Agricoltura

Vino siciliano, alta qualità ma prezzi troppo bassi

TAORMINA (ME) – Tre giorni dedicati alle masterclass sul vino e sui territori, cooking show di chef e pizzaioli e altre iniziative che hanno come obiettivo la promozione dei prodotti enogastronomici e del mondo agroalimentare, questo è stato per l’ottava edizione Taormina Gourmet (23-25 Ottobre). Una location d’eccezione, come quella di Villa Diodoro, ha fatto da cornice all’evento organizzato dall’Associazione Bica e dal giornale Cronache di Gusto che ha registrato 2.500 presenze e che sarà ricordata come l’edizione più partecipata dagli di addetti ai lavori ed esperti del settore.

Oltre 30 Masterclass, 15 Cooking Show che hanno coinvolto altrettanti chef e 15 Cooking Show con 30 pizzaioli (due per ciascun cooking show), due i Forum: uno sul tema “Turismo del lusso e Sicilia”, che ha aperto la manifestazione e un altro sul vino siciliano. Assegnati anche diversi premi alle migliori aziende siciliane ittico-conserviere che si sono distinte per tracciabilità, qualità e sostenibilità e i 33 vini imperdibili segnalati nella Guida ai Vini dell’Etna edita da Cronache di Gusto e giunta alla sesta edizione. Altro momento di grande interesse è stata la premiazione dei migliori vini del Sud Italia nell’ambito di Sud Top Wine con la giuria guidata da Daniele Cernilli alias Doctor Wine.

L’ultimo forum di Taormina Gourmet 2021, moderato da Fabrizio Carrera, ideatore di Taormina Gourmet e direttore del giornale, è stato un momento di confronto e dibattito fra operatori del settore, sulle necessità e sulle prospettive non solo del vino siciliano ma anche della maggiore preparazione professionale oggi richiesta, utile ad un potenziamento dell’identità del prodotto attraverso la qualità ed una migliore capacità d’accoglienza: “Che cosa ne facciamo del vino siciliano?”. Tra i presenti che hanno preso la parola Sebastiano De Bella, presidente dell’Istituto regionale vini e oli di Sicilia, diversi sommelier, produttori e manager del settore del food & beverage.

Tutti concordi sull’attenzione costante che è riservata ai vini dell’Etna e il buon momento che sta vivendo la Sicilia enologica, reduce dalla Special Edition del Vinitaly: con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia e il primo anche per superficie vitata in biologico. Le bottiglie prodotte superano i 90 milioni all’anno ma l’attenzione della platea è stata puntata sul prezzo medio che continua ad essere basso rispetto alla qualità proposta ai consumatori: “È facile che una bottiglia venduta in Italia a 5 euro decolli a 40 all’estero, per questo i turisti che vengono a trovarci sono sempre stupiti dei prezzi bassi italiani – ha spiegato Renato De Bartoli, dell’omonima cantina marsalese. Oltre gli aspetti di mercato si è sottolineata la necessità di una maggiore preparazione professionale: “Subito dopo l’apertura del Verdura Resort, che ha portato lustro e novità alla nostra isola – ha raccontato Laura Piscopo del ristorante La Lampara di Sciacca, neo vincitrice del Concorso Miglior Sommelier di Sicilia – i clienti ci chiedevano sommelier specializzati di cui non disponevamo. Oggi gli ospiti ci chiedono la storia dei luoghi e la provenienza dei vini, desiderano conoscere chi e cosa si cela dentro una bottiglia di vino, il suo significato, quello che rappresenta”.

La Sicilia del vino si interroga sul futuro, consapevole di essere in grado di offrire un’esperienza globale, figlia anche di una eterogeneità territoriale che non esiste altrove, in grado di evocare un mosaico di cultura, natura e sapori davvero unici. Apprezzamenti ricevuti anche da Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International, che ha guidato un gruppo di trenta Ambassador tra giornalisti, importatori e influencer che hanno visitato le cantine del vulcano e che hanno reso l’ottava edizione di Taormina Gourmet la più seguita digitalmente.

Salvo Ognibene