PALERMO – Una serie di modifiche del disciplinare della produzione della “Doc Sicilia”, necessarie per migliorare il procedimento e mantenere l’alta qualità richiesta per ottenere il marchio. La richiesta è stata avanzata dal Consorzio di tutela della denominazione di origine controllata Doc Sicilia, ai sensi del decreto ministeriale del 6 dicembre 2021, del regolamento Ue n. 1308/2013 e della legge 12 dicembre 2016 n. 238 sulla “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”.
La richiesta di modifica è pubblica e chiunque, titolare di un’attività inerente la produzione del vino abbia interesse alla modifica del disciplinare, può prendere visione della domanda e degli allegati pubblicati sul sito istituzionale dedicato. Le modifiche richieste sono diverse. Attualmente, la norma prevede che i vini della Denominazione di Origine Controllata “Sicilia” siano ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti, idonei alla produzione dei vini nell’ambito aziendale”.
La modifica proposta richiede il superamento del vincolo di produzione delle uve in ambito aziendale, per diversi motivi: l’ottenimento dei vini Doc “Sicilia”, vista la composizione monovarietale dei vigneti, visto l’enorme frazionamento delle proprietà viticole, vista la dimensione regionale della denominazione, deve poter essere ottenuta da uve prodotte dai vigneti idonei e iscritti allo schedario viticolo che all’atto del conferimento agli stabilimenti di vinificazione siano essi cantine cooperative o case vitivinicole o aziende agricole. Quindi, tali produzioni potranno essere assemblate come uve, mosti e vini per l’ottenimento dei vini Doc “Sicilia” delle tipologie bianco, rosso e rosato.
Un’altra richiesta di modifica riguarda il punto della norma che definisce come siano ammesse esclusivamente le forme di allevamento a controspalliera o ad alberello ed eventuali varianti similari, con una densità dei ceppi per ettaro non inferiore a 3.200. Fino alla campagna vitivinicola. La modifica del comma 3 è specificatamente volta a limitare alle provincie di Caltanisetta e Agrigento il sistema di allevamento a tendone su Nero d’Avola. Le ragioni che delimitano l’utilizzo del tendone alle due provincie sono prevalentemente di ordine agronomico e climatico, nella consapevolezza di un “unicum” colturale frutto di gestione agronomica consolidata, qualità delle produzioni e sostenibilità economica.
In ultimo, si vuole introdurre nella struttura della denominazione Doc Sicilia il concetto di Uga (unità geografica aggiuntiva di superficie più piccola della denominazione). La proposta riguarda l’attuale Igt comunale “Salemi” che, una volta introdotta nella Doc, acquisisce lo stato di Uga e perde lo stato di Igt, comprese le vigenti condizioni di produzione che diventano quelle previste dal disciplinare di produzione Doc Sicilia. La Denominazione di Origine Controllata dei vini Sicilia nasce il 22 novembre 2011, con decreto del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il 12 giugno del 2012, gli stessi viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che hanno promosso il riconoscimento della Doc, fondano il consorzio di tutela vini Doc Sicilia, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni del vino siciliano e il suo territorio.
Il Consorzio, dalla fondazione, concretizza il proprio impegno con la tutela del brand Sicilia Doc con la promozione della denominazione, attraverso azioni mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a difesa del consumatore e dei produttori.