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Vaccini, medici di famiglia a Figliuolo, “lasciati senza dosi”

Pochi vaccini e scarso coinvolgimento impediscono di contribuire alla campagna vaccinale. Così i medici di base in una lettera al Commissario straordinario Figliuolo.

“Ci giungono, pressoché da tutte le realtà locali – si legge nella lettera della Federazione medici di medicina generale Fimmg – segnalazioni sempre più numerose sul mancato coinvolgimento della medicina generale nella campagna, che riguardano principalmente la mancata o insufficiente fornitura di vaccini ai medici a vantaggio dei grandi hub“.

La Medicina Generale, “ad oggi, non è ancora messa nelle condizioni di poter effettivamente portare il proprio contributo”.

Nella lettera, firmata dal segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti, i medici di famiglia chiedono dunque “quale ruolo si intenda determinare per la Medicina generale nella campagna di vaccinazione e quale margine di intervento possa ricoprire la Struttura Commissariale nell’approvvigionamento e distribuzione delle dosi necessarie, affinché anche il setting della Medicina generale possa favorevolmente contribuire all’obiettivo, come oltretutto previsto dal Protocollo d’Intesa in cui viene specificatamente previsto che “Laddove a livello regionale dovessero insorgere difficoltà logistiche per la distribuzione dei vaccini ai medici di Medicina generale il Commissario, su richiesta delle Regioni e di concerto con il ministero della Salute, potrà valutare le concrete modalità ulteriori di intervento sussidiario per affrontare le eventuali criticità, al fine di assicurare una puntuale fornitura dei vaccini ai medici”.

La Fimgg ricorda che lo scorso 21 febbraio, le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale hanno siglato con il governo e le regioni il Protocollo d’intesa nazionale per il coinvolgimento dei medici di famiglia nella campagna di vaccinazione anti covid-19, “condividendo la valutazione che il ruolo del medico di medicina generale è fondamentale per l’incremento e la copertura vaccinale della popolazione, anche in relazione alla diretta vicinanza con i pazienti e in considerazione del rapporto fiduciario che lo lega agli stessi”.

Hanno fatto seguito, nelle settimane immediatamente successive, accordi specifici sottoscritti in tutte le regioni. Ad oggi tuttavia, denunciano, mancano le condizioni perché la categoria possa concretamente dare il proprio apporto alla campagna di immunizzazione in atto.