Sanità

Vaccini: salvezza o pericolo? La verità su sicurezza ed efficacia

Nel susseguirsi delle recenti campagne vaccinali contro il COVID-19, si è assistito a un fenomeno preoccupante quanto imprevisto: la diffusione di un allarmismo esagerato e infondato. È innegabile che ogni farmaco, inclusi i vaccini, possa avere effetti avversi. “Portio et interactione facetur velenum” (“è la dose e l’interazione a fare il veleno”) affermava Paracelso, ricordandoci che l’uso dei farmaci richiede equilibrio e discernimento.

La paura, alimentata da una disinformazione capillare e da una sfiducia nei confronti della scienza, si è trasformata nella vera patologia. Le reazioni avverse ai vaccini, pur possibili e talvolta gravi, sono ampiamente monitorate e gestite dalla comunità scientifica. Ogni trattamento medico ha un profilo di rischio, e la vaccinazione non fa eccezione. Tuttavia, la narrazione dominante sembra aver dimenticato che i benefici superano di gran lunga i rischi, se gestiti correttamente, e che tali effetti avversi sono ampliamente riportati nella scheda tecnica di ogni farmaco, non esclusi i vaccini.

L’analisi delle statistiche conferma che gli effetti collaterali gravi sono rari e ben documentati. Ad esempio, uno studio su quasi 100 milioni di soggetti che avevano ricevuto il vaccino Comirnaty ha rilevato un leggero aumento del rischio di alcune condizioni come la sindrome di Guillain-Barré e la trombosi del seno venoso cerebrale, ma queste incidenze sono irrilevanti rispetto ai benefici della vaccinazione. Inoltre, i vaccini aggiornati hanno dimostrato un’efficacia del 70% contro il ricovero per le nuove varianti del virus.

Recentemente, il procuratore generale del Kansas, Kris Kobach, ha citato in giudizio Pfizer, accusando la casa farmaceutica di aver ingannato sui rischi e l’efficacia del vaccino anti-COVID. Tuttavia, è importante ricordare che la Fase 4 della sperimentazione dei farmaci, che continua dopo l’immissione in commercio, serve proprio a monitorare e aggiornare le informazioni sui rischi. La disinformazione può alimentare paure irrazionali che distorcono la percezione pubblica e minano la fiducia nella scienza. Studi hanno dimostrato che il rischio di miocardite e altre malattie gravi non è aumentato significativamente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Inoltre, i vaccini anti-COVID riducono il rischio di gravi complicazioni cardiovascolari e tromboemboliche post-infezione.

Ricordiamoci delle parole di James Hillman: “Il grande compito della cultura è quello di dare un senso alla nostra vita, non eliminare il rischio, ma affrontarlo con coraggio e intelligenza”. La vera sfida è quindi culturale: combattere il terrore irrazionale che paralizza l’azione e compromette la salute collettiva. In un’epoca in cui la velocità dell’informazione supera di gran lunga la nostra capacità di elaborarla criticamente, è cruciale affidarsi a fonti autorevoli e scientificamente validate. La medicina non è esente da rischi, ma la paura non deve condizionare la nostra risposta a queste sfide. La vera patologia è quella della paura, una malattia insidiosa che minaccia il benessere collettivo molto più di qualsiasi virus.