Il miliardario Michael Bloomberg, che è stato per dodici anni un apprezzato sindaco di New York, non ha escluso di spendere un miliardo di dollari della sua fortuna nella corsa per le presidenziali Usa, anche se non otterrà la nomination dem.
E ha assicurato che, se dovessero vincere le primarie, mobiliterà la sua ben finanziata campagna per aiutare i senatori Bernie Sanders o Elizabeth Warren, nonostante le forti differenza politiche che li separano, a battere Donald Trump, che lui considera “Una minaccia per l’America”.
Lo ha scritto il New York Times citando lo stesso Bloomberg.
“Dipende se il candidato ha bisogno di aiuto: se sta facendo molto bene necessita di meno aiuto, altrimenti avrà più bisogno”, ha detto Bloomberg durante una tappa della sua campagna in Texas.
Chi conquisterà la nomination, quindi, potrà contare non solo sul suo appoggio finanziario ma anche sulla sua ramificata rete organizzativa.
L’ex sindaco di New York – che secondo Forbes è stato, nel 2019, l’ottavo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 52,4 miliardi di dollari -, ha già speso oltre duecento milioni in spot pubblicitari, con un ritmo di spesa che entro marzo sarà uguale alla somma investita da Barack Obama nel corso dell’intera campagna del 2012.
Michael Rubens Bloomberg ha 78 anni, ed è co-fondatore e proprietario dell’omonima società di servizi finanziari, software e mass media che porta il suo nome, è stato prima democratico, è poi passato ai repubblicani che ha abbandonato rimanendo indipendente fino al 2018, quando è nuovamente tornato tra le file del Partito Democratico.
Nel marzo del 2019 aveva rinunciato a candidarsi presidenziali del 2020 affermando, “Penso che avrei battuto Donald Trump, ma sono consapevole delle difficoltà di vincere la nomination democratica in un campo così affollato”. Il 24 novembre aveva cambiato idea annunciando di volersi candidare alle primarie democratiche.
Adesso la dichiarazione di guerra a Trump.