Tra le bellezze di valore inestimabile che fanno parte dell’immenso patrimonio artistico, culturale, naturalistico e agricolo siciliano, un posto d’onore spetta, sicuramente, a quelle presenti all’interno dei milletrecento ettari del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi.
Il Parco è, infatti, culla amorevole di una vasta biodiversità delle varietà tradizionali della frutticoltura siciliana tra cui ulivi, viti, pistacchi, mandorli, solo per citarne alcuni.
Tutte cultivar autoctone che necessitano di tutela e valorizzazione e che in questo terreno “vergine” hanno trovato zona d’elezione poichè, essendo considerato un sito di interesse archeologico, in passato era considerato intoccabile e quindi la fertilità del terreno non era mai stata sfruttata prima d’ora.
Il progetto Diodoros, dopo avere condotto gli opportuni accertamenti su questi terreni e avere ottenuto le autorizzazioni necessarie alla sua coltivazione, è nato con lo scopo di offrire un percorso che conduce, oltre che alla tutela della biodiversità, anche alla ricerca scientifica, all’innovazione tecnologica e alla commercializzazione delle sue produzioni agricole, registrate nel 2005 con l’omonimo marchio che vuole essere un omaggio a Diodoro Siculo, storico greco di Agyrion (odierna Agira in Sicilia), autore della Bibliotheca Historica, un’opera di storia universale.
Dato l’alto profilo qualitativo delle aziende di questo areale e la loro esperienza metodologica e produttiva da cui derivano prodotti tradizionali di qualità in grado di utilizzare al meglio le risorse naturali del Parco, questo diviene un veicolo di cultura e consapevolezza delle proprie origini per la popolazione locale con la riscoperta dei metodi di produzione artigianali oltre che un vero e proprio volano per l’economia siciliana nel mondo.
Nasce così l’esigenza di creare un marchio collettivo registrato, con un disciplinare rigoroso, nato per olio e vino, ma poi esteso anche a miele, mandorle e pistacchio, capperi, erbe aromatiche e spezie; a breve, anche a specie di legumi dimenticate (dal cece sultano, al Roveja pisello selvatico, alla cicerchia di Aidone, al fagiolo Baddanivura), poi marmellate di agrumi, succhi e creme dolci; in autunno si penserà agli infusi di fiori secchi di fichi d’India e fino alla pasta di grani antichi siciliani.
“Il Parco della Valle dei Templi – spiega il direttore Roberto Sciarratta – ha elaborato un modello culturale innovativo di utilizzo delle risorse del territorio, un connubio inedito tra pubblico e privato. Con precise linee guida che partono essenzialmente dal mantenimento del paesaggio e continuano nella possibilità unica ed esclusiva di coltivare in terreni fino ad oggi rimasti incolti e abbandonati. Si tratta di un eccezionale progetto di valorizzazione e di tutela unico nel suo genere”.
Ma non è tutto.
Oltre a Diodoros anche Demetra, il nuovo progetto finanziato con quattrocentomila euro di Fondi Psr Sicilia, che consta di cinque campi per la ricerca “archeobotanica” sulle specie agricole autoctone di epoche precedenti, e per la riproduzione di grani antichi e legumi siciliani. è in fase di decollo e svilupperà attività e strutture per la “Conservazione delle risorse genetiche vegetali in agricoltura. Un ulteriore passo avanti che migliorerà la performance del Parco archeologico rispetto alle necessità del territorio e dell’ambiente.
L’idea è quella di comporre un vero e proprio atlante delle specie autoctone, una preziosa collezione che si aggiungerà alle oltre duecento varietà custodite dal “museo vivente della Mandorla”. La Valle si avvia così a diventare un vero presidio di biodiversità coltivata di riferimento internazionale.
La storia millenaria narrata da questi prodotti avrà, inoltre, il compito di riattivare, non appena l’emergenza sanitaria globale lo consentirà, i flussi turistici dell’intero territorio agrigentino e di avvicinare un pubblico più vasto, che vada dagli appassionati di archeologia a quelli del turismo rurale ed enogastronomico. Ambizione del progetto è, dunque, stimolare la conoscenza, cooperazione, valorizzazione, recupero del paesaggio e mantenimento delle tradizioni che hanno reso questo areale un connubio perfetto fra archeologia e natura in cui vivere un’esperienza culturale e inclusiva unica nelsuo genere.
Il progetto, inoltre, consolidato attraverso la partnership con i più importanti artigiani del gusto del territorio, ha anche promosso un format particolare e del tutto inedito, ideato da CoopCulture – concessionaria dei servizi al pubblico del Parco – in collaborazione con la Valle dei Templi.
“Grazie a questo tipo di storytelling innovativo sarà possibile far conoscere il patrimonio immateriale e materiale, dando voce ai produttori locali. Un viaggio che si trasformerà, non appena possibile, in un’esperienza reale, immersiva e completa. – spiega il direttore di CoopCulture, Letizia Casuccio – La visita al Parco sarà, infatti, un insieme di conoscenza archeologica, naturalistica, paesaggistica ed enogastronomica, grazie ad uno straordinario modello di collaborazione tra istituzioni pubbliche e operatori al servizio della cultura”. Un viaggio virtuale tra natura, paesaggio, archeologia e produzioni tipiche della Valle per raccontare il legame tra coltivazioni e territorio attraverso l’esperienza digitale”.
Il format è stato affidato alla food blogger Annalisa Pompeo (che con GoSicily da anni propone corsi di cucina e tour enogastronomici per turisti stranieri) e al videomaker Marco Gallo che hanno incontrato i produttori legati al marchio Diodoros dando vita ad un racconto del territorio, attraverso i prodotti.
Cinque puntate e altrettante ricette, un prodotto a settimana di cui Olivi, viti, mandorli, capperi e le api sono stati i protagonisti di un progetto innovativo che miscela sapientemente attenzione per il paesaggio, sostenibilità ambientale e prodotti del territorio.
E’ stato questo il filo conduttore di Diodoros Food Exhibition, ovvero esperienze – fruibili gratuitamente sui canali web e social del Parco, – un vero e proprio percorso virtuale tra paesaggio, biodiversità coltivata e produzioni agricole.
E, visto che l’intento è quello di raggiungere un pubblico internazionale poichè, nonostante l’emergenza abbia bloccato i viaggi, il fascino della cultura, delle meraviglie e delle eccellenze siciliane all’estero è rimasto invariato, sia la video esperienza che la ricetta sono in inglese con sottotitoli in italiano al fine di garantirne l’accessibilità ad ogni livello e agli utenti diversamente abili, favorendo l’inclusione. Le puntate sono iniziate lo scorso 21 dicembre con l’olio e la ricetta del “pane cunzatu” , poi il 28 dicembre è stata la volta dei capperi e della ricetta dell’insalata povera, il 4 gennaio delle mandorle e della ricetta del pesto alla trapanese e l’11 gennaio del vino abbinato al coniglio alla cacciatora, e, infine, il 18 gennaio, l’ultima puntata è stata dedicata al miele della Valle che nasce dall’ape nera sicula, di virgiliana memoria, fino a qualche anno fa a rischio di estinzione. Annalisa Pompeo ha così chiuso il suo menù virtuale con due dolci tipici della tradizione siciliana: cubaita e “rami” di miele.
Le puntate sono visibili dalla pagina Facebook del Parco Archeologico della Valle dei Templi da cui sarà possibile, di volta in volta, conoscere tutte le iniziative che si svolgeranno all’interno del Parco di cui si spera di poter tornare a fruire in primavera.
Manuela Zanni