Sanità

Vaccini, Figliuolo, tre milioni di dosi entro Pasqua


Tra domani e Pasqua arriveranno in Italia quasi tre milioni di dosi di vaccino anti Covid: in una sola settimana più di quante ne sono state consegnate in quarantacinque giorni tra gennaio e febbraio.

Il cambio di passo

Un “quantitativo importante” che segna “l’effettivo cambio di passo” nell’immunizzazione degli italiani, si è sbilanciato ieri il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, in visita in Sicilia, e che ha sottolineato come adesso occorra lavorare tutti insieme affinché “nessuno resti indietro”.

Dopo i ritardi e le mancate consegne da parte delle case farmaceutiche, lo stop and go di Astrazeneca e i richiami del premier Mario Draghi alle Regioni affinché rispettino le indicazioni del governo sulle categorie prioritarie, la campagna di vaccinazione di massa che consentirà all’Italia di uscire dall’incubo del virus potrebbe cominciare a correre.

Ieri è stata superata la soglia dei nove milioni e duecentomila dosi somministrate.

Ciò significa che quasi il diciannove per cento dei cinquantuno milioni circa di italiani che possono ricevere il vaccino hanno avuto almeno una dose e quasi tre milioni di persone, poco meno del cinque per cento della popolazione vaccinabile, sono immunizzati.

Immunità di gregge ancora lontana

Numeri ancora bassi e lontani da quel settanta per cento che rappresenta il raggiungimento dell’immunità di gregge ma che hanno comunque subito un’impennata negli ultimi giorni, con le somministrazioni che si stanno assestando sulle 250mila al giorno e che, nei piani del governo, dovrebbero raddoppiare entro la metà di aprile.

“La campagna di vaccinazione è la priorità del Paese” ha ripetuto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza quando il bollettino quotidiano segna ancora quasi ventiquattromila casi e trecentottanta vittime in un giorno, 3.635 ricoverati in terapia intensiva e un tasso di positività fermo al 6,6%.

“Stiamo recuperando i ritardi – ha aggiunto la ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini – nelle prossime settimane si farà di più e meglio”.

Fondamentale accelerare

Ora dunque è fondamentale accelerare, a partire dall’immunizzazione degli over 80, visto che dei 4.639.931 che appartengono a questa fascia d’età ne sono stati vaccinati anche con il richiamo solo 983.320, il 23%.

Ma per non rallentare è necessario innanzitutto avere a disposizione le dosi, che è quello che chiedono da tempo i governatori accusati di aver privilegiato categorie specifiche a discapito di quelle previste dal piano nazionale.

Figliuolo, lo ha detto ieri in Sicilia, è sicuro che la prossima settimana ne arriveranno circa tre milioni: oltre un milione di Pfizer, oltre cinquecentomila di Moderna e un milione e trecentomila di Astrazeneca.

Pfizer e Moderna rispettano le consegne

Numeri che, se confermati, faranno sì che Pfizer e Moderna avranno rispettato le consegne previste dal piano del ministero della Salute per il primo trimestre, mentre l’azienda anglo svedese sarebbe ‘mancante’ per circa un milione e mezzo di dosi, visto che ne aveva promesse 5.352.250.

Una volta consegnati, però, i vaccini vanno somministrati e per farlo c’è bisogno che la macchina organizzativa funzioni senza intoppi.

Per questo l’incontro di lunedì tra il premier Mario Draghi, il ministro Gelmini, il Commissario Figliuolo e le Regioni servirà a stemperare le tensioni di questi ultimi giorni e a sottolineare la necessità della massima collaborazione tra Roma e i territori.

Niente disparità tra Regioni

Lo ha ripetuto lo stesso Figliuolo. “Non esiste alcuna disparità” tra Regioni, “l’obiettivo è fare cose pratiche, migliorare insieme, cercare la concordia e ciò che unisce per migliorare. Nessuno deve sentirsi defraudato, adesso si deve fare di più e insieme”.

La strategia del Commissario prevede un doppio binario: grandi hub e centri vaccinali nelle città, e task force mobili per coprire tutta Italia e raggiungere i paesi più isolati e le zone più impervie. Una copertura “capillare” del territorio in cui saranno fondamentali anche le chiese che la Cei ha già messo a disposizione.

Bisogna migliorare e incrementare il sistema delle somministrazioni in tutto il paese, ripete Figliuolo, affinché si arrivi “rapidamente a un’omogeneità di risultati a livello nazionale”.

Insomma, basta liti, è il momento di correre.