Due dosi di vaccino anti-Covid sembrano indurre una risposta immunitaria debole nelle persone trapiantate. Con la somministrazione di una terza e anche quarta dose invece si ottengono valori soddisfacenti. Lo indica uno studio dell’Autorità sanitaria nazionale francese pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Casi gravi di Covid sono stati infatti segnalati in persone che avevano subito un trapianto, nonostante le due dosi di vaccino. Nello studio sono state esaminate 101 trapiantati, con un’etá media di 58 anni, a cui è stata somministrata una terza dose di vaccino Pfizer 601 giorni dopo la seconda.
I dati hanno mostrato che dopo la prima dose gli anticorpi anti-SarsCov2 erano al 4%, al 40% dopo la seconda, e al 68% 4 settimane dopo la terza dose. Nessuno dei volontari vaccinati con tre dosi ha sviluppato il Covid, e non sono stati segnalati gravi effetti collaterali.
Tuttavia, secondo lo studio, le misure di protezione vanno mantenute e i familiari di questi pazienti dovrebbero vaccinarsi. Quello della terza dose è un tema su cui si sta riflettendo in tutti i paesi. In Francia dallo scorso aprile hanno iniziato a somministrarla a chi ha determinate condizioni immunitarie, mentre negli Usa, come segnala il New York Times, non c’è uno sforzo condiviso tra agenzie federali o aziende farmaceutiche per testare questo approccio.
Si stima che il 5% della popolazione sia immunodepresso per alcuni tipi di cancro, trapianti d’organo, malattie epatiche croniche, dialisi, o l’assunzione di alcuni farmaci, come steroidi e metotrexato usati anche per l’artrite reumatoide o la psoriasi e una bassa risposta immunitaria puo’ permettere al virus di replicarsi nel corpo per lunghi periodi, portando allo sviluppo di nuove varianti.
Attualmente Moderna si sta preparando per testare una terza dose di vaccino su 120 persone trapiantate, Pfizer sta programmando uno studio su 180 adulti e 180 bambini con problemi immunitari, mentre il National institute of health sta reclutando 400 persone immunodepresse per una sperimentazione in cui saranno tracciati i loro livelli di anticorpi e cellule immunitarie per 24 mesi, ma non ha in programma studi sulla terza dose di vaccino.