E’ partita dal Consorzio di tutela vini DOC Sicilia, di concerto con la Fondazione SOStain Sicilia, l’iniziativa legata a un momento di riflessione e di analisi del settore vitivinicolo siciliano, da anni impegnato nella promozione di uno sviluppo sostenibile.
Così, lo scorso 26 ottobre si è svolto A Villa Igiea un talk che ha dato il via ad una due giorni di workshop e degustazioni dei vini DOC Sicilia dedicata ai giornalisti del mondo del vino provenienti dall’Italia e dal resto d’Europa. Fine del talk e, ancor più della manifestazione nella sua interezza, consiste nella valorizzazione, del patrimonio naturalistico ed enologico dell’isola con l’obiettivo, di certo ambizioso ma assolutamente raggiungibile, di accrescere e preservare la grande biodiversità presente sull’Isola.
“Sicilia sostenibile per natura” è stato il nome dell’incontro che ha dato il via a due intense giornate dedicate a workshop e degustazioni dei vini DOC Sicilia a cui sono stati chiamati a partecipare oltre 70 giornalisti specializzati del settore enologico provenienti dall’Italia e dal resto d’Europa, con la presenza anche delle testate siciliane che da sempre seguono la DOC Sicilia.
Il vigneto biologico siciliano è il più grande d’Italia, pari a 30.084 ettari. Una superficie che corrisponde a tre volte il vigneto biologico del Veneto, al doppio di quello toscano e a quasi il doppio del vigneto bio della Puglia. La Sicilia è quindi la più grande zona vitivinicola biologica in Italia, pari al 34% della superficie bio italiana. I produttori siciliani che oggi producono uve biologiche sono il 22%: ciò significa che più di un produttore su 5 ha scelto questa strada e, di tale evidenza, non possiamo che esserne orgogliosi. Una soddisfazione suggellata dai numeri, che sono notevoli: nel 2018 il numero di bottiglie di vino bio ha raggiunto quota 8.293.085, per crescere fino alle 10.328.089 bottiglie del 2019.
Lo scorso anno c’è stata una flessione, ampiamente prevedibile, ma del tutto in linea con il rallentamento causato dalla pandemia: l’imbottigliato bio è stato pari a 9.807.003, che corrisponde al 10,82% del totale di bottiglie prodotte nel 2020, vale a dire 90.594.310.
In generale, l’imbottigliato bio nel 2020 supera del 18,25% quello del 2018. Quest’anno, con dati aggiornati al 30 settembre, la Sicilia ha prodotto 9.182.800 di ettolitri di biologico, per un totale di 9.182.800 di bottiglie, che corrisponde al 12,9% delle bottiglie del 2021: 71.169.733, sempre al 30 settembre.
Un appuntamento, ospitato nella splendida Sala Basile, che è stato fervida fucina di incontri tra le personalità del mondo del vino, i rappresentanti delle Istituzioni locali e dell’imprenditoria, pronti a dare il proprio contributo e a mettere a disposizione la propria esperienza e conoscenza in nome di quel modello green, socialmente equo ed economicamente efficace, promosso e auspicato dal Consorzio e dalla Fondazione SOStain.
Oltre al presidente del Consorzio Antonio Rallo, il convegno ha visto tra i protagonisti Laurent Bernard de La Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain, Nicola Francesca del Comitato scientifico diFondazioneSOStain Sicilia, Benedetto Alessandro enologo della Cantina Alessandro di Camporeale, Guido Robustelli, South East Europe Sales Director della multinazionale americana O-I, Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di Unicredit, Dario Caltabellotta, Dirigente Generale Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea.
“La Sicilia è oggi la prima regione per viticoltura biologica, un territorio che ha identificato nella sostenibilità e nel rispetto per l’ambiente le parole chiave del sistema vitivinicolo siciliano. Una regione che, per prima, ha saputo sviluppare un protocollo integrato di sostenibilità che nasce dal basso, dalle esigenze dei produttori e per i produttori. Oggi il settore è sempre più consapevole che solo assumendosi la responsabilità di rispettare la natura e le sue bellezze sarà possibile produrre un vino sempre più ricco di valore e qualità. La sostenibilità è dunque più che mai la chiave per guardare al futuro del vino siciliano e in particolare del brand Sicilia DOC. L’evento di oggi diventa quindi un’importante occasione per promuovere una riflessione e fare un bilancio del nostro impegno a favore della crescita sostenibile dell’intero comparto- sono state le parole con cui Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ha aperto il convegno – In nome della sostenibilità ci attende un percorso che sarà ancora lungo e impegnativo, ma ormai imprescindibile per il futuro del nostro territorio. Un cammino che sarà di ispirazione per le prossime generazioni e che permetterà di consegnare a chi verrà dopo di noi un territorio integro, vivo e capace di restituire, nei prodotti che nascono dalla sua terra, quell’unico e introvabile mix di fattori che fanno della Sicilia l’isola del Mediterraneo tra le più apprezzate al mondo”.
“La sostenibilità –ha aggiunto Alberto Tasca, presidente di Fondazione SOStain Sicilia–è la nostra bussola; significa misurare l’impatto delle nostre azioni e condividere i risultati, avendo tutti un unico obiettivo: il Bene Comune. SOStain è un programma olistico che non si limita solo alla cura del suolo attraverso buone pratiche agricole, ma prende in considerazione anche la sostenibilità sociale ed economica e si basa fortemente sullo scambio ra le aziende, così come sul confronto tra aziende e comunità scientifica.
Parlare oggi di sostenibilità significa pensare a un radicale cambio di mentalità per le aziende e per tutte le organizzazioni, non soltanto per le imprese agricole o vitivinicole. Significa acquisire consapevolezza che non esiste una contraddizione tra antropocentrismo ed eco-centrismo perché la difesa dei diritti della Natura coincide con quella della vita dell’uomo. Essere ‘sostenibili’ implica dunque la necessità di un passo avanti, mosso da un cambiamento culturale, del comparto enologico siciliano: un passo che conduca a una nuova consapevolezza, al riconoscimento degli enormi benefici che la sostenibilità porta con sé e a un sistema decisionale veloce, in grado rispondere prontamente alle quotidiane problematiche di ogni impresa”.
“ Dobbiamo puntare ad un nuovo colore: verde sostenibilità. Ma, in realtà, esistono tante sfumature di verde che, metaforicamente, corrispondono a tanti modi diversi per attuare un comportamento che può essere definito davvero sostenibile. Ciò che conta è cominciare ad essere consapevoli dell’importanza della produzione del vino, dalla gestione del vigneto, fino alle fasi di imbottigliamento, nella maniera più sostenibile possibile” ha detto Nicola Francesca, membro del Comitato scientifico di Fondazione SOStain Sicilia,
Benedetto Alessandro , enologo e membro del Comitato scientifico di Fondazione SOStain Sicilia ha aggiunto
“I giovani e piccoli produttori rappresentano il futuro dell’enologia siciliana e ne sono i protagonisti dal momento che sarebbe impensabile parlare del “sistema Sicilia” senza includervi le piccole realtà produttive. SOStain rappresenta un’occasione unica per le piccole aziende che possono usare gli strumenti a loro disposizione per migliorare le proprie performance produttive e avviarsi verso la sostenibilità.
Manuela Zanni