Politica

Vaccini, sì al mix dall’Aifa, caos Regioni, ma non in Sicilia

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato ieri a tarda sera la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di AstraZeneca, ma le Regioni continuano ad andare in ordine sparso.
“Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa – si legge nella nota – ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna)”.
In un’altra nota l’agenzia europea del farmaco, l’Ema, accusa i media di “disinformazione” e, ribadendo che il vaccino di Astrazeneca “resta autorizzato per tutta la popolazione”, cerca di mettere una pezza a un’intervista, poi smentita, del capo della task force sui vaccini della stessa Agenzia, Marco Cavaleri.


Il nodo delle Regioni

Ma il problema più grave è che, nonostante gli appelli del ministro della Salute Roberto Speranza, al momento le Regioni continuano a non avere una linea comune.
Chi si adegua alle indicazioni e chi continua a dire no al mix di vaccini; chi sospende i richiami con i farmaci a mRna al posto di Astrazeneca finché non avrà garanzie su ulteriori forniture e chi lascia la possibilità di scegliere se avere o meno la seconda dose con il farmaco anglo-svedese anche se si hanno meno di 60 anni.
Insomma, il presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, non riesce a dare una linea comune anche dopo l’ordinanza del ministero della Salute che ha dato indicazioni perentorie – ribadite anche ieri dal ministro Roberto Speranza – sull’utilizzo di Astrazeneca.


Non è un dibattito politico

“Non è – ha sottolineato però Speranza – un dibattito politico, non è un presidente del consiglio, un ministro o un presidente di regione che decide: la comunità scientifica internazionale ha dato indicazioni su Astrazeneca che sono cambiate sulla base delle evidenze scientifiche e noi dobbiamo seguirle”.
Nei prossimi giorni si riunirà la commissione Salute e giovedì ci sarà la conferenza delle regioni: il tema non è all’ordine del giorno ma non è escluso che se ne parli per arrivare ad una posizione unica.

Ciascuno per la sua strada


Per ora, ciascuno va per la sua strada. E con la richiesta da parte delle Regioni di un maggior numero di dosi di Pfizer e Moderna per non rallentare la campagna e raggiungere l’immunità di gregge a settembre, il risultato è il caos, la confusione che accresce il calo della fiducia da parte dei cittadini per l’ennesimo cambio di rotta, il quarto dall’inizio dell’anno, su Astrazeneca alla luce delle nuove evidenze scientifiche e del miglioramento della situazione epidemiologica.
Anche per questo il governo ribadisce che la linea non cambia e, anzi, il premier Mario Draghi starebbe pensando a un nuovo messaggio di chiarezza e rassicurazione. Si parla di un evento per mettere in chiaro alcuni punti ed evitare che la campagna rallenti.


Sicilia, sì al mix


La Sicilia, intanto, ha detto sì alla vaccinazione eterologa, come confermato dall’assessore alla Sanità Ruggero Razza.
“Il vaccino AstraZeneca – ha dichiarato Razza – verrà somministrato soltanto ai cittadini di età superiore a 60 anni che non abbiano all’anamnesi patologie incompatibili; coloro che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino e che sono fuori target riceveranno la dose di richiamo con il vaccino Pfizer o Moderna”.
“Il vaccino Johnson – ha aggiunto – sarà somministrato ai cittadini di età superiore a 60 anni e verrà indirizzato, per la sua natura di vaccino monodose, alle vaccinazioni di prossimità, ai medici di medicina generale e agli hub territoriali. A tutti gli altri toccherà lo Pfizer o il Moderna”.