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VIDEO | Sanità, medici ed infermieri in protesta davanti l’ospedale “Papardo” a Messina

Oltre 200 milioni di euro di tagli alla sanità siciliana varati dall’attuale governo nazionale e con il benestare di quello regionale. E quindi via a ben 808 posti di terapia intensiva e 995 di terapia sub intensiva, circa il 25% del totale attualmente presenti. Il tutto in una situazione già di fatto emergenziale e per la quale medici e infermieri sono costretti a frequenti doppi turni e straordinari, divenuti ormai quasi una prassi. Per questa ragione stamane oltre un centinaio di persone tra infermieri, medici e personale sanitario ha protestato davanti l’ospedale della zona nord di Messina. Un piano politico chiaro, quello della sanità, e spinto a gonfie vele verso la privatizzazione delle principali prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale. Non un caso la location del Papardo individuata proprio dal sindacato. Il nosocomio messinese è infatti uno degli ospedali che negli anni è stato costretto a subire maggiori tagli in termini di prestazioni e personale. Dulcis in fundo, si tratta dell’ospedale accanto alla quale è in fase di costruzione quella che sarà una struttura sanitaria privata di ultimissima generazione.

La protesta

Un presidio territoriale, quello davanti al “Papardo”, che segue quelli presenti in tutta l’Isola nella giornata di protesta regionale contro lo sfascio del sistema sanitario. A mobilitarsi è stata tutta la Cgil Sicilia con le categorie Funzione pubblica e con il sindacato pensionati a sostegno di un progetto di rilancio della sanità pubblica. “La sanità nella città di Messina e nei comuni della provincia – dicono il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti e il segretario generale della Fp Messina Francesco Fucile – come denunciamo da tempo mostra gravi criticità con una sanità pubblica che è stata smantellata, ospedali depotenziati, ritardi inammissibili, carenza di personale, liste di attesa interminabili”.

“I più colpiti sono fragili ed anziani”

Le fasce più debole della popolazione quelle che saranno di certo travolte dal nuovo ridimensionamento, come conferma la segretaria generale dello Spi Pina Teresa Lontri: “A essere colpiti da un sistema sanitario debole sono soprattutto le persone anziane e più fragili. E questa situazione si aggraverà ulteriormente con il progetto di Autonomia differenziata del Governo Meloni”.  Cgil, Spi e Funzione pubblica chiedono più finanziamenti per la sanità pubblica, più personale sanitario e migliori condizioni di lavoro per il personale presente. Oltre a fermare il de-potenziamento in atto di tutta la rete di emergenza dell’isola.

“La spartizione delle poltrone a scapito dei malati”

Quanto accaduto con le nomine della sanità volute dal governo regionale tra dietrofront e mancate ufficializzazioni (), accende infine la luce dei riflettori sui cortocircuiti commessi nella gestione del principale capitolo di spesa per Regione e governo. “I pasticci che abbiamo letto sui giornali e che si sono sviluppati nelle varie commissioni dell’Assemblea regionale Siciliana – ha spiegato il sindacalista Francesco Lucchesi – mettono in luce come il principale interesse della politica siciliana sia quello della spartizione delle poltrone a scapito dei malati”.

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