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Ustica, lo Stato non paga e si oppone a pignoramento

PALERMO – Sono passati 40 anni e la vicenda legata alla strage di Ustica ancora non è conclusa. Lo Stato si è opposto all’esecuzione del pignoramento di due milioni e duecentomila euro che la sentenza della corte di appello di Palermo, passata in giudicato, aveva stabilito come risarcimento nei confronti dei familiari di cinque vittime della strage aerea di Ustica del 27 giugno 1980: Giovanna Lupo e i figli Antonietta, Giuseppe, Vincenzo, e Carlo Parrinello.

Lo Stato aveva risposto che le somme dovessero essere compensate con quelle che i familiari percepiranno sotto forma di assegno vitalizio. Per questo i legali dei familiari avevano chiesto il pignoramento della somme dei ministeri in possesso delle Poste italiane e alla società Difesa servizi. Il giudice dell’esecuzione di Roma ha sospeso il pignoramento ritenendo che nella sentenza ci sarebbe un contrasto tra la motivazione e il dispositivo redatti dalla corte di appello obbligando i familiari a promuovere un nuovo giudizio affinché “venga interpretata la sentenza”.

L’aspetto più sorprendente della vicenda è che altri familiari hanno già percepito le somme decise dai giudici senza alcuna compensazione, anche se in precedenza, nel 2015, lo Stato si era opposto al pagamento del risarcimento ad altri 18 familiari (vicenda passata in giudicato).

Il giudice dell’esecuzione ha stabilito che il nuovo giudizio dovrà essere instaurato entro il 3 giugno di quest’anno davanti al magistrato ordinario. Già nel 2015 lo Stato non voleva pagare i risarcimenti decisi dal giudice di Palermo ad altri 18 familiari di alcune vittime tanto che l’avvocato erariale Maurilio Mango chiese alla Corte d’appello civile il rigetto delle domande per gli indennizzi e di porre a carico dei familiari il pagamento delle spese di giustizia. La causa era quella per cui il giudice monocratico, Sebastiana Ciardo, aveva condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 5 milioni 637.199 euro i 14 familiari – o eredi di essi – di sette vittime. La sentenza che deve tornare in giudizio ora è però passata in giudicato.