ROMA – Il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy, che fanno registrare un aumento del 5,4% rispetto allo scorso anno, quando avevano raggiunto su base annuale 6,2 miliardi di euro (prima voce dell’export agroalimentare nazionale), sostiene la vendemmia in pieno svolgimento.
Lo dice un’analisi della Coldiretti su dati Istat riguardanti i primi cinque mesi del 2019 in occasione della presentazione delle previsioni vendemmiali 2019 di Ismea, Assoenologi e Unione italiana vini, che hanno rivisto le stime di inizio agosto all’avvio della raccolta delle uve.
Su quanto avviene in Sicilia ci ha fatto il punto Alessio Planeta, presidente regionale di Assovini. “Quasi archiviato il primo mese di vendemmia, possiamo tracciare un iniziale bilancio di quello che è successo finora. – ha esordito Planeta – Le uve ad oggi raccolte sono di qualità eccellente con una quantità media in calo fino al 20% anche se è ancora presto per determinarne esattamente l’entità. Il ritardo della maturazione delle uve è stato di circa 15 giorni e questo ha garantito maturazioni ottimali. Smentite le previsioni di caldo intenso per questa stagione estiva 2019, – ha proseguito Alessio Planeta – l’andamento climatico ha visto un’estate fresca con buone escursioni termiche. L’arrivo delle piogge tardive di inizio settembre è stato un toccasana per le varietà ancora da raccogliere perché ha consentito un abbassamento delle temperature, salutare per completare la maturazione delle uve. Manca tuttavia ancora molto – ha sottolineato ancora il presidente di Assovini Sicilia – perché la vendemmia siciliana sia portata a compimento, dato che l’isola, definita più volte “continente vitivinicolo” per la varietà dei suoi contesti pedoclimatici, è caratterizzata da una vendemmia lunga circa 100 giorni. Rimandiamo quindi alla sua conclusione per poter dare un giudizio definitivo sull’annata”.
Secondo Coldiretti, si stima una produzione di 46 milioni di ettolitri di vino, il 16% in meno dell’anno scorso con l’Italia che è il primo produttore mondiale davanti alla Francia che si ferma a 43,9 milioni di ettolitri e la Spagna a 40 milioni, secondo i ministeri agricoli dei due Paesi. Nella nostra terra, sempre secondo Coldiretti, la produzione è in calo del 20% rispetto allo scorso anno insieme all’Emilia Romagna (3,760 mln sono gli ettolitri prodotti in Sicilia), meglio solo rispetto alla Lombardia (-30%) e all’Umbria (-24%), peggio rispetto ad altre tredici realtà che vedono come fanalino di coda la Calabria (-3%).
Aumenti si registrano solo in Toscana (+10%), mentre la situazione è stabile in Valle d’Aosta e Molise. La Sicilia comunque, nonostante il calo di cui parlato poc’anzi, è la quarta regione produttrice di vino nel nostro Paese con 3,76 milioni di ettolitri dopo il Veneto, con una stima di 11,27 milioni di ettolitri, la Puglia con otto milioni e l’Emilia-Romagna con 7,4 milioni.
Dopo la raccolta, come sottolinea l’associazione a tutela degli agricoltori, la produzione nazionale sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.
“Sul territorio nazionale – spiega la Coldiretti – ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia”.