L’Università italiana “non si è mai fermata” e ricomincerà a settembre con lezioni in presenza prevedendo anche un’integrazione con una didattica a distanza per venire incontro agli studenti stranieri e ai fuori sede che la richiederanno.
Niente plexiglass ma reperimento di aule e allungamento dell’orario.
Sono le novità annunciate dal ministro dell’Università Gaetano Manfredi che, a parte la questione logistica, ha messo in campo una serie di interventi anche per far sì che i problemi economici delle famiglie dovuti al coronavirus non disincentivino le iscrizioni all’università.
“Interverremo – annuncia – sulle tasse universitarie allargando la no tax area, fino a ventimila euro di reddito Isee non si pagheranno le tasse. Tra venti e trentamila ci saranno degli sconti molto importanti e poi ci saranno interventi specifici gestiti dalle singole università per intercettare le famiglie che hanno subito un calo di reddito improvviso e non fotografato dall’Isee. Veniamo da un’esperienza molto negativa, quella della crisi del 2008 che ci ha portato a perdere quasi il 20% delle matricole e bisogna evitare che questo avvenga nuovamente”.
Un capitolo a parte riguarda le borse di studio: “Abbiamo incrementato il fondo per fare in modo che ci sia un allargamento della modalità di accesso, ci stiamo lavorando con la conferenza Stato-Regioni. Poi ci saranno dei bonus per colmare il digital divide”.
Riguardo a quest’ultimo aspetto “ci sono stati dei problemi perché nel nostro Paese ci sono aree che non sono ben servite dalla banda larga”. “Sulla ricerca ci sarà inoltre un impegno importante, un grande piano finanziato dal governo”, assicura il ministro. Insomma, riassume, “non dobbiamo lasciare nessuno indietro”.
Forte del fatto che rispetto allo scorso anno “il numero esami e laureati non è cambiato” a testimonianza che nonostante il lockdown “l’università non si è fermata”, anzi “dalla prima settimana più del 95% dei corsi sono stati erogati a distanza”, Manfredi ha toccato il tema degli esami di Stato per l’accesso alle professioni che “non può essere abolito perché previsto dalla Costituzione”; ma c’è l’idea, dopo l’esempio di Medicina, di trasformare le lauree in lauree abilitanti in maniera tale che l’esame di laurea sia contemporaneamente un esame di Stato per l’accesso alla professione.
“Pensiamo – afferma – a Odontoiatria, Farmacia e Veterinaria che già prevedono nel loro ordinamento molti tirocini. Presenterò questo disegno di legge nelle prossime settimane in Parlamento ma mi auguro che dal prossimo anno sia una realtà”.
Tra i problemi per la crescita del Paese c’è anche quello delle poche donne nelle materie scientifiche, nelle aree Stem: “E’ un tema che stiamo mettendo al centro del nostro piano di investimento e riforma insieme al presidente Conte e al governo – conclude Manfredi – Tra gli interventi previsti c’è quello di un maggiore coinvolgimento della componente femminile. Abbiamo idee molto innovative”.