposizione e continuerà a collaborare con le Regioni per garantire una distribuzione efficiente a vantaggio degli studenti”, ha dichiarato Bernini, sottolineando come l’obiettivo sia quello di rendere il sistema delle borse di studio sempre più inclusivo. Il progetto prevede di aiutare gli studenti a coprire i costi legati all’istruzione, incoraggiando la formazione all’interno del territorio nazionale. A livello nazionale, l’aumento dei fondi per il Fondo Integrativo Statale (FIS) per le borse di studio è stato netto: 593 milioni di euro contro i 307 dell’anno precedente. Oltre al FIS, il riparto include anche i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha destinato 288 milioni di euro alle borse di studio. Questo stanziamento rappresenta il consolidamento di un piano ampio che punta a garantire un’istruzione accessibile su tutto il territorio italiano. Questa nuova iniezione di fondi arriva in un momento cruciale per il sistema universitario siciliano, che negli ultimi anni ha mostrato segnali di sofferenza a causa delle difficoltà economiche degli studenti e delle loro famiglie. L’aumento delle risorse diventa quindi un fattore determinante per frenare l’abbandono scolastico e rendere gli studi universitari accessibili anche ai giovani provenienti da famiglie a basso reddito.

Le prospettive per il futuro

Circa il 35-40% degli studenti universitari italiani è iscritto nelle università del Nord (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in primis, ndr). Qui si registra una concentrazione significativa dovuta alla presenza di istituzioni accademiche prestigiose e poli tecnologici, che attraggono studenti sia italiani che internazionali. Se una quota compresa tra il 20-25% opta per il centro Italia (Roma e Napoli, ndr), in Sicilia e Sardegna il range si restringe ancora al 10-15%. Un dato in costante decrescita anche per via di un tessuto economico sempre più povero e in difficoltà.
Secondo il Miur, la ripartizione dei fondi stabilita per il 2024/2025 è solo un primo passo verso la costruzione di un sistema educativo regionale più forte e più inclusivo. Questo, però, in un quadro complessivo in cui gli istituti scolastici sono invece messi in ginocchio a livello infrastrutturale e il piano di accorpamenti e chiusure avanza a passo spedito in tutta l’Isola.

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