Twitter ha sospeso “definitivamente” l’account di Donald Trump.
Il presidente degli Stati Uniti è stato bannato “Dopo un’attenta revisione dei tweet di @realdonaldtrump e del contesto relativo a essi”.
“Abbiamo sospeso l’account in modo permanente – si legge nella motivazione di Twitter – a causa del rischio di ulteriori incitamenti alla violenza”.
“Nell’ambito dei terribili eventi di questa settimana – ha reso noto la società -, mercoledì avevamo chiarito che ulteriori violazioni delle regole di Twitter avrebbero potuto portare a questo provvedimento”.
Il profilo di Trump è sparito e con l’account sono evaporati gli oltre 88 milioni di follower.
L’espulsione due giorni dopo Capitol Hill
Il cartellino rosso è arrivato due giorni dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio.
Dopo l’irruzione compiuta da suoi sostenitori, Trump è finito nel mirino di Twitter che ha comminato una sospensione di 12 ore chiedendo la cancellazione di 3 tweet: uno critico nei confronti del vicepresidente Mike Pence, reo di non aver mostrato il coraggio necessario per fermare la certificazione dell’elezione di Joe Biden a presidente, e altri due inviati per invitare alla calma – senza però una vera condanna delle violenze – i protagonisti dell’assalto a Capitol Hill.
La ripresa dei tweet
Dopo lo stop temporaneo, Trump ha ripreso a utilizzare Twitter pubblicando un video e altri messaggi.
Ambigui. Perché a un apparente rifiuto delle violenze al Congresso, seguiva sempre l’esaltazione dei “patrioti” che le hanno compiute.
Messaggi ambigui e “patrioti”
“I 75 milioni di grandi patrioti americani che hanno votato me avranno un’enorme voce in capitolo in futuro. Non ci sarà mancanza di rispetto nei loro confronti, non saranno trattati in maniera iniqua in nessun modo o forma”, aveva scritto Trump ripresentandosi dopo la sospensione.
Quindi, aveva annunciato la propria assenza alla cerimonia di insediamento di Biden, in programma il venti gennaio: “Per tutti coloro che lo hanno chiesto, non andrò all’Inaugurazione”.
L’espulsione per Donald Trump
Così, dopo una revisione dei tweet presidenziali, è arrivata l’espulsione da Twitter per @realdonaldtrump.
In teoria, il 45esimo presidente è ancora presente sul social con il profilo istituzionale @Potus, ma il “President Trump” – che pure ha 33 milioni di follower – si limita sostanzialmente a retwittare messaggi dell’account della Casa Bianca.
Non sospesi, per ora, gli account governativi
“Se è evidente – ha commentato un portavoce di Twitter – che un altro account viene utilizzato per aggirare il divieto è allo stesso modo soggetto alla sospensione. Per quanto riguarda gli account governativi, come Potus e White House, non li sospenderemo, ma adotteremo misure per limitarne l’utilizzo”.
Il provvedimento adottato da Twitter segue di circa 24 ore quello adottato da Mark Zuckerberg, che ha cacciato Trump da Facebook e Instagram “a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane fino al completamento della transizione pacifica del potere”.
Infuriato per il ‘cartellino rosso’ al suo account personale, a meno di due settimane dall’addio alla Casa Bianca, il presidente ha annunciato la possibilità di “sviluppare la nostra piattaforma” social “nel prossimo futuro”.
Trump, mi faccio Twitter da solo
La reazione del Tycoon non si è fatta attendere: “Come dico da molto tempo, Twitter si è spinto sempre più in avanti con il bavaglio alla libertà di parola e gli impiegati di Twitter si sono coordinati con i democratici e la sinistra radicale per rimuovere il mio account dalla loro piattaforma, per mettere a tacere me, voi, 75 milioni di grandi patrioti che avete votato per me”.
“Abbiamo avuto negoziati con vari altri siti – ha aggiunto, in una dichiarazione riportata da diversi media americani – e presto ci sarà un grande annuncio, intanto guardiano anche alle possibilità di sviluppare la nostra piattaforma nel prossimo futuro”.
“Non ci metteranno a tacere!”, ha concluso il presidente uscente americano.