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Vino, anche in Sicilia crescono le vigne urbane

CATANIA – Non solo cantine sperdute nelle campagne, adesso il vino si fa anche in città grazie alle urban wineries: stiamo parlando delle vigne urbane che crescono nel cuore della città in contrapposizione alle classiche cantine: Venezia ha i filari di San Francesco sulla laguna, Torino la vigna della Regina, Parigi la Clos Montmatre e la Winerie Parisienne, Milano la vigna di Leonardo e la Cantina Urbana Milano Wine Collective (dove si produce anche il vino), ed esistono anche a Palermo, Catania e Gibellina.

Un fenomeno che da qualche anno sta spopolando nelle grandi città e avvicina turisti ed amanti del vino: visite, degustazioni ma anche cene in abbinamento ai vini sono tra le proposte delle Urban Wineries. A promuoverle ci sta pensando la Urban Vineyards Association (U.V.A.) con il chiaro intento di tutelare il patrimonio rurale, storico e paesaggistico rappresentato dalle vigne urbane e di valorizzarlo sotto il profilo culturale e turistico, rendendolo produttivo per la collettività e per il futuro nel rispetto dell’ambiente, attraverso politiche vitivinicole e sociali di integrazione e sostenibilità.

A farne parte anche la Vigna del Gallo dell’Orto Botanico dell’Università degli studi di Palermo, risultato di un progetto del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e del Sistema museale dell’Università, di recente intitolata a Diego Planeta e testimonianza tangibile della valorizzazione di varietà autoctone (tra cui Grillo e Nero d’Avola) e i vitigni reliquia (uve antiche quasi estinte come il Palermitano, lo Zibibbo nero, la Reliquia bianca, la Visparola, l’Inzolia nera e diverse altre) e l’Etna Urban Winery a San Gregorio di Catania che con un progetto pioniere punta a reintrodurre la viticoltura e la produzione di vino in una delle più antiche zone di produzione siciliane.

“La nostra è una storia che inizia nel 1790, poi interrotta negli anni ‘60 del secolo scorso – racconta Nicola Porrello, fondatore del progetto insieme ai cugini – nel 2018 insieme abbiamo deciso di riportare in vita non solo l’azienda di famiglia ma di recuperare la contrada, tutelare il ricco patrimonio storico antropologico, difendere l’ultimo bosco di querce a bassa quota, condividendo la nostra storia attraverso un’esperienza enoturistica”.

In Sicilia anche altre realtà hanno pensato di valorizzare luoghi e culture locali: Cantine Ermes – Tenute Orestiadi ha ideato e realizzati già da tempo, nel cuore di Gibellina, il Vigneto del Mediterraneo seguendo gli insegnamenti di Ludovico Corrao, figura chiave della rinascita cittadina e strenue sostenitore dell’importanza di realizzare ponti culturali. Composto da diverse varietà di un’unica cultivar, il Moscato, il vigneto con 500 piante vede per ogni filare l’espressione di questo varietale presente in un diverso Paese del Mediterraneo: Italia, Spagna, Francia, Grecia, Malta, Turchia, Tunisia.

Vigna, quindi, non è solo dolce paesaggio di campagna ma può essere anche la città: ecco cosa sono le vigne urbane. Un concetto di biodiversità all’interno dei centri abitati che sono sinonimi di biodiversità ma anche di sostenibilità urbana contribuendo al patrimonio culturale con la bellezza delle vigne, spesso le varietà allevate sono quelle antiche e spesso autoctone.

Salvo Ognibene