PALERMO – Investimenti, progetti, nuove procedure. La viabilità siciliana non ha mai brillato per efficienza. Alcune opere aspettano di essere completate da anni, altre non sono mai partite seppure considerate da sempre strategiche. Altre ancora sono al centro di polemiche, diffide e litigi a colpi di comunicati stampa tra la Regione siciliana, l’Anas e il governo centrale. Si parla tanto di Ponte sullo Stretto, ma la realtà territoriale fa acqua da più parti. Eppure l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone non ha dubbi: “stiamo cambiando il passo”, afferma.
Pochi giorni fa è stato inaugurato il viadotto Himera. L’autostrada Palermo-Catania è di nuovo completa. Una bella notizia, ma al contempo il simbolo della lentezza delle infrastrutture in Sicilia. Il viadotto è infatti crollato cinque anni fa e se Anas e Governo hanno festeggiato la fine dei lavori, la Regione ha disertato l’evento perché “non c’è nulla da festeggiare”. Ne è nata anche un’aspra polemica sebbene Falcone le definisce “constatazioni”. “Il viadotto Himera non è altro che una pezza a un’opera di appena 8 milioni di euro rispetto agli 800 milioni che sono stati impegnati ma non spesi sulla Catania-Palermo per cui, dopo cinque anni e mezzo, chiudere questo viadotto è un dato”. Falcone paragona l’autostrada che collega le due principali città siciliane a un videogioco “in cui ci sono insidie costanti ad ogni chilometro”.
Va detto che la causa del crollo è stata una frana la cui responsabilità è della Regione. Frana che ancora non è stata sistemata. L’assessore al ramo parla di “diverse conferenze di servizi” e di avere “imposto delle condizioni e modificato il progetto”. È salito anche il costo da otto a 10 milioni di euro. “Entro settembre – promette – mandiamo in gara l’ulteriore lavoro per sistemare la Sp24 che è la strada che porta a Caltavuturo”.
Anche l’autostrada Catania-Messina non è messa bene e in passato è anche stata oggetto di indagini giudiziarie per inerzia e imbrogli sulla qualità dei lavori. “L’abbiamo trovata in una condizione di assoluto disastro e abbiamo fatto, nel 2019, ben 20 interventi”, afferma l’assessore Marco Falcone. Racconta che sono tante le gallerie ripristinate, che entro la fine dell’anno ci sarà un nuovo asfalto come nuove barriere. Anche in questo tratto stradale c’è una zona interdetta da molti anni: era il 2015 quando è franato un costone nella zona di Letojanni occupando un’intera carreggiata.
Anche per questi lavori Falcone promette tempi celeri, come promette un controllo continuo sia per il Cas che per l’Anas. Nuovi lavori di viabilità anche per l’area metropolitana di Catania con “imponenti investimenti, oltre 100 milioni per le strade provinciali”. Falcone parla della partenza dei lavori per il polo logistico e intermodale con la società Interporti Siciliani.
“Un’opera assolutamente utile alla logistica”. Non mancano riferimenti alle nuove Zes che “possono sicuramente rappresentare un volano di sviluppo e per cui stiamo aspettando che la Corte dei Conti dia l’ok e risorse da parte del Governo nazionale. Noi – dice – stiamo facendo la nostra parte prevedendo, con fondi Poc e Po Fesr, di mettere 50 milioni di euro per i prossimi anni”.
Riferimenti anche a “imponenti risvolti di qualificazione urbana” legati alla nuova cittadella giudiziaria, parcheggi, housing sociale, case popolari “che stiamo mettendo in campo”.
L’assessore poi, esclude ogni problema di continuità per i lavori della metropolitana. “A settembre sgombriamo l’interferenza Fontana dalla circonvallazione come abbiamo già tolto la prima interferenza a Nesima. A febbraio invece consegneremo la tratta Nesima-Monte Po. Entro un anno inoltre, riteniamo di potere finalmente avviare i lavori della Stesicoro-Aeroporto e a settembre la stazione ferroviaria Fontanarossa sarà pronta”.
Falcone accusa Anas e Cas di inerzia, ma non le manda a dire neanche al Governo nazionale, soprattutto in riferimento all’autostrada Catania-Ragusa che non c’è.
“Aspettiamo da sei mesi il commissariamento nella persona del presidente Musumeci, senza il progetto non può essere trasformato in esecutivo e quindi i lavori non possono partire”.