BARI – L’uva da tavola occupa una posizione di rilievo nel settore ortofrutticolo internazionale, e l’Italia si colloca tra i maggiori produttori mondiali, accanto a Paesi come Spagna, Turchia, Stati Uniti, Egitto e Sudafrica.
In particolare, regioni come la Puglia e la Sicilia sono rinomate per la produzione di uva di alta qualità, esportata in tutto il mondo: si è discusso anche di questo nei tre giorni dedicati alla prima fiera europea interamente dedicata dall’uva da tavola che si è svolta a Bari da martedì 22 ottobre fino a ieri. Diversi gli appuntamenti dedicati all’innovazione: “Sono due le tematiche cruciali riguardanti viticoltura e innovazione approfondite nei panel programmati da e per Luv, nei panel della seconda giornata. Da una parte l’utilizzo della robotica in viticoltura per produzioni human friendly – ha spiegato Francesco Menelao, sales manager Luv – dall’altra si è parlato delle New breeding techniques, in Italia note come Tecnologie di evoluzione assistita (Tea), quale ultima frontiera del miglioramento genetico a sostegno del breeding per la sostenibilità e la qualità dell’uva da tavola grazie all’intervento della ricercatrice del Crea-Ve di Turi, Maria Francesca Cardone”.
Francesco Messina di Agrimessina ha intrattenuto i partecipanti raccontando il progetto “Canopis”, l’interazione uomo-robot nella raccolta selettiva dell’uva da tavola. In particolare si sono approfonditi gli utilizzi della robotica in vigneto per sopperire all’assenza di manodopera che di certo non è un problema nuovo: “L’obiettivo di questo progetto non è quello di sostituire in toto la manodopera – ha precisato Messina – stiamo mettendo a punto un dispositivo di ausilio per l’uomo in modo da velocizzare le operazioni in campo e trarre vantaggi su due livelli perché l’utilizzo di un robot in simbiosi con l’uomo consente di risparmiare sui costi di realizzazione e di liberare l’operatore delle operazioni più faticose e ripetitive dedicandosi così solo ai compiti di manutenzione, supervisione, controllo e qualità”.
Da anni, infatti, le nuove generazioni si allontanano dall’agricoltura e insieme alle altre progettualità messe in campo si è discusso dell’interessante progetto sugli utilizzi della robotica in viticoltura per produzioni human friendly: ripercorrendo la filiera dell’uva da tavola dal consumatore al produttore, si nota che diversi sono i punti con possibilità di miglioramento e che riguardano, per esempio, ottimizzazioni a livello di imballaggio, trasporti, strategie colturali e operazioni manuali di campo.
Per ciascuno di questi ambiti è, infatti, possibile pensare a soluzioni che talvolta possono rappresentare la vera svolta per il futuro e il progetto, che ha vinto il bando Horizon 2020 sulla robotica collaborativa, ha l’obiettivo di meccanizzare la raccolta dell’uva da tavola, servendosi della presenza e dell’aiuto di human robot in campo.
Agricoltura di precisione, big data, intelligenza artificiale, piattaforme digitali, tutti temi attuali e di grande interesse: “L’innovazione dei processi produttivi nel comparto dell’uva da tavola è sempre più una necessità ma va ribadito che l’ innovazione deve interessare sia il processo produttivo che i prodotti ma ha bisogno della sinergia di tutti i segmenti della filiera – ha sottolineato il professore Rosario Di Lorenzo dell’Università di Palermo -. Il risultato produttivo è il riassunto di tre fattori dati dalle tecniche colturali, la componente genetica (varietà e portainnesto) e l’ambiente pedoclimatico. L’Italia è un paese leader e questa fiera rappresenta un evento importante perché può contribuire a dare visibilità alla nostra nazione e al nostro comparto”.
Oggi la produzione in Sicilia e in Puglia vale circa il 95% del totale con 50.000 ettari e oltre 1.000.000 di quintali di cui si esporta poco meno della metà. Da segnalare anche l’appuntamento con “Cibaria”: uva da tavola, gusto, benessere, a cura dell’associazione nazionale Le Donne dell’Ortofrutta e la strategia futura della Regione Puglia nella logistica dell’ortofrutta, che ha visto come protagonisti Luigi Trotta, responsabile Sezione Competitività delle filiere agroalimentari della Regione, Giovanni Costantini di Gesfa, Massimo Tavolaro di Apulia Logistics, Massimiliano Del Core di Cut e Giacomo Suglia di Apeo.
La produzione di uva da tavola, come molti altri settori agricoli, deve affrontare sfide legate ai cambiamenti climatici, alla scarsità di risorse idriche e alla necessità di ridurre l’uso di pesticidi ma anche di risolvere le altre problematiche sollevate durante la prima fiera europea interamente dedicata dall’uva da tavola.
Da questi tre giorni sono emerse le soluzioni innovative ma soprattutto il grande interesse verso tematiche di produzione ma anche di economia che ben guardano alle prospettive future di una delle Regioni più produttive al mondo. Grazie all’attenzione per la qualità, la sostenibilità e l’innovazione, l’industria dell’uva da tavola continua a evolversi, affrontando le sfide del futuro con una visione sempre più orientata all’efficienza e al rispetto dell’ambiente. L’uva da tavola non è solo un frutto delizioso, ma un simbolo di come la tradizione e l’innovazione possano convivere armoniosamente.