RICHMOND (VA) – La vicepresidente democratica Kamala Harris e il candidato repubblicano Donald Trump si stanno preparando al dibattito presidenziale di martedì 10 settembre a Philadelphia in modi completamente diversi.
In questi giorni Harris si trova all’interno di uno storico albergo situato nel centro storico di Pittsburgh, in Pennsylvania, dove si sta allenando con i suoi assistenti nel dare risposte rapide e concise che non vadano oltre i due minuti. Al contrario Trump ha snobbato pubblicamente il valore dello studio e di una vera e propria preparazione al dibattito. L’ex presidente ha scelto infatti di concentrarsi su ulteriori eventi da organizzare per quanto riguarda la campagna elettorale, con la promessa di non sottovalutare il confronto diretto con Harris sul palco del National Constitution Center di Philadelphia. Il magnate ha inoltre rievocato una citazione dell’ex pugile Mike Tyson secondo cui “tutti hanno un piano finché non ricevono un pugno in faccia”.
Una frase che lascia chiaramente presagire che durante il confronto il tycoon punterà su una retorica aggressiva per mettere la candidata con le spalle al muro. Harris dal canto suo ha dichiarato di essere pronta ai probabili insulti di Trump: “Dovremmo essere preparati al fatto che non è gravato dal dire la verità – ha affermato la vicepresidente nel corso di in un’intervista radiofonica per il Rickey Smiley Morning Show -. Tende a combattere per sé stesso, non per il popolo americano, e penso che questo verrà fuori nel corso del dibattito”.
Nel corso della sua preparazione la vicepresidente si sta affidando al consulente democratico Philippe Reines che simula e interpreta il ruolo di Trump. Il dibattito dello scorso 27 giugno, che ha visto Trump contro il presidente Joe Biden ha scosso le elezioni. La performance disastrosa del presidente ha portato al ritiro e alla successiva discesa in campo di Harris. Proprio per la grande importanza che hanno i dibattiti nella stagione elettorale statunitense, entrambe le campagne sono perfettamente a conoscenza che il primo incontro di persona tra Harris e Trump potrebbe essere un evento decisivo a meno di due mesi dal voto.
In questi ultimi giorni Trump ha criticato aspramente i giornalisti David Muir e Linsey Davis, che si occuperanno di moderare il dibattito per Abc News. Secondo il magnate i due non riserveranno un trattamento equo, lasciando però intendere che la sua intenzione è quella di far parlare Harris, proprio come ha fatto durante il suo dibattito con Biden: “L’ho lasciato parlare. Lascerò che lei parli”, ha affermato Trump.
Secondo gli assistenti di Trump, la strategia del magnate sarebbe quella di mettere Harris sulla difensiva: “Non vediamo l’ora che gli americani abbiano l’opportunità di vederla sul palco, incapace di difendere le sue politiche e i suoi voltafaccia – ha affermato la portavoce della campagna di Trump, Karoline Leavitt -. Il presidente ha dimostrato di avere il controllo delle questioni, lei no”.
In questi giorni si discute molto anche su quelli che saranno i temi del dibattito presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris. Uno degli argomenti principali sarà sicuramente l’economia, considerato dagli elettori americani come un tema di centrale importanza, specialmente per quanto riguarda gli Stati in bilico. Secondo una recente analisi della Cnn l’ex presidente Trump sarebbe in vantaggio su questo tema, poiché nonostante l’amministrazione Biden-Harris abbia fatto registrare un record di posti di lavoro, non è riuscita a scrollarsi di dosso le accuse di aver causato l’inflazione. Inoltre l’attuale amministrazione è accusata di non essere riuscita a colmare l’enorme divario tra ricchezza e povertà, un aspetto che negli Stati Uniti è visibile alla luce del sole.
Altro tema importante della campagna elettorale sarà l’aborto. Sempre secondo l’analisi della Cnn, questo punto Harris sarebbe in vantaggio su Trump. La decisione dei giudici della Corte Suprema (3 su 6 sono stati eletti da Trump) di abolire il diritto all’aborto nel 2022 ha creato numerosi disagi in tutto il Paese. Harris nel corso della sua breve campagna elettorale ha reso questo tema un cavallo di battaglia, con la promessa di restituire questo diritto all’America.
Anche l’immigrazione è un tema destinato a giocare un ruolo centrale nel dibattito presidenziale. Fino a qualche mese fa questo argomento poteva risultare più favorevole a Trump sulla base di una forte percentuale di cittadini statunitensi preoccupati per i loro posti di lavoro e per il fatto che ci siano tanti cittadini stranieri disposti a lavorare più ore con uno stipendio più basso. Per anni Trump ha fatto leva su questa fascia di popolazione, ma negli ultimi mesi la Casa Bianca ha adottato dei provvedimenti più restrittivi sulle modalità di presentazione delle richieste di asilo. Tale fattore però non impedirà a Trump di accusare Harris per il “fallimento” dell’amministrazione Biden nel cercare di contenere un fenomeno che da anni è ormai fuori controllo.
Il tema della politica estera sarà sicuramente più ostico per Harris. Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina vanno avanti e l’amministrazione Biden-Harris non è riuscita nell’obiettivo di far raggiungere un cessate il fuoco. Su questo punto Trump ribadirà che durante la sua amministrazione non ci sono stati conflitti mentre adesso, come dichiarato più volte dal magnate, “si rischia la fine del mondo”. Infine il tema della democrazia dovrebbe essere più vantaggioso per Harris, che potrebbe fare riferimento all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 o alle discutibili decisioni della Corte Suprema in merito all’immunità di Trump. Le argomentazioni saranno innumerevoli e in vista di una votazione che molto probabilmente si deciderà su pochi punti percentuali, ogni errore può risultare fatale e decisivo.
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