WASHINGTON – Migliaia di persone sono scese in piazza negli Stati Uniti per partecipare alle proteste contro la recente adozione da parte di alcuni Stati americani di fortissime restrizioni all’interruzione di gravidanza. In particolare l’Alabama ha messo fuori legge l’aborto tranne nel caso in cui per la madre ci sia pericolo di vita.
Il Paese si è mobilitato: “Non torneremo indietro”, hanno scandito i manifestanti a Charlotte, nella Carolina del Nord.
“Il mio corpo, la mia scelta”, hanno gridato i dimostranti davanti alla sede del governo della Georgia, ad Atlanta.
La protesta #StopTheBans, indetta in quasi tutti i 50 Stati Usa, ha radunato oltre 50 organizzazioni contro “la nuova ondata di divieti estremi che eliminano la libertà riproduttiva e rappresentano un attacco a tutto campo – hanno denunciato gli organizzatori – all’accesso all’aborto”.
“Io credo che la destra religiosa e gli estremisti del partito repubblicano abbiano lavorato insieme nel corso di decenni probabilmente per trovare il modo di raggiungere questo obettivo – ha detto Janel Green tra le organizzatrici della protesta – e credo che l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca sia stato per loro un segnale, che è arrivato il momento di agire”.
Gli attivisti per il diritto all’aborto si sono radunati anche davanti alla Corte Suprema, a Washington. Le norme sull’interruzione di gravidanza adottate da vari Stati guidati dai repubblicani saranno probabilmente portate davanti alla Corte, dove i conservatori sono la maggioranza, dopo le recenti nomine del presidente Trump. Gli anti-abortisti sperano di ribaltare la sentenza del 1973 che affida alla donna il diritto di scegliere se portare a termine o meno una gravidanza.